Numero 12 del 2016
CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
Testi pagina 41
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
professionali”. Lo facevano ieri, e lo fa oggi anche la
Ministra Boschi che per sé chiede di essere appel-
lata al maschile. Dunque lo sguardo di Noi Donne
non sbaglia, mentre Merlo forse sopravvaluta que-
sto potere linguistico femminile, dato che vent’anni
dopo, sul punto della lingua non si sono fatti grandi
progressi. “Le raccomandazioni per un uso non ses-
sista della lingua italiana” e “Il sessismo nella lingua
italiana” di Alma Sabatini sono i due volumi che
uscirono nel 1987 a cura della Commissione delle
Pari Opportunità. Comprendevano una parte teo-
rica, che spiegava le radici del sessismo linguistico,
e una parte pratica di suggerimenti concreti. Alma
Sabatini muore troppo presto, nel 1988, senza ave-
re il tempo di vedere l’attuazione concreta delle sue
proposte. E ancora adesso, molte delle sue intuizio-
ni e dei suoi input non vengono tenuti nella giusta
considerazione.
Nel 1994 non si può non ricordare
la discesa in campo, e la successiva
vittoria elettorale, di colui che ha
dominato, incontrastato fi no a
pochi mesi fa, il panorama politico
italiano. Nel primo governo
Berlusconi una giovanissima
Irene Pivetti
viene nominata Presidente della Camera. Così com-
menta Bia Sarasini, all’epoca direttora: “La destra
governa il paese. E già questo è duro da accettare.
Più duro ancora vedere all’opera l’autorità simboli-
ca di cui si mostra capace, esercitando una egemonia
crescente e preoccupante. Soprattutto nell’inter-
pretare secondo i propri schemi i mutamenti sociali,
le elaborazioni innovative e le mutazioni antropolo-
giche, in primo luogo quelle di origine femminista,
che si sono prodotte in questi anni, rovesciandone
il signifi cato. Questo è il punto. Non sarebbe minac-
cioso infatti il protagonismo delle donne di destra,
se non si accompagnasse alla pretesa di riscrivere la
storia delle donne. Anzi, proprio del femminismo,
mettendo in atto un tentativo di cancellazione sim-
bolica della memoria con cui occorre fare i conti. Un
problema politico, certamente”. Un punto di vista
estremamente attuale rispetto alle ultime nomine
del governo Renzi. In nome della donnità, dunque,
si può accettare ogni candidatura rosa? Bia Sara-
Irene Pivetti,
n.5, maggio 1994
Fecondazione assistita,
n.12, dicembre 1997
Ragazze rom a
Torrespaccata,
n.4, aprile 1993
Ligabue,
n.9, settembre 1998
sini sembra rispondere. “Almeno
per qualche attimo è stato emozio-
nante vedere Irene Pivetti salire
sul banco della presidenza della
Camera. Concreta fi gura fem-
minile, così differente, nella sua
giacca verde-acqua non pro-
prio alla moda, dai molti uo-
mini che la circondavano. A conferma
che attraverso i corpi passa un linguaggio simbolico
che non coincide con le ideologie. E a conferma che
averla scelta perché “è giovane, è donna ed è catto-
lica”, è una bella carta da giocare, nella direzione
“cogliere i segni del nuovo”. Non era facile prevede-
re che il primo gesto della destra vincente sarebbe
stato di farsi rappresentare da una donna giovane e
attraente. Emozionante e irritante, aggiungo subito.
Perché questa giovane donna, dai cui gesti e parole
traspare un non comune fuoco interiore, pone non
pochi problemi. Per le sue idee politiche, certamen-
te. Ma su questo terreno è facile per chi si colloca a
sinistra riconoscere una vera avversaria: dall’aborto
alla famiglia, dalla scuola alle riforme istituzionali,
c’è solo da scegliere”.
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