Testi pagina 4
« Meglio morire in piedi
che Vivere in ginocchio»
l giornali hanno pubblicato che la
Pasionaria si è recata a Parigi. Qui--
sta donna, esule dalla sua patria, la
Spagna, per la quale lin eroicamen-
lo combattuto — dalla patria elle an.
coni è >0IIO il giogo dell‘ultimo g0-
wruo fascista d'Europa — è oggi
come ieri, come sempre nella sua
vita, in prima linea a battersi per
la lilirrla.
Su quo—la pllrisìinla ï¬gura di o-
peraia tuilitanto’per la difesa del-
la patria. di capo di “taste. di n‘-
Sl‘rli’il‘l‘ delle rivendicazioni femmi-
nili, di madre, il lasciano lenti) di
lanciare a piene mani il fango del<
la più lurida diffamazione.
Dolmen Iliarruri nacque il 9 dicembre 1895 da famiglia di minatori
nella Bi‘i'uglia, Fu apprendista sarta. donlesli a, cameriera in un rnfiè.
Ncl 1916. qmsmo un ui' ore s 'alista. entrò nel ttlm‘itlleulo operaio.
organi ' st'iopol'i. mini) a dirigere un giornale per la l‘iii'OSsa dei
lavoratori, con il pseudo io di «l’asionarian (così la chiamavano per
l'ardore t'lic l‘a ’ ava nella lotta c clv: csxa sapeva lrasl‘ondere alle folle).
a Il mio spirito — si legge in una sua lettera — si è temprato "egli
anni (li lullu. di pcrqn‘uzionm di fame e di prigione. Moglie c compagna
di un minatorr. io In» provato tutto l'on-ore dei giorni lrascnrsi
‘ . _ 7 . . NOI DONNE
pnnc. dugl'invcrui trascorsi senza legna. I miu-i lmmliini morivano per-
I'hl" io non potevo comprare loro delle medicine...
« Dicono che, i0 sia un‘oratrice che su inï¬annnarc le masse. Non so si:
sia vero. Se soltanto che per tuezm delle mir, labbra parlano l‘angosria e
il dolore delle "lame oppresso. sirntl . prive di qualsiasi gioia, l'ango.
M'iil il dolore dein uomini senza dirin
(t La llliil \ot'c è il grido (lì indignazione di un popolo clic non vuole
essere schiavo. Di un popolo che nutre nei più profondo dell’anima il
desiderio. l'ansia di libertà , di cultura, di progresso, di una vita buona e
piena di giai Nella mia voce è il pianto della madri, il lamento delle
donne oppres . umiliate, disprezzato. Queste donne non conoscono n'c
l'ho nè piaceri, Conoscono soltanto la paura, la sofferenza p. il dolore u.
E quale contributo essa non ha dato, allrtlverq} lunghi anni di almcv
nazione, alla lolla per la liberazione sociale della donna! Dl'llfl donna in
genere e di quella
a Noi, donne spagnuole. siamo schiave, serve del marito, buone sul.
tanto per produrrn ï¬gli, carne da cannone che servirà agli oppressori
del popolo. Ci vogliono soltanto in chic
o Mcllrrc le donne a posti (li responsaliililà » l'u sempre la sua parola
(l‘ordine; inserirle nel processo della produzioner come uno dI'i mezzi 0--
scnziali della loro liberazione economica e politica,
Lxr su vita è lutto un seguito di lollc.
Il l" gennaio 193] I: . alla testa del popolo. guidi) la dimostrazione
di Bilbao impedendo alla polizia di .st‘inglicrla. Arreslnla nel 193l c 110i
nel 1032. una grande campagna di stampa obbliga i giudici ad assol-
verla. Durante [insurrezione delle A. urie (1931) organizza la resistenza
per lc mogli e i ï¬gli di lavoratori: i: arrestata (li nuora, poi liberata.
Si baite per il fronte popolare. Durante la guerra di Spagna, essa è una
dirigente dall’attività instancabile e dal mirabile sangue freddo; ispe-
ziona il fronte, scava lrint‘cc. corre a Parigi a i-hiedere aiuti. parla Hili'
falle, im‘Ìlil i i-mnhancmi...
Quando la «impotenza dei In ' ' lvellivi inviata (la llitler c da Mussw
lini riesce. dopo oltre (llle anni di lotta, a schiacciare l’eroiro esercito
del popolo spagnuolo, essa è Fra gli ultimi capi a lasciare la Spagna...
La sua battaglia ili cfltlllyilllenic della libertà è momentaneamente per.
duta Più tardi un atroce dolore viene a strazinre il suo cuore di madre:
ma c un dolore eroico, gonï¬o di orgoglio: sno ï¬glio rude nella lotta per
la difesa di Leningrado... Oggi questa combattente purissima, questa donna.
questa madre, che lia loltato clandestinamente negli anni oscuri dell'esilio e
della persecuzione, torna ancora in prima linea per la difesa della libertà .
