Numero 4 del 2007
Al centro dell'attenzione
Testi pagina 9
Il regolamento di polizia mortuariaD.P.R. 285/90 stabiliva che gli aborti
superiori alle 20 settimane, assimilati
alle parti anatomiche riconoscibili come
ad es. un arto amputato, venissero in-
viati al cimitero in apposite cassette di
legno per l'inumazione; se invece il pe-
riodo era inferiore, venivano destinati
all'incenerimento presso le aziende de-
putate a trattare i "rifiuti solidi specia-
li"( parti anatomiche "non riconoscibi-
li"). Ovviamente il D.P.R. permetteva in
ogni caso, anche sotto le 20 settimane
che la madre, se lo chiedeva, potesse
seppellire a proprie spese quello che per
lei era un figlio; ma questo accadeva ra-
ramente e sempre quando l'aborto era
involontario e la gravidanza in uno sta-
dio avanzato, sia perché la fuga può es-
sere il modo per superare il lutto, sia
perché le spese del funerale sono molto
elevate.
E tuttavia il 25 gennaio 2007 il Con-
siglio Regionale della Lombardia, all'u-
nanimità, ha modificato il precedente
regolamento stabilendo che l'Azienda
ospedaliera, anche di fronte al "prodot-
to abortivo" (sic!) inferiore alle 20 setti-
mane, ha l'obbligo di porre i genitori di
fronte a due diverse opzioni: o la sepol-
tura dopo il funerale a proprie spese, o
la sepoltura nella fossa comune a spese
dell'Asl.
Per minimizzare la loro responsabili-
tà i rappresentanti del centrosinistra
sottolineano come dal punto di vista
tecnico le cose non cambino granché,
ma come non vedere che dal punto di
vista simbolico questo provvedimento è
fortemente punitivo per le donne e pre-
para il clima per aggredire la 194?
Perché, in linea con la legge 40 ("la
legge assicura i diritti di tutti i soggetti
coinvolti, in particolar modo del conce-
pito" ), la normativa regionale attribui-
sce ad un piccolo insieme di cellule lo
statuto di persona, soggetto di diritti al
pari della madre (non dimentichiamo
che il Codice Civile afferma che la ca-
pacità giuridica si acquisisce solo alla
nascita).
La donna perciò non vive solo il
dramma dell'aborto, ma è indotta in
modo subdolo a colpevolizzarsi come
omicida essendo la sepoltura il rito pub-
blico attraverso il quale la comunità dei
viventi riconosce nell'embrione un suo
membro effettivo e ne vuole tenere vivo
il ricordo. Vi sono donne che vivono l'a-
borto come tragedia, altre lo affrontano
con rassegnazione, altre ancora con leg-
gerezza, ma nessuno ha il diritto di en-
trare senza rispetto nel percorso intimo
e privato della donna, spingendola ad
un rito che non l'aiuta certo a sollevarsi
psicologicamente.
Il Movimento Per la Vita (che già
può contare sulla progressiva disattiva-
zione dei consultori, sull'obiezione di
coscienza, sull'attivismo dei suoi mem-
bri che pretendono di entrare nei con-
sultori e nei reparti ginecologici), cerca
ogni occasione per svuotare e rendere
inoperante la 194, una legge che a tut-
t'oggi è impopolare aggredire diretta-
mente. E infatti Formigoni ha presentato
questo regolamento come una difesa
della "dignità del feto".
E la dignità della donna? Che viene
trattata come un'incubatrice e la cui im-
magine, legata all'archetipo della ma-
dre cattiva o della madre dolorosa,
proietta nell'inconscio collettivo non
un'icona libera e vitale, ma i fantasmi
della morte e del male. Prendiamo pure
atto che in Italia è in corso un dibattito
arduo e complesso che divide gli studio-
si; speriamo che attraverso il confronto
si formi un consenso ampio e consolida-
to; quello che è inaccettabile è il ricono-
scere l'autorevolezza necessaria per de-
cidere ai politici. Politici sempre condi-
scendenti verso la Chiesa di Roma alla
cui dottrina creazionista dobbiamo il
concetto della "sacralità" della vita, an-
che se neppure papa Wojtila ha osato
smentire tutta la teologia cattolica che
non ha mai sostenuto la tesi per cui l'a-
nima entra nel concepito al momento
stesso del concepimento.
E invece oggi, grazie a una delibera
regionale, lo sostiene Formigoni. Amen.
noidonne aprile 2007 9
Stefania Friggeri
Dritti al cuore della 194
Funerali ai feti
in Lombardia istituito l'obbligo
per i genitori di scegliere come
seppellire il "prodotto abortivo"
anche se inferiore alle 20 setti-
mane
L'albero del melograno
La fecondazione assistita è "una strada impervia che rischia di distrugge-
re il cuore e il fisico. Ma è anche l'unica speranza per chi, come me e Lu-
ca, non ha altra possibilità per procreare". Con la sua testimonianza Ali-
ce vuole spiegare cosa significa sottoporsi alle tecniche della fecondazio-
ne assistita per tante donne e il calvario cui decidono di sottoporsi tante
coppie. E perchè quel desiderio
di maternità non può essere so-
stituito, banalmente, con l'ado-
zione di un bambino. Gesto no-
bile, ma non meno traumatico.
A distanza di tre anni i tentativi
di Alice e Luca non hanno avuto
esito positivo e la legge 40 ha
rappresentato un ulteriore osta-
colo. Non si arrendono, Alice e
Luca, e affidano alla Casa editri-
ce Mammeonline la loro storia,
quale "spunto per ricominciare a
parlare e a discutere di questa
legge che aggiunge dolore a do-
lore, che complica le cose".
(Laura Fabris, L'albero del melo-
grano ed Mammeonline, pagg
110 Euro 10,00). Info mol-
m a i l @ m a m m e o n l i n e . n e t ;
www.mammeonline.net