Numero 10 del 2014
Occhio alle (De)Generazioni
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all’immobilismo interno fa da contraltare il pericolo
esterno alle frontiere con Libia e Algeria. Terrorismo jiha-
dista ed emergenza rifugiati. Se da un lato appare sempre
più plausibile la saldatura tra Stato Islamico della Siria e del
Levante e frange estremiste del movimento tunisino di An-
sar al Sharia, dall’altro è l’afflusso di rifugiati libici a scardi-
nare l’equilibrio demografico del territorio. Sono circa 6000
i cittadini libici in fuga dalla guerra civile che ogni giorno
attraversano le frontiere. Il 20% dell’intera popolazione tuni-
sina. Una cifra spaventosa. In questo contesto la sfida elet-
torale abbassa i toni e cerca alleanze. Più che l’ideologia
o il programma vince la capacità di assomigliare all’altro in
un turbinio melmoso che accorcia le distanze, anche tra
laici e religiosi. Ma se per la maggior parte dei vecchi can-
didati l’obiettivo è “durare” per conservare il potere, la vera
novità si gioca alle presidenziali.
Per la prima volta nella storia della tunisia quattro
donne hanno depositato la propria candidatura alla Pre-
sidenza della Repubblica. Una presenza non di facciata,
considerando il peso specifico delle sfidanti, che a diffe-
renza di molte Ministre del democraticissimo Occidente
non si accontenteranno di un ruolo meramente esecutivo
o da comprimarie. Come affermato a metà settembre dalla
candidata Kalthoum Kennou, potente leader e presidente
dell’Associazione Magistrati Tunisini: “Nessuno tra i candi-
dati ha un programma e nessuno ha mai voluto realizza-
33Ottobre 2014
TU
NI
SI
A
In arrIvo
Una
PrEsIdEntE?
Il paese va alle urne vivendo il pericolo
alle frontiere con Libia e Algeria,
il terrorismo jihadista
e l’emergenza rifugiati
—
re gli obiettivi della Rivoluzione”. Una
denuncia seguita dalle dichiarazioni di
Bedra Gaaloul, docente universitaria
e presidente del Centro internaziona-
le studi di sicurezza e militari, che ha
messo a punto un progetto per com-
battere il terrorismo con un approccio
globale. Sia socio-antropologico che
militare. Una sfida raccolta anche dal-
le altre due contendenti che intendo-
no candidarsi al palazzo di Cartagine.
Sono Leila Hammamami, economista
e docente in numerose università este-
re che nel suo programma ha puntato
tutto sulle relazioni personali con po-
tenti gruppi economici stranieri, capa-
ci di ridare ossigeno ad investimenti economici infrastruttu-
rali e alla crescita produttiva interna. A chiudere il quartetto
delle future presidenti Emna Mansour Karoui, intellettuale
femminista, presidente del Movimento democratico per
la riforma e la costruzione che in pochi giorni è riuscita a
trovare 14.000 firme a sostegno della propria candidatura.
Emna ha più volte denunciato il maschilismo che in Tunisia
ha ridotto al minimo la presenze di donne capolista nei par-
titi. Per questo vuole appoggiare e consolidare la presen-
za femminile nei luoghi decisionali con un programma che
preveda quote di genere negli organi elettivi. Dopotutto l’a-
cronimo del suo movimento politico pare di buon auspicio:
MDRE, che per noi italiane non passa certo inosservato. In
bocca al lupo dunque.