Numero 1 del 1945
Le donne italiane hanno diritto al voto
Testi pagina 10
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N01 DONNE
el suo stretto lettuccio, i1 suo lelro Ila
ragazza, quasi monacalz, Anna era sveglia.
Non aveva ancora aperlo gli occhi, ma 54a i
penaieri si allollavano dietro la giovane iron-
te precocemente rugata. Un nuovo giorno
nasce! Michele diceva spesso e con tanto vi.
tali la matttina: «Che gioia! ricominciare
a vivere! a. Egli amava tanto la vita. E non
vive più. Da quatro anni, Anna'e vedova.
Vedova! Parola disperata che lascia dietro
a se come un odore di crespo o di Cimile‘o.
Ma_il giovane, pieno di Vita ha lasciaio die-
tro a se un piccolo essere. Kosa Maria, la
piccola Kosa Maria, che egli non ha conosciu-
lo e che gli somiglia lanlo.
Anna ai solleva, preme il holtone della
luce e guarda la ï¬glia di Micheie. j riccioii
sparsi sul guanciale. il corpioino che solleva
la coperta rosa. Si sente un lieve aospiro. poi
la vocina dice: a Mamma u, nel sonno.
Intanto la casa si sveglia. Ecco lo scricchio.
lìo della porta di Manuna, sempre alzaia per'
prima; va a svegliare le sorelle ai Anna: Gin.
vanna, Maria e Gabriella: «Anni. bimbe,
è l‘ora... Pronto, cui'a_ sarai ancora in ritardo.
0h, che poliroua n. bi sente sbadigiiarc, br
tolare, ridere: «Ho tauro, tanio sonno... An.
con cinque minuti n. Eppoi la casa si an ni
1:? tanto gaia la casa con lre ragazze. A
zi quattro, poiché c'e Anna e cinqug porche
c'è Rosa Maria. Ma quesie uiiinie lor-
mano come una specie di reparto speciaie.
Mamma non en_lra in camera per svegliarle;
ease non uniscono il loro andiriv eni a quello
delle altre. Qualche cosa si è inlromesso, se»
parando misterosaniente Anna dalle sorelle.
Anna è una donna, una madre, una vedova.
Le altre non hanno conosciuto il dono di se
stesse e la suprema rinuncia. 14 altre sono
nuove, dinanzi a loro l'avvenire si apre pic-
no di speranze.
Anna si aiza, prende la doccia, si pettina.
uno sguardo allo specchio. Non si vede che ha
dormiio male. lJn bac.no sulla seta bionda
della Iesiina addoi‘nieniala ed Anna raggiun-
ge i suoi per la colazione.
le ragazze, dopo aver mangiato un boci'fl-
no di pane scappano a scuola e al lavoro e
quando escono sembra che sparisca il sole.
Allora Anna dichiara,
— Anch’io. voglio l’are come loro, Ripren-
derò servizio come infermiera g acchè ho ron-
seguito il diploma sei anni la. Cosa ne pen-
sate':
—- E la bimba? chicdc la nonna già in
pensiero.
— Ho pensato che Nannina se ne occu-
potrabhe volentieri mentre lu sei lnori. .l ver-
E LA VITA TORNA A SORRIDERE
l
livella di BERTI!!! BERNAlil-i
chi e i bimbi sianno bene assieme. Eppoi.
ri assicuro. non posso più star—così senza
far niente. Mi sï¬bbra.
I genitori intuiscono il dolore della gio-
vane.
— Ti capisco. dice nnalmente il padre.
Povera piccola! '
Ma Anna non vuole commuoversi: (( Vado
a parlare con Nannina n.
La vecchia Nannina che le ha allevate tuiie
e quattro regna in cucina. L’anima è rima-
sta giovane nel vecchio corpo stanco. Un ror-
riso di gioia illumina il volto rugato.’
— Davvero? Me la afï¬di? A me? 0b! la
curerà bene, sai, a sua n ï¬glia n. E perchè ha
detto « sua» figlia Anna piange.
Anna è tuti. presa dal suo lavoro che la
assorbe completamente. Si sente rinascere, i
suoi nervi tesi si distendono.
Quanii attendono in questa Francia inarv
toriata! La linfa aspeti- un cenno per far
nascere i germogli. Quando verrà la prima-
vera della Francia? Verri, senza dubbio. Per-
chè la gente dubita? Babbo ascolta tutte l:-
radio eppoi si scoraggia. Mamma non pensa
che alle lile, al mangiare. Le sorelle! ognuna
è assorta nel sno lavoro, nelle sue occupa-
zioni. Ma non sentono dunque il grande lre-
mllo contenuto, il respiro ansioso di questo
grande popolo che vuol. liberarsi?
