Numero 10 del 2016
Quelle che il potere. Donne ai vertici
Testi pagina 35
33Ottobre 2016
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UNA LEGGE CONTRO
LE MUTILAZIONI GENITALI
FEMMINILI
di Zenab Ataalla
Il 28 agosto scorso il Parlamento ha appro-
vato una modifica al codice penale che prevede un
inasprimento della pena detentiva da cinque a quindici
anni a chi ha materialmente praticato una mutilazione
genitale femminile.
Per molti questa modifica è risuonata come un chiaro se-
gnale da parte del governo nel volere combattere una
pratica ancora oggi assai diffusa in molte aree dell’Egit-
to, soprattutto nelle zone più interne e rurali del Paese.
Per Rothna Begumm del Human Right Watch si trat-
ta di un importante emendamento, ma non basta per
garantire alle bambine il
diritto alla vita ed alla sa-
lute. “Le sanzioni più seve-
re per le mutilazioni genitali
femminili in Egitto riflettono
le conseguenze orribili e
potenzialmente mortali di
questa usanza discrimina-
toria - e continua - ma non
serve solo questo. È neces-
saria una più ampia riforma
del diritto per contrastare in
modo adeguato questa pra-
tica orribile, ma è necessario anche che tutte le leggi esi-
stenti siano applicate per proteggere le decine di migliaia
di bambine ancora a rischio”. E se un passo in avanti vie-
ne fatto, c’è ancora un punto sul quale le organizzazioni
femminili egiziane continuano a dichiarare battaglia.
Le modifiche recenti, infatti, non intaccano l’articolo
61 del codice penale egiziano, che avalla il ricorso alle
mutilazioni genitali femminili, qualora si ritenessero
necessarie per la salute delle bambine. Ma non essen-
doci dei fondamenti medici che giustificano l’escis-
sione degli organi genitali femminili, le organizzazioni
femminili lanciano l’allarme sul fatto che mantenere
questa possibilità significherebbe nei fatti continuare
a mantenere uno status quo terribile. In questo senso
mantenendo la clausola del “giusto e necessario per la
paziente” non si farebbe altro che incoraggiare i giudici
a far decadere le accuse dei condannati che, essendosi
trovati costretti a praticarla, non subirebbero alcuna con-
seguenza sul piano penale o giudiziario.
Per Dalia Ahmed Hamid, dell’Iniziativa egiziana per i
Diritti personali, continuare per questa strada è un er-
rore gravissimo. “Il governo è generalmente incline ad
aggravare la pena nei reati legati alla violenza di genere
ed alla condotta sessuale. E non essendo le mutilazioni
genitali femminili rientranti in questi casi, continuano ad
essere praticate non solo in laboratori medici improvvi-
sati, ma anche nelle strutture ospedaliere del Paese”.
Per tale ragione il governo egiziano insieme alle organiz-
zazioni della società civile dovrebbe sviluppare delle linee
guida per fornire un’adeguata formazione agli operatori
sanitari, ai giudici, agli assisten-
ti sociali ed agli insegnanti che
solo in questo modo potrebbero
affrontare il problema, e soprat-
tutto prevenirlo ed evitarlo.
Per la Egypt Demographic
and Health Survey (EDHS)
“la più recente ricerca gover-
nativa sulle mutilazioni genitali
femminili,indica che su 20mila
donne intervistate con un’età
compresa tra i quindici ed i qua-
rantanove anni, più della metà è
stata sottoposta a questa pratica
dal lontano retaggio tribale che nulla ha a che fare con la
religione, diffondendo un altro dato allarmante, quello che
mostra come l’approvazione di questa pratica sia più alta
tra gli uomini che tra le donne”.b
LA NUOvA NORMA INAspRIsCE LE pENE pER ChI pRATICA LE MGF MA NON INCIdERà NELLA
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