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Numero 10 del 2014

Occhio alle (De)Generazioni


Foto: Occhio alle (De)Generazioni
PAGINA 28

Testi pagina 28

26 Ottobre 2014
AF
GH
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IS
TA
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Herat. Sulla Highway One, la principale strada
dell’Afghanistan, l’unica degna di questo nome,
il traffi co scorre lento. L’estate è caldissima e il vento,
con il suo carico di sabbia, brucia la pelle e secca le labbra,
tanto più durante il Ramadan. È facile incontrare famiglie inte-
re che viaggiano su vecchie moto scassate o su auto straca-
riche, di masserizie, bambini, donne e animali. Capita spesso
di vederli fermi a bordo strada, per un guasto, un incidente di
percorso. Un uomo e una donna sono a terra, lei stringe tra
le braccia un fagotto. A vederlo da vicino, dal tessuto fi orato
sbucano un faccino e due manine. Alcuni militari italiani sono
impegnati in una delicata operazione di messa in sicurezza
di un tratto della “ring road”, come viene chia-
mata questa strada per la sua forma ad
anello. Gli uomini del Genio della Briga-
ta Sassari devono installare un dispo-
sitivo per contrastare quella che è la
minaccia più subdola alla sicurezza
in Afghanistan: gli “IED” (Improvi-
sed Explosive Device, NdR), ovvero
i famigerati ordigni improvvisati, piaz-
zati in punti vulnerabili. Siamo a una cinquantina di chilometri
a sud di Herat, nel distretto di Adraskan. Alcuni degli italia-
ni in divisa fermi sulla strada si avvicinano per verifi care le
condizioni dei tre caduti dalla moto. L’uomo, a terra, è ferito
sul viso e alle gambe. È talmente magro da perdersi nei suoi
abiti bianchi e nel copricapo. Si lascia assistere dal medico
militare, nulla di grave. La donna, con il fagotto tra le braccia,
si mette velocemente da parte, oltre i bordi della strada, nei
campi aridi. Un velo scuro le copre la testa e il corpo, se lo
tira sul viso e chiude ogni contatto con l’esterno. Dopo pochi
minuti, si rimettono in piedi, la moto è un catorcio ma ripar-
te. Si allontana nel caldo dell’estate afghana, lasciandosi a
destra e sinistra campi incolti, di fronte il profi lo dei monti e
alle spalle piccoli villaggi venuti su a sabbia e fango, terra e
sassi. Afghanistan 2014, qui il tempo sembra essersi fermato
ad una data imprecisata. Mentre la colonna di mezzi militari
si sposta sulla Highway one, la vita scorre lenta oltre i margi-
ni della carreggiata. L’operazione militare di installazione del
dispositivo di sicurezza chiamato “Culvert denial system” si
prolunga. Il traffi co è bloccato nelle due direzioni dalla poli-
zia afghana. La situazione provoca il crearsi di capannelli di
DALLA
DIVISA
AL BURQA
È FILO
DIRETTO
Testo e foto di Raffaella Angelino
UN PAESE IN BILICO,
IL TERRORISMO,
LA FORZA DELLE
DONNE E IL
CONTRIBUTO DELLA
MISSIONE ITALIANA
(E DELLE MILITARI)
PER PROMUOVERE
L’UGUAGLIANZA
DI GENERE. NEL
RISPETTO DELLA
CULTURA D’ORIGINE
LE PRIME A CREDERE
AL CAMBIAMENTO SONO
LE DONNE: SFIDANDO
DIVIETI E MINACCE HANNO
PARTECIPATO AL VOTO
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