Numero 3 del 1944
Ragazze partigiane. Eroiche nella lotta, tenaci nella Resistenza
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Ricordi di scuola
Incitamento alle studentesse a continuare a credere nella libertà sperando in una scuola nuova
di Redazione Noi Donne
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Testi pagina 3
Eroiche nella loffa,
fenaci nella ricosfruzione
Da Firenze, liberata dagli eserciti alleati e dai patrioti italiani giunge
l’eco degli episodi di eroismo compiuti dalle donne durante i giorni pù
duri di combattimento.
Non meno coraggiose delle loro sorelle fiorentine sono state le donne
marchigiane ed abbrnzzesi, durante l’occupaZione tedesca.
inuvaneite sempiiCi, lTÀUdCSlC, ingenue e Spensierate Sl sono trasfor—
niaie in eoiiioaitemi niagiiincne ciie nannu cuiiipiuio iiiiiunierevoii aiii
eroiCi ognuno dei quali avrebbe potuto costare il sacririmo deiia giavaiie vita.
La guerra COIHYO gli invasori tedescni e contro i fascisti ha rivelato,
iniprovwsamente, il aero cuoie della donna italiana. il dolore, le sofferenze,
i pericoli, nanno ritemprato il suo carattere, le hanno dato una pbl'SOlldllH,
un’anima nuova. bono il nastrino nero, che decine di migliaia di donne
italiane. portano oggi in segno di lutto per i loro cari morti. in guerra o
fucilati dai tedeschi, batte un cuOre nuovo, un cuore di un essere che ha
imparato, soffrendo, a pensare e ad agire
La donna italiana vuole conoscere la verità . Essa cerca affannosa-
mente chi la guidi per una giusta via, anche se questa sarà aspra e difficile.
Essa anela a conquistare la libertà e dove già la possiede la difende con
ardore contro chi gliela vorrebbe ritogliere.
La donna itaiiaiia non ha piu paura . A Firenze essa esce sola, nelle
strade buie, tra il crepitio delle tuCilate, per portare viveri ed ordini ai
patrioti cne combattono con le armi in pugno. Per contribuire a sconiiggere
il nemico le donne del popolo, le operaie, le studentesse di Firenze, di
Livorno, di Grosseto, di Piombino, degli Abruzzi e delle Marche, che
hanno disertato sempre le organizzazioni fasciste, hanno sentito il bisogno
di unire le loro forze nella organizzazione popolare di tutte le donne, i
u Comitati di Difesa della donna e per l‘aiuto ai Combattenti». Unite si
sentono invincibili, ed un sano sentimento di orgoglio per la loro forza le
aiuta a procedere nel difficile cammino tracciato.
Il loro esempio, che dilaga in tutta Italia, sveglia dal loro secolare
torpore le donne di Bari, di Cerignola, di Taranto e di Cosenza, di Salerno
e di Messina, di Girgenti e di Catania, le spinge ad unirsi tutte, ad organiz—
zarsi, per difendersi e per lottare.
La guerra è finita, in molte regioni d‘italia, ma il nemico vinto e non
domo, cerca di raggruppare le sue forze, ordisce nell’ombra il complotto
per ritogliere al popolo le libertà Conquistate, per cercare di tornare il
padrone. '
l grandi proprietari di terra, i ï¬nanzieri e gli industriali temono di
dover restituire il denaro rubato, vogliono impedire che il popolo italiano
viva in pace con gli altri popoli in Europa liberata per sempre dal fascismo.
Essi si dispongono a preparare a voi, donne e mamme d‘ Italia, un altro
periodo di sofferenze e di luttii Siate in guardia, donne italiane, insieme ai
vostri uomini perche non si tenti, prima di allora, di vincere la vostra
volontà con la violenza. State in guardia e per essere forti ed invincibili
unitevi, dalle Alpi alla Sicilia, in ogni fabbrica ed in ogni ufficio, nella
scuola e nella casa, in un fronte popolare che sappia respingere ogni tento—
tivo di assalto fascista, che sappia contribuire validamente a ricostru‘re
un’Italia libera, dove la donna avrà conquistato tutti i diritti di cui le lotte
di questi ultimi anni l‘hanno resa degna.
Anna Maria Enriquez
Il 12 giugno, sul greto del Magna/Le,
in una di quelle località apportate che i
tedeschi prediligono per perpetrarc i loro
crimini, una rajjica di mitragliatrice uc-
cideva, tra un. gruppo di patrioti, una gio-
vane donna, Anna Maria Enrquz; Agno-
leti.
l tedeschi prima di lasciare Firenze
avevano voluto così c disinjettare» I’am-
bicrtte.
Ad Anna Maria toccò lo sorte durissi-
ma, quella che non temeva, quella a cui
la sua dolce serenità , il suo comggiojar—
ridente, tutto la sua giovane puristimu
rita l’aveaano spiritualmente preparata.
Tutte le donne c/ie dubitario di 00,117“?-
metlere la loro (femminilità ) parteci-
pando alla vita, alla lotta politica, avreb—
dovuto conoscere Anna Maria. E’
tilnzente femminile. Dai linea "enti un
po in,antili, mai sconvolti da un capres-
sione ai ou'to o di corruccio, da tutto la
jigura minuta comporta, splruva un temo
ai calma, di discre.i0nu,di jiduciosamnc-
stà . Un sorriw cordiale appena ironico la
illumina/va in morto singolare e quel filo
di ironia benevola ara anche nella tono
sommesso, che sapeva raccontare coi-l ca‘
lore e ULL‘GLÌHÌ. Anna lita-ria aveva il dono
di non Jarci mai pesare i suoi dolori, di
portarli subito in una s,era di superiora
misura.
oppure tutto la sua vita ero j'aJM di
pene grandi, ai lutti, da cl;/ftcalttì. biblio—
te-.a.ia negli Archivi di S.ato della sua
1- irenze, per una maligna interpretazione
deile stolide leggi razziali, doveiie lascia.
re — lei non corea cric per poi}: di pu—
lire —— liinpicgo e la aiuti, per venir: a
guadagnarsi ti pane a Roma, nell Archi-
vio rallcano. (riovirlctlu, aveva perduto
una soreltiitq poi il pudre e un fratello.
La madre restava presto .roia Italo cosa
vuota: l'ultimo fratello ve a arrestato
con un gruppo di operai ea‘ intellettuali
fiorentini nella primavera del ’42. Anna
moria, ï¬glia tenerissima, trepida per la
salute del fratello so/ferente ed in galera,
non euue un istante di smarrimento, un
indugio al suo operare. Dal '38 circa (tre-
Lo cominciato a lottar: clandestinamente.
criniera: è cattolico, si era volta verso
indirizzi politici di profondo rinnovamen—
to 6011:“.6. Lari mite tenacia, la giovani:
danni andava ricercando tutti i legami
con ctii aveva la ma stessa fede e voloni‘Ã
di lotta: operai, uomini di religione,
oscuri militanti e personalità dei partir"
illegali. Metteva il fervore dell’apostoloto
in questi suoi a,orzi non aempre jruttuo-
si. Per lei, esser cristiana, voleva dirc
comìattere i fascisti, unirsi tutti, uomini
e donne di buona tOlanlà , contro il [a-
Jcitmo. ‘ Îî i:
(continua a pagina 15)