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Numero 10 del 2016

Quelle che il potere. Donne ai vertici


Foto: Quelle che il potere. Donne ai vertici
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Testi pagina 27

25Ottobre 2016
gestire imprese agricole e custodire gli animali. Le nostre
strutture di lavoro per fortuna non sono molto danneggiate,
ma la casa è pericolante, quindi vanno trovate soluzioni
abitative che, anche se temporanee, ci consentano di ri-
manere nelle aziende; strutture che siano idonee a supera-
re l’inverno. A oltre mille metri il freddo si fa sentire: tre anni
fa abbiamo avuto tre metri di neve, tanto per dare l’idea.
Anche adesso il disagio è tanto: l’altra notte, per esempio,
è nato un vitello e siamo rimasti fino a mezzanotte per se-
guire il parto, che tra l’altro si presentava difficile”. La con-
dizione degli imprenditori agricoli è particolare e richiede
una diversa impostazione nella gestione dell’emergenza,
individuando soluzioni su misura visto che “in questa zona
tre delle cinque aziende hanno avuto la casa distrutta”.
Abbiamo risentito telefonicamente Claudia prima di anda-
re in stampa e ci ha riferito che ad oggi - 25 settembre
- il container non è ancora arrivato. Intanto la famiglia Di
Cosmo si sta organizzando autonomamente trasferendo
la roulotte, dove dormirà papà Gianfranco, dalla tendopoli
all’azienda e hanno preso in affitto - per ora a spese loro
- un appartamento a San Benedetto, mettendo 80 km tra
il luogo dove dormiranno e la faglia sismica. “Meglio fare
160 km al giorno piuttosto che rischiare di rimanere sotto
al prossimo terremoto che, si dice, arriverà forte e a breve”.
La paura è ancora tanta e non saranno neppu-
re le carte a tranquillizzare le persone perché
“la dichiarazione di agibilità di un edificio è una
cosa e essere antisismica è altro, lo Stato non
può rinunciare a metterci in sicurezza”. È una
fase delicata, quindi, che va affrontata rapida-
mente e con lucidità. A partire dall’organizzazio-
ne del raccolto, che non può aspettare. “Adesso
si inizia con le patate e poi ci sono le lenticchie e
i fagioli, tutti prodotti deperibili. Le patate vanno
immagazzinate subito al buio e in luoghi asciutti.
Di questi tempi si utilizzavano le cantine di tutti,
parenti e amici… e adesso dove le mettiamo?
In questa parte, da Saletta ad Amatrice i pae-
si sono stati spazzati via”. Il raccolto è iniziato,
con l’aiuto di chi può, ma il problema è già la
vendita. “Manca la rete e manca la circolazione
di informazioni precise, persino su quali sono le
strade accessibili. Ci stanno contattando i grup-
pi di acquisto. È un’iniziativa spontanea che
ci fa piacere, ma senza un’organizzazione non si va da
nessuna parte. Questo è uno sforzo che va fatto adesso,
evitando che le persone vadano via. E se se ne vanno, poi
non tornano. L’attenzione al tessuto economico e all’agri-
coltura deve essere massima, perché da qui potrà ripartire
tutto”. Il tempo passa e la preoccupazione è tanta, anche
perché poggia su un’esperienza già vissuta, e non ancora
archiviata, come quella de L’Aquila. “In queste circostanze
perdi la visione del futuro e provi ad andare avanti a piccoli
passi, mentre ti chiedi se stai spendendo bene il tuo tempo
e se stai facendo la scelta giusta”. Gli occhi un po’ lucci-
cano, ma subito Claudia reagisce. “Il presidio agricolo di
Amatrice deve essere aiutato, deve essere pubblicizzato.
Noi siamo disponibili a ricominciare da capo, abbiamo la
forza e la voglia di farlo. Per questo dobbiamo rimanere
qui, ma potendo lavorare”. Chi può e chi deve ascolti que-
ste voci. E risponda adeguatamente. ?
(Contatti mail: claudiadicosmo@libero.it)
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