Numero 6 del 2006
Costituzione: dose minima consentita
Testi pagina 35
a Emilia Romagna Emilia Romagna
gli organi dirigenti dei partiti. L'obiettivo è quello di
arrivare a considerare normale rispettare, nella
composizione degli organismi, anche il criterio del-
la rappresentanza di genere. Quanto al problema
della politica come ambiente di uomini il rischio,
per una donna, di mettersi sullo stesso piano del-
l'uomo pur di continuare ad impegnarsi ed essere
accettata esiste. Ci sono però
segni di cambiamento: diver-
se donne sindaco portano il
loro essere donna nel lavoro
quotidiano e fanno la diffe-
renza. E' una questione di
metodo, di sensibilità. Insom-
ma, sono stati fatti passi im-
portanti, ma siamo soltanto
all'inizio e non dobbiamo ab-
bassare la guardia».
Anche nella politica, come
in tutte le carriere in cui le
donne si cimentano, torna
fuori il solito tasto dolente:
conciliare i tempi dedicati
agli impegni in casa con
quelli fuori di casa. Un te-
ma sul quale la Regione
Emilia-Romagna sta facen-
do molto.
Salsi: «Il tema della conci-
liazione dei tempi è fonda-
mentale e particolarmente
sentito nella nostra regione,
dove le donne che lavorano
sono tante. La legge 17 del
2005, la cosiddetta legge Ba-
stico dal nome dell'assessore
che l'ha voluta, va proprio in
quella direzione. E' la prima
legge regionale che si preoc-
cupa delle differenze di gene-
re nel mondo del lavoro: una
scelta politica molto impor-
tante della nostra ammini-
strazione. Non solo. Alla legge sono seguiti già di-
versi decreti attuativi che vanno verso la piena rea-
lizzazione degli obiettivi della normativa. Fra gli
strumenti introdotti c'è l'apprendistato professiona-
lizzante, opportunità che incontra anche il favore
delle imprese perché permette loro di assumere
personale meglio qualificato. Nella stessa ottica
vanno annoverati i “voucher”, assegni formativi che
si possono spendere in corsi mirati ad accrescere le
competenze professionali della persona».
Ercolini: «La nostra è una società che a fatica ac-
cetta di superare secoli in cui le donne erano state
relegate alla dimensione casalinga e domestica. Noi
ci proponiamo non solo come interlocutrici ma an-
che come protagoniste dei grandi processi di inno-
vazione che sul territorio e nella città si stanno con-
sumando, sia dal punto di vista della pianificazione
territoriale e urbanistica, che da quelli dell'econo-
mia e del welfare. Solo quando le donne saranno
protagoniste potremo contare su politiche che ten-
gano conto della necessità di conciliare i tempi del
lavoro e dell'impegno fuori casa con la cura della fa-
miglia».
La Regione a fianco delle giovani africane
"E' un grandissimo onore perché la Fondazione ha obiettivi di enorme
valore: costruire progetti di formazione e crescita per le donne africa-
ne. L'Africa è un continente che vive situazioni drammatiche ed è un
dovere per tutti, soprattutto per i Paesi sviluppati, impegnarsi a
costruire una degna prospettiva per la vita delle persone in quel conti-
nente. Partecipare ad un progetto della Fondazione "Rita Levi-
Montalcini" è per noi un fatto di straordinario valore".
Con queste parole il presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha
commentato il contributo che la Regione darà alla Fondazione "Rita
Levi-Montalcini" finanziando due borse di studio triennali nel settore
infermieristico per due giovani donne eritree. La Fondazione, che si
propone di favorire lo sviluppo del continente africano agevolando,
mediante borse di studio a favore di giovani donne, l'alfabetizzazione,
l'istruzione primaria, secondaria, universitaria e specialistica, ha attiva-
to in poco tempo 1.200 borse, grazie anche alla presenza di generose
donazioni. L'iniziativa è stata presentata in un convegno che si è svol-
to a Bologna il 9 maggio, alla presenza della senatrice e premio Nobel
Rita Levi-Montalcini.
Con il proprio intervento la Regione Emilia-Romagna coprirà i costi di
iscrizione alla scuola, un borsellino mensile di sostegno alle famiglie
delle studentesse, i costi di trasferimento, i supporti didattici, i costi di
alloggiamento e di mantenimento alla scuola di formazione fino al
conseguimento del diploma, con il quale le due beneficiarie potranno
poi esercitare la professione infermieristica nel loro paese di prove-
nienza.
Il progetto si inserisce tra le iniziative di formazione nel settore sanita-
rio che l'Emilia-Romagna ha attivato allo scopo di aiutare lo sviluppo
dei sistemi sanitari nei paesi emergenti. In particolare la Regione mira
ad innalzare la qualificazione dei personale che opera all'interno dei
servizi.
Laura Salsi