Numero 10 del 2016
Quelle che il potere. Donne ai vertici
Testi pagina 13
11Ottobre 2016
degli esseri umani: in Italia è previsto un incontro alla Ca-
mera del Deputati promosso dalla Rete degli uomini contro
la tratta, la prostituzione, le violenze sulle donne che da
molti anni è impegnata anche per la memoria delle vittime.
Primadellaviolenza intende anticipare la partecipazione
maschile alla giornata internazionale del 25 novembre, an-
che per evitare il rischio di facili adesioni rituali: vogliamo
cercare insieme i modi di agire un vero cambiamento,
per prevenire e riconoscere in tempo la violenza.
Sabato 26 novembre diverse associazioni di donne hanno
indetto una manifestazione nazionale contro la violenza:
sarà un nuovo appuntamento che dovrebbe chiamare in
causa, con noi, tutti gli uomini.
Non si tratta di ergersi a “difensori delle donne”, o di atti-
varsi solo per sensi di colpa o senso del dovere, ma di in-
terrogarci sui nostri desideri, sulla capacità di riconoscere
la nuova autonomia e la nuova libertà delle donne, che può
essere un’occasione di cambiamento positivo anche delle
nostre vite.
L’obiettivo di Primadellaviolenza è coinvolgere il mon-
do della scuola, dell’informazione, della cultura, della
politica e dell’associazionismo, e tanti singoli uomini.
Che cosa facciamo, ognuno nel proprio contesto relaziona-
le e lavorativo, nell’ impegno politico e culturale, per con-
tribuire ad una maggiore consapevolezza, nostra e di tanti
ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati, confusi?
Per reagire agli stereotipi “machisti” che sono alla base
della misoginia, così come anche dell’omofobia e del rifiuto
di ogni diversità etnica e culturale.
Queste iniziative sono promosse da gruppi, reti e associa-
zioni di uomini, o di uomini e donne, diverse tra loro ma im-
pegnate insieme contro la violenza: da “Maschile Plurale”
a “Mondita associazione interetnica italiana”, dal “Progetto
Ragazze di Benin City” a “Livorno Uomini Insieme - LUI”, a
tante altre realtà locali.
L’immagine delle maschere che sta accompagnando
Primadellaviolenza allude al desiderio di liberarci dai
ruoli precostituiti che tanto spesso ingabbiano e travi-
sano la nostra affettività e identità.
Inventare e raccogliere in rete, da qui agli appuntamenti di
ottobre, altre immagini (foto, disegni, riproduzioni) capaci
di approfondire e sviluppare questo tema può essere un
modo di animare lo scambio e la discussione, che sui so-
cial sta già crescendo. b
Informazioni, adesioni, suggerimenti, critiche,
contributi, saranno benvenuti.
Facebook: www.facebook.com/primadellaviolenza
Mail: primadellaviolenza@gmail.com
Chi governa ritiene sia suo dovere e competenza diffon-dere messaggi mass-mediali sui corretti stili di vita, non tenendo conto che le condizioni sociali in senso lato
sono determinanti degli stessi. Non modificando il contesto, il
messaggio inevitabilmente si prospetta paternalistico, ideolo-
gicamente orientato, biasimante le vittime e totalmente inutile
e, in quanto inutile, sostanzialmente dannoso.
Le campagne mass-mediali possono avere senso, se ben im-
postate e ben condotte, solo nel caso in cui sono operative
strategie di intervento di promozione della salute, secondo le
indicazioni e le finalità prospettate dalla Carta di Ottawa del
1986 e compiutamente espresse nel Progetto Obiettivo Mater-
no Infantile (POMI) varato nel 2000: quali obiettivi misurabili,
quali sistemi di valutazione, quale popolazione bersaglio da
raggiungere ed esporre alle attività di promozione della sa-
lute, quali servizi e con quali interazioni e integrazioni, quali
attività, con quali risultati.
Sul tema della infertilità, quanto è stato promosso dal mini-
stero della salute è risultato esemplarmente errato. Le criti-
che hanno riguardato i presupposti ideologici, assunzioni non
verificate nella realtà ma desunte, chissà come, da contesti
estremamente limitati e non rappresentativi, qualità comuni-
cativa verbale ed iconografica odiosamente colpevolizzante.
La promozione della salute ha come obiettivo l’aumento della
capacità di controllo autonomo del proprio stato di salute e
si realizza a partire dall’applicazione dell’arte socratica della
maieutica (dovrebbe essere ben nota alla ministra con diplo-
ma del liceo classico) per favorire la riflessione sui vissuti, sui
convincimenti che radicano nella memoria storica della co-
munità di appartenenza, per la crescita della consapevolez-
za nelle scelte di vita, alla luce delle conoscenze scientifiche
disponibili, così da poter scegliere tra le alternative in gioco
quelle che più sono coerenti con la propria visione del mondo
maturata nel processo. Rimanendo inteso che il peso da dare
ai rischi e alle opportunità delle alternative in gioco è com-
petenza della persona e di nessun altro (questo è il rispetto
dell’autodeterminazione).
Impostare una valida strategia operativa e una campagna di
comunicazione mass-mediale di supporto presuppone una
conoscenza scientificamente acquisita con indagini di po-
polazione rappresentative e condotte con rigoroso metodo
scientifico delle conoscenze, delle attitudini e dei comporta-
menti, a partire da chi i figli li fa. Sul tema dell’infertilità, che
è un aspetto limitato della salute riproduttiva, è impensabi-
le che si possa fare alcunché di significativo se non si parte
dalla realizzazione di programmi di offerta attiva di incontri
di educazione sessuale nelle scuole (vedi il POMI), come è
altrettanto indispensabile sul tema della denatalità modificare
radicalmente le caratteristiche follemente medicalizzate del
percorso nascita, procedendo verso il sempre maggiore ri-
spetto della fisiologia e, quindi, della competenza delle donne
e delle persone che nascono.
Il soddisfacimento completo del desiderio di fecondità delle
donne dipende dalle condizioni e qualità dei servizi e dalla
qualità del percorso nascita. Questa è la competenza dei po-
teri esecutivi centrali e locali.
INFERTILITÀ, DENATALITÀ.
DI COSA PARLIAMO?
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