Numero 6 del 2006
Costituzione: dose minima consentita
Testi pagina 36
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Effimero e fastoso ornamento della
testa, la capigliatura è stata universal-
mente e fin dai tempi più remoti consi-
derata e trattata come la parte più
nobile del corpo, quella potenzialmente
la più carica di simbolicità. Alle accon-
ciature - contestualizzate dal punto di
vista artistico, antropologico e sociolo-
gico - è dedicata la mostra 'Un diavolo
per capello', visitabile a Bologna
(Museo Civico Archeologico fino al 2
luglio) e organizzata dal Museo Civico
Archeologico e Fondazione Mazzotta di
Milano, su iniziativa di Wella in occa-
sione dei suoi 125 anni di storia.
Centinaia di opere, reperti archeolo-
gici, sculture, oggetti da toilette, mone-
te, incisioni, fotografie e documenti di
interesse etnografico-antropologico
sono esposti in un percorso
diviso in sezioni che affrontano il
vasto universo dell'acconciatura e dei
suoi significati simbolici: dalla bellezza
al potere, dall'ultraterreno alla morte,
dalla nobiltà alla ribellione. Ogni sezio-
ne è caratterizzata dall'accostamento di
momenti storici, zone geografiche e
materiali assai lontani tra loro, nel
tempo e nello spazio - accomunati dalla
stessa passione per le acconciature ela-
borate e stravaganti - che rendono l'al-
lestimento, curato dallo scenografo
Italo Grassi, particolarmente suggestivo
e accattivante.
Le statue, i rilievi e le pitture dell'
antico Egitto, dove si faceva largo uso
di parrucche ed extension, mostrano
una ricchissima varietà di acconciature
che si differenziano a seconda delle epo-
che storiche, dei ruoli sociali, del sesso e
dell'età dei personaggi raffigurati.
Anche nel mondo romano l'ornamento
dei capelli assume grande importanza
e, soprattutto per le donne, molte sono
le acconciature ricche e stravaganti.
Ancora semplici e sobrie in periodo
repubblicano, pur essendo riconoscibile
espressione del
gruppo sociale di appartenenza, in
epoca imperiale diventano elemento
fondamentale della moda.
Dalle capigliature cinquecentesche
alle monumentali elaborazioni settecen-
tesche, dove la parrucca è protagonista
dell'eccesso, l'evoluzione del gusto e del
costume è documentato con dipinti e
stampe. Dalla ritrattistica di accredita-
ti artisti italiani (tra cui Ceresa e Fra'
Galgario) e stranieri, come Anthons
Mor, è stimolante passare alla sezione
dedicata al tema dell'acconciatura tra
neotribalismo e trasgressione under-
ground, senza omettere di soffermarsi
alle curiosità, tra cui spicca il "ricciolo"
di Napoleone, che lo stesso imperatore
donò al suo medico come ricordo prima
di morire.
Insieme ai dipinti, una selezione di
60 reperti scelti fra i 3000 oggetti d'arte
raccolti dal Wella Museum a partire dal
1952, la mostra offre una chiave di let-
tura emblematica e appassionante del-
l'evoluzione della cosmesi dei capelli e
dello sviluppo della professione del par-
rucchiere. A chiusura della mostra una
serie di opere di Andy Warhol si con-
centrano sull'immagine che di sé dà l'ar-
tista attraverso la sua parrucca.
Un diavolo per capello, dalla Sfinge a Warhol.
Arte, acconciature, società
Informazioni: tel 051 2757211;
www.comune.bologna.it/museoarcheologico
Ricci, ma non solo capricci
Bologna, una mostra
Alessandra Pennello
dall'antico Egitto a Andy
Warhol, dalle parrucche
settecentesche ai punk,
'Un diavolo per capello' è un
viaggio nelle acconciature e
nella storia
Manifesto mostra
Andy Warhol,
Ladies and Gentleman, 1981
Manico di specchio
egiziano configurato a
fanciulla in legno e
avorio,
(1539-1190c.C.)
Alessandro Araldi,
Ritratto di Barbara
Pallavicino, 1510 ca
Marmo di età traianea