Numero 7 del 2011
Andamento lento
Testi pagina 15
stina Mazzoccoli, appena maggiorenne, liceale ad Anzio, si è but-
tata in questa esperienza con tutta se stessa usando “la fanta-
sia e l’emotività proprie delle donneâ€. E con l’impegno di que-
sto popolo del quorum il risultato atteso è arrivato. La politi—
ca adesso deve fare la sua parte e ascoltare con orecchio teso
le istanze dei cittadini, che vogliono e devono essere parte at-
tiva delle decisioni strategiche per il paese. Lucia Ciarmoli, di
O
1 E di Catia lori
Roma, legata a LiberaCitta—
dinanza, si augura che “la si-
nistra sia capace di battersi
per le battaglie del pianeta,
che riporti il mercato entro
limiti accettabili. Dobbia-
mo fare pressione — aggiun—
ge — per una politica ener-
getica sulle rinnovabili e per
la legge popolare sulla ge-
stione dell’acqua. Questa
vittoria è solo un punto di
partenzaâ€. La politica deve
ripartire da questo dato for-
te, riconsiderando il lega-
me tra natura e vita umana, proprio della concezione matriar—
cale e femminile della vita. “La terra è donna, ed è stata per trop-
po tempo abusataâ€, mi ha detto Emilia, e solo un maggiore ri-
spetto e senso di giustizia possono far cessare questo affronto.
“Questa vittoria è una buona occasione per rieducarci — con-
clude Edi - ad una vita più sana e meno illuminata, per risco-
prire le lucciole e continuare a poter bere dalle fontaneâ€. I
LA TRAPPOLA DEL DENARO
in un’epoca cupa, dura, incattivita dalla
cassa integrazione e dal precariato gio-
vanile. La maleducazione e la mancanza di re-
gole sembrano diventate l'unica legge di
sopravvivenza ammesse. La scuola fa acqua da
tutte le parti e l'informazione deve sfuggire al
bavaglio di folli imposizioni. Insomma ce n'è
abbastanza per uscirne con le ossa rotte. Oc-
corre che noi donne si faccia uno sforzo per
uscire dall'ansia da incompetenza. Mi riferisco
alla cultura economica e finanziaria.
Pensateci un attimo.
L'economia applicata alla vita quotidiana che
pure domina le nostre esistenze piegandole
spesso a strani compromessi, non è materia di
scuola e stranamente pare non suscitare, nep-
pure da grandi, troppo interesse.
Come dire, si fatica a trovare lavoro, ci si
spezza per farsi retribuire il giusto e poi non
si tesaurizza. O non ci si dà premura di occu-
parsene il tempo dovuto.
Tempi di crisi. E di budget risicati. Viviamo
Smettiamola di temere la povertà e la dipen-
denza finanziaria, cerchiamo di assumerci ri-
schi calcolati e impariamo l’abc del risparmio
gestito.
Investite i vostri guadagni facendo la fatica di
capire dove e come si mettono, quanto p0-
tranno rendere e in quali tempi.
Cerchiamo di spendere meno per cose nettamente
compensatorie (le solite scarpe o le bigiotterie o
i rossetti) e concediamoci di investire sulla nostra
salute e sul nostro benessere emotivo (meglio una
settimana alle terme che un abito nuovo). Spes-
so rinunciamo a capire l'impatto dell'inflazione sul-
le nostre vite perché pensiamo che non ci riguardi
e finiamo per avere una sorta di timore reveren-
ziale nei rapporti con la banca di cui si finisce suc-
cubi. Ho visto donne a capo di imprese, attività ar-
tigianali 0 commerciali farsi infinocchiare da
miseri funzionari di banca a cui non era stato in-
segnato neppure l'abc dell’ortografia, figuriamoci
i trend di crescita di piani di accumulo. Nulla può
giustificare la nostra ignoranza: per prima cosa
teniamoci informate e cominciate a tenere sot-
to controllo il costo dei servizi bancari, perché è
facile che vi si appioppino spese ingiustificate ap-
profittando di tassi di interessi, detrazioni e de-
duzioni che neppure vi sanno spiegare. Cerchia-
mo fonti di informazione indipendente e guar-
diamoci dai consigli interessati di zelanti impie-
gati di banca che raramente fanno i nostri inte-
ressi.
Quando qualcuno guadagna c'è sempre qual-
cuno che perde e secondo voi tra i due chi ci ri-
mette? E poi ricordiamoci che tutto si può
contrattare: non ci sono spese fisse e obbliga-
torie ma spesso la negoziazione è permessa ai
clienti più ricchi e influenti. Ma ogni cliente è
prezioso per la banca e dunque facciamoci va-
lere...altrimenti , date retta a me, lasciate il
vecchio per i| nuovo.
noidonne | luglio—agosto | 2011
@a
D
VlIlVflllV
13