Numero 12 del 2016
CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
Testi pagina 10
e lo combattono a viso aperto allo stesso modo. La guerra conti-
nua ma Noi Donne resiste e nel luglio del 1944 a Napoli, dietro
l’impulso di Nadia Spano e sotto la direzione di Vittoria Giunti,
esce il primo numero uffi ciale che costa 4 lire e che viene stam-
pato in 18mila copie. Di lì a qualche mese il giornale si sposterà a
Roma, dove rimarrà per i successivi settanta anni.
La situazione politica dell’Italia è in perenne movimento e così anche il giornale: cambiano la carta, il colore, i carat-teri, il formato, la periodicità. Tanta è la voglia di stampare che lo si fa di notte quando arriva la corrente elettrica, oc-
cupandosi di tutto, dall’impaginazione agli articoli. Non sono gior-
naliste le prime fi rme di Noi donne, ma pur ignorando cosa sia un
menabò e dovendo superare enormi diffi coltà economiche, sono
sempre pronte a raggranellare il minimo necessario per riuscire a
stampare e diffondere più copie possibile affi nché tutte le donne
si sentano ugualmente protagoniste in quei giorni cruciali. L’edi-
toriale dell’epoca, intitolato “Il nostro compito”, richiama le donne
ad agire e a farsi carico dei problemi dell’Italia. “È proprio perché
il popolo italiano, e le donne in particolare, non si sono interessate
suffi cientemente di politica che il governo dell’Italia è caduto nelle
mani di una banda di avventurieri e di profi ttatori con Mussolini
alla testa”, si legge sul giornale. Le donne sono decise a prendere
parola e di lì a poco le militanti dei GDD danno vita all’UDI, l’U-
nione Donne Italiane, a cui il giornale resterà fortemente legato
per molti anni. I circoli UDI, nati su tutto il territorio nazionale, si
riuniscono per la prima volta a Roma per il 1° Consiglio Nazionale
il 13-14 gennaio del 1946. Guardano dentro i loro animi e ai loro
desideri, ma i loro interessi corrono anche oltre i confi ni nazionali.
Fin dai primi numeri le donne degli altri paesi vengono raccontate
con estrema attenzione, a partire da quelle sovietiche per arrivare
ai paesi del “Sud del mondo”. Le donne italiane chiedono a gran
voce la pace (minacciata dal Patto Atlantico), la lotta all’analfabe-
tismo femminile, l’organizzazione sindacale per ottenere migliori
condizioni di lavoro nelle fabbriche e nei campi, la tutela della ma-
ternità delle lavoratrici. Una prima grande vittoria sono le undici
donne dell’UDI elette nella Costituente: Adele Bei, Lina Merlin,
Rita Montagnana, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Ros-
si, Olga Monsai, Teresa Noce, Nilde Iotti, Nadia Spano, Angiola
Minella, Teresa Mattei (venticinquenne, la più giovane “deputa-
tessa” italiana). A loro è affi data la battaglia per l’approvazione di
una Costituzione che affermi la parità giuridica in ogni campo e
il diritto al lavoro e all’accesso a tutte le professioni e le carriere.
A SERVIZIO
DELL’INFANZIA
Una bellissima storia di solidarietà
avviene nell’Italia dell’immediato
dopo guerra e Noi Donne la
racconta sin dai primi numeri.
Migliaia di bambini del Sud
Italia, orfani di caduti in guerra,
fi gli di reduci e di famiglie
poverissime che non possono
mantenerli, vengono affi dati
temporaneamente a famiglie del
Centro-Nord. Le donne dell’UDI
erano in testa alla macchina
organizzativa che coordinava
i movimenti dei piccoli,
accompagnandoli ai treni in
partenza, andando ad accoglierli
e tenendo i contatti tra le famiglie.
Una gigantesca operazione
di solidarietà che ha destato
l’interesse del regista Alessandro
Piva, che ha raccontato questa
storia nel documentario “Pasta
Nera”, in cui compare anche
Miriam Mafai, per anni dirigente
del Partito Comunista, nonché
indimenticabile giornalista e
Direttora di Noi Donne dal 1964
al 1969.
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