Numero 10 del 2014
Occhio alle (De)Generazioni
Testi pagina 18
16 Ottobre 2014
MARTA,
IDEALISTA
E PREOCCUPATA
MARTA MARIANI hA 26 ANNI
e vORReBBe fARe LA gIORNALISTA,
mA fORSe ANChe LA RICeRCATRICe.
e INTANTO, A ChIAmATA, fA LA
SuppLeNTe ALLe SCuOLe meDIe
Che rapporto hai con l’Italia? Ci stai bene o male?
Bella domanda. L’Italia per me è croce e delizia. Sono una per-
sona nostalgica e anacronistica, lo confesso, e la penso un po’
come quei personaggi forse un po’ patetici che rimpiangono
l’epoca d’oro, amano l’Italia, la sua cultura, e si lamentano di
quanto questo paese sia caduto in basso.
Dentro di me, se vado a scavare, trovo un amore tradito per
l’Italia: una sorta di amarezza e di disillusione. L’Italia, per me,
è come una seggiolina scomoda che dà su un belvedere. Ti ci
vorresti sedere per assaporare il paesaggio, ma non reggi per
più di cinque minuti. Insomma, l’Italia è una gran bella frustra-
zione. Quindi, ci sto bene e male, alternativamente. Forse come
tutti i precari che vedono lampi di luce nel temporale.
Che rapporto hai con le generazioni più grandi?
Verso le generazioni più grandi provo un misto di umiltà, ri-
spetto, scetticismo e rancore. Lo so, sono tante emozioni tutte
insieme. Però, ecco, guardo alle persone più grandi (perlopiù
quelle nate nei primi vent’anni del secondo dopoguerra), a
questi lavoratori, a questi padri di famiglia, a queste madri più
o meno emancipate, e mi chiedo molto onestamente a cosa
hanno creduto.
A volte mi sembrano oscillare: dalle certezze incrollabili (una
religiosità media alquanto obsoleta) ai dubbi esistenziali (evi-
dentemente, la più grave crisi economica dopo il ‘29 li ottene-
bra). Li sento parlare di un vuoto di valori, alcuni, o li sento fare
promesse un po’ disperate; altre
volte li sento nel pieno di un
esame di coscienza. Pro-
vo gratitudine e profonda
stima per tutti quelli che
si sono messi in gioco,
che hanno cercato di
vivere da protagonisti
il loro tempo. Pazienza
se poi hanno sbagliato.
Il rancore, invece, è una
cosuccia antica. Mi di-
spiace, per esempio, che
abbiamo ereditato un mondo
asmatico, che boccheggia per
l’inquinamento. Questo è senza om-
bra di dubbio il problema di cui dovremo occu- parci noi,
noi delle nuove generazioni, in modo prioritario. Perché l’inqui-
namento non è solo un problema dei fricchettoni.
Cosa pensi dei e delle giovani al Governo e in Parlamento?
Sono un’idealista (o forse sono solo giovane!), e i giovani al Go-
verno mi danno fiducia e speranza. Allo stesso tempo, però, mi
sembra che questo momento storico sia particolarmente gra-
ve. E quindi provo un po’ di timore se penso che un errore per
ignoranza o inesperienza può costare altri ritardi sulla tabella
di marcia di un paese che deve rialzarsi. Comunque è un mo-
mento in cui si deve avere fiducia e coraggio: del resto anche
a me piace osare. Secondo me, un po’ si osa quando si vive
davvero.
…E delle tante giovani donne in cariche pubbliche?
Credo che le donne cambieranno questo mondo in meglio. Ho
una fiducia cieca nel femminile; nel modo che le donne hanno
di responsabilizzarsi. Penso che le donne siano attualmente
in grado di svecchiare un modo di pensare “patriarcale”, che
ha portato a questo collasso capitalistico. Faccio un esempio:
quando era la Belle Époque, un positivista pensò di forzare l’a-
gricoltura con l’uso di fertilizzanti chimici. Fu un’idea che il con-
testo politico di allora celebrò come geniale. Invece era di una
miopia incredibile. Penso - non so se sbaglio - che una donna
non avrebbe mai commesso un errore del genere. Avrebbe in-
OCCHIO ALLE (DE)GENERAZIONI | 2
ABBIAMO CHIESTO A DUE GIOVANI AMICHE DI NOIDONNE DI PARLARCI DEL LORO ESSERE
DONNE, OGGI. DI COME GUARDANO L’ITALIA, GLI ADULTI E LE/I GIOVANI. DEL FEMMINILE
CHE SI È AFFERMATO O CHE VORREBBERO VEDERE. SOPRATTUTTO DA PARTE DI CHI È IN
POSIZIONI DI POTERE. ECCO LE LORO AUTOINTERVISTE ALLO SPECCHIO.
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