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Numero 10 del 2016

Quelle che il potere. Donne ai vertici


Foto: Quelle che il potere. Donne ai vertici
PAGINA 20

Testi pagina 20

18 Ottobre 2016
CON LUISA MORGANTINI IL PUNTO
DI OSSERVAZIONE SULLE DONNE
AI VERTICI È INTERNAZIONALE
E PARTE DALLA CONSIDERAZIONE
CHE IN TANTE ACCETTANO
I VALORI DEL CAPITALISMO
NON BASTA
UN CORPO
A FARE
LA DIFFERENZA
QUELLE CHE IL POTERE | 2
Luisa Morgantini è stata europarlamentare fi no al 2009 e poi ha continuato a seguire iniziative inter-nazionali. Come attivista dei diritti umani è sempre in
viaggio per fare politica e mantiene uno sguardo attento e
aperto sul mondo. Con lei parliamo delle donne oggi pre-
senti e infl uenti sulla scena mondiale.
In generale, come valuti l’operato e il modo di gestire il
potere delle tante donne ai vertici della politica e di altri
importanti organismi internazionali?
Non ho mai pensato che basti un corpo di donna per fare la
differenza. Senza dubbio vi sono
donne perfettamente aderenti ad
un sistema di potere che tiene
conto solo del gestire l’esistente,
donne che non hanno una visio-
ne di giustizia sociale, che non
lavorano sulle diseguaglianze e
che agiscono con cinismo. Poi ce
ne sono altre che tengono conto
delle relazioni umane e dei diritti
per tutti e tutte; sono tantissime,
quindi, le donne che amo e che
hanno fatto la differenza in Italia
e nel mondo nell’esercitare il po-
tere in varie forme e circostanze.
Nel mio ruolo di Presidente Commissione Sviluppo e Poi
Vice Presidente del Parlamento Europeo ho avuto modo
di rapportarmi e conoscere donne Presidenti come quella
della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, ministre in diversi go-
verni del mondo e che si richiamavano sia a idee di sinistra
sia di destra. Proprio in quegli anni, tra il 1999 e il 2009, le
guerre sono entrate con forza nelle nostre vite ed anche noi
donne ci siamo divise tra chi rifi utava la guerra e la violenza
(io ero una di queste) e chi invece la guerra la sosteneva.
Donne al potere in Europa e nel mondo furono convocate
dalla allora Commissaria Benito Ferraro-Waldner a Bruxel-
les per dichiarare al mondo la volontà delle donne di esse-
re per la pace. Vi era anche Condoleezza Rice ( prima don-
na afroamericana nel ruolo di Segretario di Stato Usa con
il presidente George W. Bush dal 1997 al 2001, ndr), una
donna impenetrabile anche fuori dall’uffi cialità e dai proto-
colli. Non ho potuto esimermi, anche facendo riferimento al
suo operato, dal far notare le nostre grandi diversità e che
non si lavora per la pace facendo la guerra.
Eppure i miei rapporti più signifi cativi a Bruxelles, a parte
alcune colleghe, sono state con due donne di potere: la pre-
sidente del Parlamento europeo Nicole Fontaine, che mi ha
voluta con sé in Palestina ma anche nella giungla colombia-
na per liberare Ingrid Betancourt (militante per i diritti umani,
è stata prigioniera della FARC per oltre 6 anni ed è stata libe-
rata nel 2008, ndr), e la commissaria Benita Ferraro-Waldner,
che mi ha affi dato responsabilità di osservazione elettorale
in Malawi ed Angola. Due donne di centrodestra, ma dotate
di grande sensibilità per il rispetto dei diritti umani; tutti si
sorprendevano che avessero rapporti con me e mi affi das-
sero compiti di responsabilità vista la mia appartenenza al
gruppo della Sinistra Europea. Ecco, a volte le donne san-
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