Numero 10 del 2014
Occhio alle (De)Generazioni
Testi pagina 19
17Ottobre 2014
SILVIA,
CITTADINA
DEL MONDO
SILVIA VACCARO hA 30 ANNI
È gIORNALISTA e ALLA RICeRCA
DI uN LAvORO STABILe. SICCOme
È DIffICLe TROvARLO, CONTINuA
A fARe fORmAzIONe. CON uNA
BORSA DI STuDIO ORA È A LONDRA
peR uN CORSO DI vIDeORepORTeR
OCCHIO ALLE (DE)GENERAZIONI | 3
Che rapporto hai con l’Italia? Ci stai bene o male?
Più che all’Italia come paese, io sono molto legata a Roma,
città che è diventata il mio centro di gravità permanente. D’altro
canto, spero di avere la possibilità di viaggiare molto e passare
all’estero, nei prossimi anni, periodi più o meno lunghi. Penso
sia molto importante mettersi sulla strada, conoscere, scoprire,
e il giornalismo consente, anzi direi necessita, di fonti di ispira-
zione. Sono consapevole che l’Italia sia un paese degradato,
dove la cultura è l’ultimo dei pensieri…. il che è assurdo perché
viviamo immersi dentro arte e bellezza. Sono comunque certa
che ci sia sempre qualcosa che possiamo fare come individui
e come collettività, in qualsiasi contesto, anche se problema-
tico. E credo nella contaminazione. Penso agli immigrati che
scansiamo ogni giorno persino con lo sguardo. In altri paesi,
pur non trattandosi di società perfette, hanno capito da tempo
il valore del “meticciato”. Sono dunque convinta che loro sia-
no una grande risorsa per questo paese agonizzante e che
quando lo capiremo, le cose cambieranno in meglio. E poi mi
piacerebbe vivere in un paese che non si lagna per i cervelli in
fuga ma che diventa meta ambita da giovani di tutto il mondo.
ABBIAMO CHIESTO A DUE GIOVANI AMICHE DI NOIDONNE DI PARLARCI DEL LORO ESSERE
DONNE, OGGI. DI COME GUARDANO L’ITALIA, GLI ADULTI E LE/I GIOVANI. DEL FEMMINILE
CHE SI È AFFERMATO O CHE VORREBBERO VEDERE. SOPRATTUTTO DA PARTE DI CHI È IN
POSIZIONI DI POTERE. ECCO LE LORO AUTOINTERVISTE ALLO SPECCHIO.
Che rapporto hai con le ge-
nerazioni più grandi?
Non mi piace generaliz-
zare quando si tratta di
persone perché ho im-
parato che gli individui
hanno sempre la capacità
di sorprenderci nel bene o
nel male, di qualsiasi età si-
ano. Fatta questa premessa,
ho tratto moltissima ispirazione
rileggendo le storie delle partigia-
ne. In un momento in cui la guerra
seminava solo orrore, il senso della vita e
la volontà di rinascita erano incontenibili. Ho trovato certe rifles-
sioni validissime se applicate al nostro presente. La generazio-
ne dei miei genitori, nata dopo la guerra, è quella che sembra
avere la colpa di tutto ma che di fatto continua economica-
mente a occuparsi di figli e genitori anziani. È vero anche che
alcuni sono attaccati alle poltrone, veri bulimici di potere. Per
quanto riguarda la mia, di generazione, quella dei cosiddetti
millennials, ne vedo tanti che si arrabattano, tanti in gamba che
sono fuggiti, alcuni contenti qui a far quello che piace anche
vivendo con poco, tanti intorpiditi dalla scoperta che niente di
quello che sognavano si avvererà. Io credo dobbiamo sinto-
nizzarci tutti più sul come, sul trovare modi diversi, rispetto al
passato, di fare quello che vogliamo e in cui crediamo.
Cosa pensi dei e delle giovani al Governo e in Parlamento?
Non ho pregiudizi positivi o negativi. Direi che non mi dispiace
vedere volti giovani in politica. Ci fa assomigliare agli altri paesi
del mondo, tutto sommato mi sembra un allineamento in positi-
vo. Però che visione portano? Sono eredi diretti di quella gene-
razione di politici che non ha nessuna intenzione di scomparire
e che non ha estirpato nessuno dei tanti mali italici (corruzione,
segreti sulle stragi di stato, infrastrutture, disoccupazione, con-
flitto di interessi, e potrei continuare fino a domani)? O sono
diversi? Dunque va bene che ci siano più giovani, lavorato-
ri, donne. Però è importante la visione che hanno, quello che
di innovativo portano. Finora l’Italia non ha cambiato verso, in
nessun senso.
4segue a pagina 18