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Numero 12 del 2016

CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'


Foto: CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
PAGINA 16

Testi pagina 16

da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
Copertina con Gina,
n.10, marzo 1955
Copertina con Sophia,
n. 3, gennaio 1959
Copertina con Audrey,
n. 18, marzo1957
l’infelicità la loro emancipazione” e già allora erano
presenti tanti temi che ancora oggi non trovano una
soluzione. Noi Donne interpella le sue lettrici ogni
settimana, chiedendo loro di inviare lettere e parte-
cipare per raccontare la propria esperienza lavora-
tiva e molte sono le donne che soffrono ad esempio
la prigionia del lavoro a domicilio che isola le donne
facendole sentire delle lavoratrici a metà nonostan-
te tutte le incombenze. Senza dimenticare le lotte
per la pensione alle casalinghe. “Anche in casa è
entrata la rivoluzione!” si scrive sul giornale: tredici
milioni di donne unite perché si discutesse in Parla-
mento una legge sull’indennità per la categoria. Si
parla ancora di infanzia, ma i volti emaciati dei bam-
bini dell’immediato dopoguerra cedono il passo ad
inchieste sulla letteratura per ragazzi (a partire da
quella americana giudicata troppo violenta) o sulle
condizioni pessime di alcune scuole o sul diritto a
non passare l’infanzia in carcere come nel caso dei
fi gli delle Mantellate, carcere giudiziario femminile
di Roma. Di maternità si parla moltissimo non solo
perché la scienza va avanti e cominciano le prime
operazioni fatte anche su bimbi piccolissimi, ma an-
che perché la libera scelta delle donne a concepire e
portare avanti la gravidanza comincia ad essere un
tema. Fece infatti scalpore il titolo dell’inchiesta di
Giuliana dal Pozzo “Quando li vogliamo quanti ne
vogliamo”, nel 1956, perché di fatto Noi Donne an-
ticipa e si pone come interlocutore di rilievo in un
dibattito che era appena incominciato sulla possi-
bilità di pianifi care le nascite e di parlare di diritto
all’aborto. E di quegli anni sono anche le inchieste
contro l’ONMI, Opera nazionale maternità e infan-
zia, ente assistenziale italiano fondato nel 1925 allo
scopo di proteggere e tutelare madri e bambini in
diffi coltà, accusato di non essere un servizio all’al-
tezza delle reali esigenze di donne e bambini, perché
gestito male economicamente e secondo dettami
profondamente sessisti e ancora di stampo fascista.
Non mancano gli uomini, interpellati in vari artico-
li sulla condizione delle donne e sull’avanzamento
dell’emancipazione femminile.
È sempre di Giuliana Dal Pozzo la bellissima inchie-
sta del 1959 “L’uomo del secolo”, redatta con un oc-
chio attento e straordinariamente moderno. “Sono
due i modi con cui un giornale femminile guarda
l’uomo: o come idolo o come nemico. Ci pare che
tutti e due gli angoli visuali siano sbagliati, perché
egli è un essere umano in una società ostile che oggi
lo opprime così come opprime la donna. All’errore
dell’uomo-idolo e dell’uomo-nemico vogliamo so-
stituire la certezza dell’uomo-alleato nella grande
battaglia che oggi ci impegna: quella per l’emancipa-
zione della donna.” u
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