E. Gl. Ti.
per la conquista della democrazia.
FIGLIO m PARTIGIANU INFANZIA EROICA i
La capanna sulla quale avevano gettato
tanto petrolio. era preda alle ï¬amme. Le
scintille arrivavano in alto. in alto e il venv
to le disperdeva attraverso il villaggio.
.Le donne. molte donne stavano intorno al.
la capanna, Inquadrate da soldati tedeschi
armati. guardavano l‘incendio gli occhi ai
ridi per aver pianto troppo In loro vi era
la stessa tristezza indeï¬nibile. lo stesso do-
lore che esprimeva la capanna in fiamme
del partigiano Ivan Malyguìner
«Che tutti vedano come puniamo 1 pax"
ttgiani». diceva un giovane tenente tech
scc i1 quale aveva dato l'ordine dl appiccav
re lui. giovane, le guance ben rosee. Pre-
zione del villaggio a guardare. Stava lì pu—
re lui, giovane. le guance ben rosse. Pre-
se parecchie fotograï¬ie dell'incendio, Era
arrivato da poco sul fronte c quella era la
sua prima azione brillante.
In terra una donna giovane ancora cm
preda alla disperazione. Due soldati le sta-
vano appresso non lasciando avvtcmare
nessuno. Per ordine del tenente i soldati
avevano trascinato Elena Malyguine fuori
della capanna lasciandovi la sua bambina,
Pollnka. di un anno. E il tenente sorriden-
te fotografo quella madre impazzita dal dn-
lore. ‘
Ma un rumore distolse l‘attenzione, Un
ragazzino attraversava la piazza di corsa.
dirigendosi verso la capanna che ardeva, I
soldati lo fermarono e lo condussero dal
tenente.
Era un bambino, aveva dodici anni. forse.
«Chi scii)», gli domandò il tenente.
«Polìnka. mia sorella Polinka, brucia! ».
« Tua sorella? Schwester? Li? >>, disse il
tenente animandost «Bene. gut. Ho pietà .
di tua sorella. Vai a salvare la bambina.
val >>.
Gricha Malyguine non comprendeva in
principio. ma poi, quando comprese. i1 vi-
so coperto di lentigginì gli si illuminò e
sì slancio verso la capanna scomparendo
subito tra le fiamme
Dalla folla salì un grido. Qualcuno scop-
piò in singhiozzi. Le donne si fecero il se-
gno della Croce. Elena Malyguine si torce-
va di dolore sul suolo: non aveva visto nul.
la. non aveva capito nulla.
Tutti tacevano. Anche il tenente cessò di
ï¬schiettare e guardò con curiosità ,
Alcuni minuti passarono. Poi apparve il
ragazzo tra le ï¬amme. Gli abiti che eva-
va indosso bruciavano, Tra le braccia ave-
va qualcosa di bianco. ‘
«Mamma », gridò, «mamma‘
Polinka ».
Il viso del tenente cambiò espressione.
Diede ordine ai soldati di gettare acqua
sul bambino. Bagnata, tutto coperto di bru'.’
ciature. i soldati condussero Gricha davan.
ti al tenente.
la nostra.
«Tu sei bravo. molto bravo. Fa vedere .\.\
ordinò.
E il ragazzo. ï¬ducioso. gli tese il pacco
che teneva tra le braccia. Il tenente apri
la coperta e tutti videro la bambina che
strillava.
Elena Malyguine, la madre. si alzò, guar-
dò la ï¬glia con gli occhi incoscienti e si
slancio verso di lei. strappandosi dalle brac.
cia dei soldati.
«Bella bambina», disse ti tenente penv
soso. << Ora facciamo una bella cosa >>. sog-
glunse socchìudendo gli occhi. Sollevo la
bambina ben in alto e lanciò la piccola nei
fuoco La madre lanciò un grido e si er—A
ciplto verso il tenente. Ma questi la respin-
se violentemente,
«C'era. una bambina, ora non c‘è più.
Bel colpo! E' divertente. molto diverten-
te.“ ».
Ma non potè proseguire Il tenente era
steso in terra. con la testa tra le ï¬amme.
Nelle spalle, Gricha. vi aveva piantato il
suo coltellaccin. quello fabbricato da sè.
Vi fu un momento di sgomento tra i
soldati. Poi aprirono il fuoco. Ma le donne
si erano lanciate e si ergevano come un
muro tra loro e il ragazzo. Quando 1 sol-
dati poterono aprirsi un varco. Gricha, na-
scosto nel grano, aveva già raggiunto il
boscor
A. [ShaclL