Incitamento alle studentesse a continuare a credere nella libertà sperando in una scuola nuova
di Redazione Noi Donne
Ora che possiamo scambiare liberamente le nostre idee, voglio anch'io dire due parole alle mie compagne di scuola che spero mi leggeranno.
Quest'anno, a vero dire, non è stato per noi un "anno scolastico" ma un periodo di lotte e di battaglie. Vi ricordate, quel giorno in cui Anna Maria obbligò una ragazza a togliersi il distintivo della GIL? Tutte partecipammo a quel gesto, tutte sentimmo che era ingiusto e provocatorio portare sotto i nostri occhi il segno del tradimento e della vigliaccheria, mentre vedevamo il nostro paese dilaniato, lacerato dai nuovi vandali. Soffrivamo nascostamente e in quella sofferenza a poco a poco, abbiamo sentito nascere in noi qualcosa che non avevamo mai conosciuto prima: un sentimento di unità, di solidarietà che ci stringeva in una volontà sola: dare il nostro aiuto a quanti lottano per liberare il popolo italiano dalla schiavitù fascista, fare della scuola una luogo di lotta contro gli invasori.
Fu allora che qualcuno si iscrisse alla Unione degli Studenti Italiani e, quando ricevemmo la parola d'ordine che doveva unire in una lotta comune tutti gli studenti romani, non esitammo un istante: tutte assieme boicottammo le lezioni nei giorni stabiliti, lanciammo manifestini incitando alla lotta nelle scuole, all'Università, nei cinematografi, nelle strade.
Tutte ci sentimmo italiane, amanti della libertà, felici di combattere e di soffrire per essa.
La scuola tornava ad avere per noi un significato.
Ricordate, ragazze, il nostro impegno?
Ora attendiamo l'apertura delle nostre scuole con la speranza e il desiderio di trovare in esse un clima nuovo di libertà, una volontà di studiare, di imparare per renderci utili alle nostre famiglie ed alla Patria.