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Numero 7 del 2011

Andamento lento


Foto: Andamento lento
PAGINA 26

Testi pagina 26

ISTAT

DONNE CHE
, NON RIENTRANO
' AL LAVORO

q di Rosa M. Amorevole





TRA COMPETIZIONE
‘ E DISCRIMINAZIONI










ISTAT ci consegna un ritratto non certo conso-
' lante per quel che riguarda il mercato del lavo-

ro. Per le donne:
l’occupazione, pur rimanendo stabile, peggiora
la qualità del lavoro: diminuisce l’occupazione
qualificata, tecnica e operaia (- 170 mila unità),
ed aumenta soprattutto quella non qualificata (+ 108 mila
unità). Sono soprattutto italiane impiegate nei servizi di

STRATEGIE




sunto. E noi, che non abbiamo un genitore da "rottamare", che facciamo ?

noidonne I luglio—agosto I 2011

...E SE NON HO UN GENITORE 'OA ROTTAMARE'?

Ho ventisei anni e un diploma in ragioneria. Lavoro da quattro anni per una
nota banca italiana, facendo sostituzioni per maternità, oppure con contratti
temporanei legati al periodo estivo, quando i titolari del posto di lavoro vanno
in vacanza. Ora la banca mi ha chiesto di farmi assumere temporaneamente da
un'agenzia di lavoro interinale, che potrà così vendere il mio lavoro alla stessa
banca, senza che maturi per me il diritto ad un'assunzione stabile. Ma a que-
sto iter sono rassegnata... scrivo invece perchè ho scoperto che in questa
banca vige la staffetta padre- figlio. La direzione del Personale chiede ai di-
pendenti che vogliono mandare in pensione prima del tempo se hanno un figlio
da assumere. Se sì. il padre lascia e il figlio scavalca le graduatorie e viene as-

(0/ga l/I‘ncini, For/i)

pulizia a imprese ed enti, di collaboratrici domestiche e
assistenti familiari straniere;

è in crescita il part time (+ 104 mila unità), prevalente-
mente involontario e concentrato in attività che mal si con—
ciliano con i tempi di Vita come commercio, ristorazione,
servizi alle persone;

il peggioramento della qualità del lavoro riguarda so-
prattutto le più istruite, alle quali si richiede un quali-
fica più bassa di quella posseduta. Sono infatti il 40% fra
le laureate (contro il 31% gli uomini);

i salari femminili sono inferiori a quelli maschili (tra il 10
e il 20%).

Negli ultimi decenni, e cambiato il modello di parte-
cipazione femminile al mercato del lavoro: le donne en-
trano in età più avanzata e si caratterizzano per aspi-
razioni e istruzione più elevate e per l’intenzione di non
smettere di lavorare in futuro. Ma le statistiche rileva-
no che, tra le madri, il 30% abbandonano il lavoro, metà
delle quali alla nascita del primo figlio, pur registran—
do la diminuzione del fenomeno nelle generazioni più
giovani.

Secondo l’indagine su “Uso del tempo”, oltre la metà del-
le interruzioni dell'attività lavorativa per la nascita di
un figlio non dipendono da una libera scelta da parte del-
le donne. Nel 2008—2009, circa 800 mila madri hanno di-
chiarato che nel corso della loro vita lavorativa sono sta-
te licenziate o sono state messe in condizione di doversi
dimettere in occasione o a seguito di una gravidanza. So—
prattutto al sud, tra le più giovani, e tra le lavoratrici con
più basso livello scolare.

di Cristina Melchiorri












Cara Olga, non solo banche private ma anche aziende pubbliche, come Fer-
rovie e Poste, stanno promuovendo questa staffetta padre- figlio, che è di-
scutibile per molti motivi. Intanto il genitore che va in pensione prima dei
termini di legge spesso rinuncia a una quota di pensione cui avrebbe diritto.
E poi, si infrangono nei fatti i principi di meritocrazia e pari opportunità nel
mercato del lavoro, che a parole si dice di voler rispettare, mostrando in-
vece ai giovani il perdurare di situazioni che privilegiano “Ie caste" e non
favoriscono la mobilità sociale. Susanna Camusso, Segretaria generale della
CGIL,chiamata a sottoscrivere accordi sindacali relativi alla successione ge-
nitori-figli, si È dichiarata contraria, sostenendo che “sanciscono la rottura
del principio di uguaglianza".

Tu però Olga non ti rassegnare! Rivolgiti ad un sindacato che sia un grado
di tutelare i diritti che sicuramente hai acquisito in questo periodo di lungo
precariato.
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