Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 9
amore e sopportazione. Ovvero, lo si sa
benissimo: se la donna dipende dal da-
naro del marito e non ha autonomia
personale, deve chiudere un occhio, o
tutti e due, e tacere.
Tuttavia, la donna che "per la serietà
e la convinzione con cui si è accostata
a un progetto familiare stabile" e che ha
ridimensionato i "desideri personali" per
rispetto del marito, ricorda alle altre
che, prima della famiglia e dei sacrifici
che questa comporta, viene "la dignità
della donna". La difesa di sé non è una
questione egoistica, ma un dovere: ver-
so le figlie, che imparano dall'esempio
di una madre "capace di tutelare la pro-
pria dignità nei rapporti con gli uomini"
e verso i figli maschi, che dovranno
"porre tra i loro valori fondamentali il
rispetto delle donne".
Se una ha detto bene parole che ser-
vono a tutte, che importanza ha il suo
cognome o suoi personali interessi?
Ma anche sul nome c'è da problema-
tizzare, tenendo conto, in particolare,
che ormai la legge consentirà di tra-
smettere ai figli anche il cognome della
madre. Le nostre madri e nonne "entra-
vano" nella famiglia del loro nome e ne
ricevevano il nome e la nazionalità, se
erano straniere. Ne erano contente, co-
me della fede che portavano all'anulare
e che visibilizzava il loro status di co-
niugate. Ma la loro genealogia diventa-
va una memoria orale, da raccontare e
senza storia.
La simbologia femminile degli affetti
significava un dono e un amore; al ma-
schile si trattava di appropriazione e
dominio, l'unico per i più poveri. In
Francia la consuetudine portava la don-
na a ricevere perfino il nome di battesi-
mo del marito: madame Jacques Chirac.
Anche nel passato chi aveva un im-
piego pubblico conservava il cognome
della famiglia di origine, ma quasi sem-
pre usava entrambi i cognomi, magari
con in mezzo la preposizione "in", come
se dovesse dimostrare di non essere zi-
tella né illegittima convivente. E non si
metteva mai in discussione l'usanza.
Oggi non è più così, fortunatamente;
ma è bene rendersi conto del reale signi-
ficato, simbolico e politico, che hanno i
nomi. E' ben chiaro che Veronica Lario è,
nella buona e nella cattiva sorte, altra
persona rispetto a Silvio Berlusconi e
che, per le donne, essere mogli, madri,
sorelle, amanti di un uomo sottrae liber-
tà e valore. Dignità. Il fatto che il nome
sulla porta sia congiunto, in un ordine
di priorità o in un altro e che i figli non
siano socialmente figli soltanto del pa-
dre riveste un'importanza da non tra-
scurare: non solo ha rilevanza per i figli
nati fuori dal matrimonio, ma si tratta,
anche per la semplice scrittura degli at-
ti di "stato-civile", di una scelta, alla cui
decisione contribuiscono entrambi gli
sposi, che decidono come quando dan-
no il nome ai bambini.
Solo che appare ancora una novità e
sembra sollevare inspiegabili imbarazzi.
Ma, ancora una volta, sono in gioco pa-
rità, libertà e dignità.
di madre in figlia
E' bene che il Parlamento rifletta su questo tema perché
non ritengo giusto che mio fratello possa dare il suo cogno-
me ed io no. Credo che ci debba essere una possibilità di scel-
ta, così come succede in altri paesi europei. Per quanto
riguarda il mantenimento per i coniugi del proprio cognome,
pensavo che fosse già così.
Che padre e madre pari sono. Forse in passato, in una
società dove le donne non avevano pari diritti, era logico che
fosse la casata del padre a prevalere. Ma oggi non ha più
senso.
Mi sembra che la società italiana sia evoluta a tal punto
da non ostacolare scelte simili. Credo che sia importante
aggiornare norme che sono ormai superate nella realtà quo-
tidiana, contrastare tale modifica è solo sintomo di stupidi-
tà.
Non più di tanto. Per quanto riguarda il mantenimento del
proprio cognome, di fatto non ho mai aggiunto né sostituito
il mio con quello di mio marito. I figli hanno preso quello del
padre. Comunque per principio credo giusto poter scegliere
nel caso lo si desideri, così come succede altrove.
Un'estensione del concetto di parità, un ulteriore supera-
mento degli schemi di società patriarcale ereditati dal pas-
sato. E' importante e simbolico che avvengano anche cam-
biamenti in tal senso.
E' una legge che non costa nulla, che accoglie una richie-
sta emersa, che si allinea con quanto previsto nelle legisla-
zioni di altri paesi europei. Credo che donne e uomini viva-
no positivamente questa proposta, come un segno di moder-
nità.
Il significato di un eventuale provvedimento è ….
Credi che la proposta di legge avrà difficoltà a passare?
Proposta di legge sul cognome:
a ciascuno il suo e ai figli quello di mamma e papà
Rosa M. Amorevole Alessandra Pennello
Hai mai riflettuto in merito?
noidonne marzo 2007 9