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Numero 3 del 2006

INSERTO SPECIALE BASILICATA


Foto: INSERTO SPECIALE BASILICATA
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Testi pagina 1

“Il rapporto evidenzia più ombre che luci e permane il tetto di cri-stallo che impedisce alle donne
di posizionarsi apicalmente non solo nel
mondo del lavoro ma in tutti quegli ambiti
dove ancora sono sottorappresentate”.
Raffaella Ferro, Consigliera regionale di
Parità, prende in esame i dati del Rap-
porto sulle aziende medio-grandi lucane
nel biennio 2002-2003 e ne commenta
gli aspetti salienti. “Nella stesura di questo
secondo rapporto ha riverberato positi-
vamente l’esperienza fatta per la realizza-
zione del primo. Aver potuto comparare
i dati emersi nel 2000-2001 chiarisce
l’evoluzione dello stato dell’arte in me-
rito all’occupazione, alla formazione, alla
progressione di carriera e - non ultimo per
importanza - alla retribuzione”.
Quali i dati salienti che emergono
dal Rapporto?
I numeri ci dicono che il cammino
verso la parità è ancora in salita e che le
differenze permangono, malgrado taluni
segnali positivi. Sono aumentate le criti-
cità di contesto per la crisi in cui versano
molti settori e per l’entrata a regime della
L. 30/2003, le cui ricadute e implicazioni
nel mercato del lavoro, restando escluse
dalla nostra elaborazione, privano il risul-
tato di una significativa fonte di riflessione.
L’auspicio è che il rapporto 2004-2005,
che vedrà la luce nel biennio successivo,
evidenzi l’impatto che le nuove norme nel
campo del lavoro hanno avuto.
Donne e lavoro in Basilicata: quale è
la fotografia scattata dal Rapporto?
Le aziende che lo hanno trasmesso so-
no passate da 55 a 63, la maggior parte
delle quali è concentrata nella provincia
Speciale Basilicata
Parità: parlano
i numeri
Rapporto sulle aziende medio-grandi
lucane nel biennio 2002-2003
“L’importanza del monitoraggio che dobbiamo effettuare per la compilazione del Rapporto va delineandosi
sempre più ed è quindi necessario facilitare le aziende,
pubbliche e private, ad ottemperare alla richiesta di fornire i
dati necessari”. E’ la Consigliera regionale di Parità
supplente, Maria Rosalba Di Tolla, a dare un contributo di
informazioni sul corpus normativo da cui ha preso vita
questo soggetto che ricopre compiti assai delicati.
CHI È E COSA FA LA CONSIGLIERA DI PARITÀ?
La Consigliera di Parità, un pubblico ufficiale nominato con
decreto del Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro
delle Pari Opportunità, persegue l’interesse generale della
realizzazione della parità sostanziale tra i sessi nel lavoro ed
è, dal punto di vista istituzionale, figura davvero rilevante e
attiva nel territorio nazionale, a livello regionale e
provinciale, da quattro lustri. Nel 1984 la L. 863 (art. 4 comma
4) ne dà un’immagine sfocata, con funzioni e poteri più
formali che sostanziali. Negli anni novanta, sull’esempio dei
paesi scandinavi e comunitari del nord Europa, con la legge
125/91 c’è la grande svolta che definisce la figura della
Consigliera, essa diventa il fulcro della struttura
amministrativa che presiede
alla promozione ed al
controllo sull’attuazione dei
principi di parità tra i sessi
nel lavoro, attività che
dovrebbe essere promossa
anche sviluppando relazioni
con i Comitati di Parità e Pari
Opportunità, interlocutori
privilegiati delle Consigliere,
con funzioni di
coordinamento
nell’attuazione delle azioni
positive dentro l’impresa.
Nella realtà dei fatti, questi organismi sono ancora pochi e
non interagiscono con la Consigliera di Parità.
LE CONSIGLIERE HANNO POSSIBILITÀ DI INTERVENTO NEI
CASI SPECIFICI?
La Consigliera di Parità interviene nei procedimento
giudiziali contro le discriminazioni sul lavoro, dove
l’alleggerimento dell’onere probatorio a favore del
ricorrente costituisce una forte agevolazione della tutela
giudiziale. Preziosa fonte per individuare eventuali
discriminazioni e per progettare azioni positive sono i
rapporti biennali che le aziende pubbliche e private con più
di 100 dipendenti hanno l’obbligo di stilare sulla situazione
del personale con informazioni sullo stato di occupazione, i
percorsi formativi e di carriera, i livelli retributivi declinati
per genere.
QUALE IL BILANCIO SECONDO LEI?
La legge, una delle più avanzate a livello europeo, non ha
conseguito i risultati attesi. Il ritardo delle nomine, la penuria
di risorse umane e finanziarie così come la mancanza di
strutture hanno pesantemente influito sulle attività delle
Consigliere. L’azione di promozione, soprattutto quella dei
comitati di Pari Opportunità è stata, ed è tuttora, poco
rilevante. E’ marginale, se non addirittura inesistente, la loro
relazione con le Consigliere di Parità, molto impegnate nel
sollecitarne ed incentivarne la costituzione sul territorio. Nel
campo della tutela antidiscriminatoria il numero delle azioni
in giudizio promosse è ancora poco significativo a causa di
una sorta di resistenza culturale alla denuncia da parte delle
donne, oltre che di una insufficiente conoscenza del ruolo e
delle funzioni della Consigliera. A ciò si aggiunga la difficile
attuazione della legge 125 con le complesse competenze
attribuite dalla legge alla Consigliera.
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DONNE E LAVORO
Occupazione femminile ancora minima e precaria
IN NOME DELLA LEGGE
Il lungo cammino delle Consigliere verso l’Europa delle donne
Supplemento a “Noidonne”, n.3
marzo 2006. Il testo completo
del Rapporto è pubblicato anche su
www.noidonne.org/documenti


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