Talvolta esse si riuniscono, chiacchierano,
ridono. 0h! nulla di mule. tra compagni. Ma
questi giovani. queste ragazze non portano
dunque nel loro animo, nella loro carne, il
marchio rovente del dolore. della rinuncia?
anche Mario si diverte. Mario che viene co-
si speso a casa. Forse per Giovanna . Era
cosi simpatico un tempo, così allivo nelle
squadre giovanili. Si diverte! E Michele è
inortol
Una domenica. Anna andò ad un concerto.
Occhi chiusi. la giovane sprolondò in quel
mondo misterioso, diverso da tulti gli altri.
dove l‘anima ritrova se stessa. Le parole acrit-
le o parlate non dicono mai luuo. La musil‘l
si. La musica fece sentire ad Anna le voci
del passato, dolci e tragiche. le vari del pre-
sente, incerte. E le voci di un avvenire che
si avvic nava alla Francia dal cuore palpilan-
te, Voci iniraducibili. Ma lutto il pubblico
capiva.
Quando la giovane usci. il cielo di marzo
aveva delle ln-ite appassionaie. smmaanentc
in armonia con la musica, Già la primavera?
Si, la primavera 1944. Forse preludio di ba!»
taglie gigantesche? 0b! qua-rido ritorneranno
le dolci primavere felici? Si fermò. senza
pensare cha nllirava lo .guardu, alla e snella.
i begli occhi ï¬ssi Il cielo. bna mano Ioccù
il suo braccio.
7 0h Mario! Eri anche tu al concerto?
Ma non sei andato a leEl’lll’ll oggi?
ll vlso del ragazzo si irrigidi.
— l‘on sono' dunque buono ad aliro'! A".
na, come mi giudichi?
ciila ai ricordo Michele, iniero e lranco.
e r-spose un po' ironica.
... Uh sei diventaio cosi superï¬ciale.
li giovane apri le labbra, le richiuse, ma-
slIi'o e riniasuco delle pa-role (‘he non “36|.
lll a prendere qualche cosa.
——- be vuoi.
Mentre andavano sotto il cielo ardente, par-
larono‘di nllulclï¬ Michele non amava la mu-
sica; Mario invece la sentiva profondamente.
ilrcdendo di largli piacere, Anna cito un giu-
dizo di Giovanna. ll viso del giovane rl
UM‘ul'O. .
7— Dammi il luo giudizio piulloslo, l’erchè
parli di Giovanna?
— Pei-une e mollo inlellizenh'. E che zinv
dale (l accordo...
— Si, cosi. Ma...
-\el piccolo callè, l'orcheslriiia suonava
un’aria snervanle per rulla quella gente che
luinava, beveva, senza sentirsr libera. A che
cosa pensava tutta quella genie': A niente:
U a grandi 0010?.
Mario disse lenlamcnte..
— Giovanna... Giovanna.., E' una cara colli.
pagna. Ma...
—- Dunque c‘è un «ma»... Il
chiama l'orso Maria?
Egli la guardò. Anna non sapeva che il suo
sguardo potesse essere cosi profondo.
— Giovanna... Mana... h perché no Ca-
bnelia'.’
— Perché nessuno può essere degno della
piccola Gabriella...
Un silenzio pesante.
h— Anna... E. di le, si può operare essere
degni? ' ‘
— Sei malto... Ho giù conosciuto il mio
destino.
— bcusami, hon le lo dirò più. Ma se un
giorno, tu non potessi più vivere sola, penail
che v. e un uomo che darebbe lullo ciò
rhe ha. tutto ciò che è. lutto ciò che può
diventare alla moglie ed alla ï¬glia di Mmhele.
Non e moito. Ma ricordati ciò che ti dico
con povere parole, in una dolce serata in
cui i boschi di Francia già adorano di viole.
Anna rise tristemente; uRomaniico... sen-
limenlale... Lo viole Come pensare alla
primavera quesl'anno'.’
— La primavera. Anna. si prepara m mil-
le modi,'sai'.’
>7 E‘ vero. Ci sono dei giovani meravi-
gliosi che lavorano per questo,
— E In pensi: u Lui, si diverlel) 0h! re
tu sapessi.
— Se io sapessi... che con?
Egli ingoio le parole pronle ad uscire.
— Niente. Non ne parliamo più. Se l'urrhe-
all'l la smettesse almeno.
ù Credevo che ti piacesse la musica.
— Si ma non questa. Del resto. ecco"!
un‘altra.
La noia lugubre di una sirena risuonò su
Parigi. Uscirono nella notte nera, piena dl
insidie. Ma l'aria sapeva di primavera.
Quanti mesi, mesi lunghi, in cui Parigi
si avviclnò alla liberazione. Finalmente cc-
cola. La città al suon del cannone attende li
sua liberazione completa.
a Ho visto tre guerre, ripete Nanninl. lâ€
guerre. Son troppe per una sola vita.
Rosa Maria stretta tra le ginocchia ml"
e il vecchio cuore domanda: —— Ci non dfln'
qne sempre delle guerra?
(i ma n si