Numero 7 del 2011
Andamento lento
Testi pagina 37
li 7,..‘1 associazione stampa romana
dell’Antimaï¬a
Roma, giovedì 9 giugno — ore 10
I‘ui lr ilella
fetto di procurare danni enormi che incidono nella vita
dei cittadini“. Il suo è stato un appello quasi accorato.
“ Non si può tollerare che in Italia ci sia un tasso di eva—
sione fiscale introno al 5 0%, le donne si devono indignare
per questo e pretendere chiarezza e incisività dai partiti.
Oltretutto - ha sottolineato -, il contrasto alla corruzio-
ne è inadeguato perche le pene previste sono irrisorie e
inoltre alcune normative europee non sono recepite nel
nostro ordinamento o non sono applicateâ€. Un affondo
in questo senso lo ha fornito la giornalista Alessia Ma-
rani, citando alcuni esempi di lobby e comitati d’affari
“in cui sono presenti anche donne“ operanti nel Lazio nel
campo della sanità , dell’edilizia e nelle nuove energie e sot-
tolineando che “non bisogna essere per forza criminali per
sporcarsi le maniâ€. Barbara Sa rgenti, Sostituto Procu-
RITA BORSELLINO
DA STRASBURGO
Video messaggio di Rita Borsellino. “Dopo la morte di mio
fratello è iniziato il mio impegno contro la mafia andan-
do nelle scuole. Dalla testimonianza sono passata alla pro-
gettualità per dare più forza all'azione e poi ho capito che
erano le istituzioni i luoghi dove il contrasto poteva ave-
re effetto fin alla radice del problema. Ora dal Parlamen-
to Europeo riesco a porre l'attenzione sul fenomeno ma-
fioso e qualche passo avanti si è fatto visto che si comincia
a scrivere la parola ’mafia' nei documenti ufficiali".
ratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma e per
anni componente della DDA Napoli, ha spiegato perchè
la presenza delle donne nel contrasto alle mafie “fa bene
alle istituzioni e va incrementataâ€, a partire dal fatto che
“le donne nelle mafie non hanno più ruoli ancillari. Non
sono solo madri, mogli o figlie che assistono la latitanza
o presidiano attività secondarie come l’usura, la prosti-
tuzione olo spaccio. Ormai partecipano in prima persona
ai summit e decidono punizioni e morti“. Lo sguardo e
la sensibilità femminile secondo Sargenti sono decisive nel
contrasto alla criminalità organizzata “per la capacità di
visione univoca delle pluralità di situazioni che si pre—
sentano e perché la fantasia è una caratteristica che aiu-
ta molto, sia nel lavoro di investigazione sia nell’indivi-
duazione di latitanti“. Il ruolo della società civile nel com-
battere le mafie rimane fondamentale e a sottolinearlo c’è
stato l’appassionato contributo di Pino Masciari, testi-
mone di giustizia, e di Gabriella Stramaccioni, Coor-
dinatrice nazionale di ‘Libera‘. Quest’ultima, portando il
saluto di Don Ciotti, ha ricordato i nomi e i gesti di tan-
te donne coraggiose e ha insistito sul valore dell’impegno
femminile nell’educazione alla legalità nelle oltre 4500
scuole aderenti alla rete dell’associazione. Di rete ha par-
lato anche Francesca Monaldi, funzionaria di consoli-
data esperienza nella Polizia, sottolineando l’importan-
za della circolazione delle informazioni e del consolida—
mento delle specializzazioni - soprattutto in una città gran-
de e complessa come Roma - anche per costruire com-
petenze sulle emergenti mafie straniere.
“Le mafie sono il nemico principale delle donne†ha di—
chiarato la giornalista e scrittrice Bianca Stancanelli, spie-
gandone le ragioni. “Le mafie non sono organizzazioni cri-
PAOLO BUlTURINI
SEGRETARIO DI ASR
“Questo appuntamento, insieme al convegno “Yes cre-
dibility"de||o scorso 6 giugno sul tema dell'equilibrio tra
i cittadini e il mondo dell'informazione, sono la confer-
ma del nostro impegno di sindacato al servizio di una
crescita della coscienza civile e di un sistema dell’in-
formazione corretto e adeguato ai bisogni dei cittadi-
ni. Un ringraziamento particolare a Giovanna Gueci, Rosa
Maria Serrao, Laura Turriziani e Roberta Balzotti, le col-
leghe del Dipartimento Cultura Etica e Qualità dell’In-
formazione che hanno generosamente contributo alla
riuscita delle iniziative".
minali, ma organizzazioni militari con una incredibile ca-
pacità di penetrazione nei territori. Maï¬a, sacra corona uni-
ta, ‘ndrangheta, camorra sono organizzazioni maschiliste che
coltivano una cultura della soppressione e dell’oppressio-
ne che si alimenta con la miseria. Il Censis ha dimostrato
come la presenza delle mafie è più forte nelle aree dove l’eco—
nomia è più debole e che il 22% degli italiani vive in zone
occupate dalle maï¬e. E c’è un rapporto - ha continuato Stan-
canelli - tra la disoccupazione femminile e la potenza di que-
ste organizzazioni criminali, che sono tra le forze più retri-
Ve e conservatrici del nostro Paese. Poiché la cultura della
conservazione è trasversale a tutti i partiti è interesse spe—
cifico delle donne italiane reagire“.
noidonne | luglio—agosto | 2011
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