Numero 10 del 2016
Quelle che il potere. Donne ai vertici
Testi pagina 26
24 Ottobre 2016
resto dopo il 24 agosto le scosse, anche piuttosto forti,
continuano a sentirsi. Chissà per quanto ancora Lucia
e il marito dormiranno nella roulotte in un campo vicino
casa, senza acqua né bagno. “Dobbiamo prendere delle
decisioni e non è facile ricominciare a 51 anni. Venti anni
fa abbiamo fatto una scelta andando contro la mia fami-
glia, che proprio non capiva. Non è stato facile, ma era
quello che volevo… e adesso… mi sento umiliata e non
so se riusciremo a risollevarci. Presto arriverà la neve e
qui non verrà più nessuno, penso che ci dimenticheran-
no. E guardi che ne abbiamo passati di periodi difficili:
abbiamo perso una figlia, ne abbiamo adottati due. In-
somma siamo abituati a lottare, ma in questa situazione
non so….”. Il nuovo progetto di Lucia era un’area pic-
nic agricola destinata ai camper, la stava allestendo nel
prato dove ora c’è la roulotte in cui passa la notte (vedi
foto). In questa piccola frazione ai confini con l’Abruzzo,
tra le buone abitudini di Lucia c’era quella di fare una
passeggiata ad Amatrice, oppure arrivare fino a Rieti,
per scambiare due chiacchiere nella sede di Cia. “Ades-
so dove vado più…?” si domanda a voce alta, aprendo
mentalmente una finestra su quella che sarà la sua nuo-
va dimensione. Anche dei piccoli riti quotidiani.
(Contatti mail: valeriildl@hotmail.it)
L’AGRICOLTURA
ERA UNA SCOMMESSA,
ADESSO È UNA SFIDA
Claudia Di Cosmo, Sant’Angelo
(Frazione di Amatrice)
Trenta anni e un macigno sul cuore. Claudia è il simbolo di
una rinascita possibile, ma non scontata, che ha bisogno
di sostegni veri e di una progettualità concreta. L’azienda
Di Cosmo con Claudia è alla quarta generazione. Questa
bella ragazza e il suo compagno avevano scelto di rima-
nere ad Amatrice, investendo nell’azienda di famiglia e ri-
convertendola: mucche da carne invece che da latte, fare
il laboratorio di carne e differenziare gli allevamenti. L’altro
progetto era creare un parco avventura, ideale nel mare
di verde in cui sono immersi. “Qui immaginavamo il nostro
futuro, ma adesso la preoccupazione di non farcela è tanta,
perché sappiamo che dopo il terremoto ci attendono anni
di solitudine. L’ho visto dopo il sisma de L’Aquila: lavoravo
in un ristorante e per due anni il turismo è crollato. Se prima
l’agricoltura era una scommessa, adesso è proprio una sfi-
da”. Incontriamo Claudia, che ha perso nel sisma la nonna
novantenne, nella tendopoli della frazione Sant’Angelo e ci
spiega le sue preoccupazioni anche per il futuro più immi-
nente. “Ci dicono che entro settembre smantellano i campi
per fare posto alle nuove costruzioni e che ci daranno un
container, ma questa soluzione non va bene per chi deve
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