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Numero 10 del 2014

Occhio alle (De)Generazioni


Foto: Occhio alle (De)Generazioni
PAGINA 33

Testi pagina 33

31Ottobre 2014
PO
LO
NI
A
denunciare che la pratica omoses-
suale è qualcosa di profondamen-
te disordinato, e che il matrimonio
tra un uomo e una donna non può
essere socialmente equiparato a
un legame omosessuale.
Immediata è stata la risposta di co-
loro che non condividono tali idee.
Krzysztof Makowski, membro del
partito di recente formazione “Twój
Ruch”, ha affermato che “non esi-
ste una cosa come l’ideologia di
genere, poiché il ‘gender’ è lo studio scientifico delle relazioni
tra uomo e donna. Attribuire carattere ideologico a ricerche
che sono empiricamente fondate, è fuorviante. La chiesa si
sta inventando ancora una volta un nemico, proprio come
aveva fatto in passato con le streghe e con le persone che
credevano che la terra fosse rotonda”.
Alla fine del 2013, in una scuola materna di Rybnik (città del
voivodato della Slesia), alcuni genitori si sono lamentati, poi-
ché un bambino ha detto al padre che anche gli uomini pos-
sono indossare le gonne. Ciò ha scatenato l’ira delle famiglie
dei bambini che frequentano la scuola. È stato persino coin-
volto un professore di diritto dell’Università di Varsavia, il qua-
le ha denunciato che “veicolare messaggi educativi di quel
genere non può che provocare nella prima infanzia gravi per-
turbazioni dell’identità sino a causarne la disintegrazione”. In
realtà - come ha testimoniato la direttrice della scuola mater-
na, Joanna Cichocka, - sono stati semplicemente mostrati ai
bambini dei libretti in cui vi erano immagini con orsacchiotti
che indossavano alcuni tipici costu-
mi tradizionali: abiti arabi (kandoura o
dishdasha), kilt scozzesi, ecc. In que-
ste immagini non vi era proprio nulla a
sfondo sessuale.
Sono apparsi nelle scuole poster con la
scritta “proteggere il bambino contro il
gender”. Quasi ogni giorno sono stati
proclamati appelli contro l’ideologia di
genere, come quello di un prete che in
un discorso a Poznan ha sostenuto che
“il genere porta alla devastazione delle
famiglie ed è associato con il femmini-
smo radicale, che sostiene l’aborto, il
lavoro delle donne e la detenzione dei
bambini negli asili”.
Tutta questa propaganda è sembrata,
in realtà, agli occhi di molti polacchi, l’occasione tanto atte-
sa per distrarre l’opinione pubblica dalle pesanti accuse di
abusi sessuali su minori che hanno scosso la chiesa polacca
proprio nel 2013/2014. Accuse di abusi sono, infatti, emer-
se contro due sacerdoti polacchi,
uno dei quali, l’arcivescovo Józef
Weso?owski, è stato nunzio del Vati-
cano nella Repubblica Dominicana,
prima di essere richiamato in attesa
dell’esito dell’inchiesta. Nel 2014, il
monsignore è stato dimesso dallo
stato clericale dalla Congregazione
per la Dottrina della Fede per il de-
litto di pedofilia, dopo la condanna
nel primo grado di giudizio. L’Asso-
ciated Press ha riferito che ben 27
sacerdoti polacchi sono stati processati per abusi sessuali,
anche se la maggior parte di questi ha ricevuto pene deten-
tive sospese.
Il capo della Chiesa cattolica in Polonia, l’arcivescovo Józef
Michalik, ha fatto arrabbiare i suoi connazionali dichiarando
che l’abuso spesso si consuma perché i bambini (in genere,
quelli con problematiche) molestati sono “in cerca di amore”.
Ha poi chiarito che non stava cercando di assegnare la re-
sponsabilità dell’accaduto alle vittime. Qualche giorno dopo,
lo stesso arcivescovo ha attaccato l’istituto del divorzio, la
pornografia e la gender ideology: “l’ideologia di genere sol-
leva preoccupazioni legittime, perché va contro le leggi della
natura, favorisce il matrimonio tra persone dello stesso sesso
e si batte per la legalizzazione dell’adozione di bambini da
parte di coppie gay”.
Il furore della chiesa polacca si è manifestato soprattutto
dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato, lo
scorso anno (2013), una legge anti-gay che impone multe
salate per coloro che “promuovono tra i
minori il sesso non tradizionale”. Come
è noto le ripercussioni di quella legge
sono andate oltre quella enunciazione,
soffocando qualsiasi sostegno pub-
blico per lesbiche, gay, transgender e
intersex, e impedendo la diffusione di
materiale omosessuale in rete. Anche
gli stranieri (presenti in territorio russo)
che violano la legge (inclusi in passato i
visitatori delle Olimpiadi invernali di So-
chi del febbraio 2014), rischiano la pri-
gione e la deportazione per 15 giorni.
Nel parlamento polacco si è da poco
formato un gruppo di lavoro composto
di 15 deputati e un senatore denomina-
to “Arresta l’ideologia di genere”. Sco-
po del gruppo è avviare una mobilitazione in tutte le città,
affinché s’impedisca che il denaro pubblico sia utilizzato per
divulgare l’ideologia di genere, e per individuare “soluzioni
legislative” contro tale ideologia. “I genitori hanno il diritto di
La propaganda
contro il gender
sembra un’occasione
per distrarre l’opinione
pubblica dalle pesanti
accuse di abusi sessuali
su minori che hanno
scosso la chiesa
polacca


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