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Numero 12 del 2008

E tu di che Natale sei?


Foto: E tu di che Natale sei?
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Testi pagina 9

noidonne dicembre 2008 9
per le donne nere. Tuttavia la sua inci-
denza politica è molto, ma molto scar-
sa; hanno lasciato McCain presentare -
per la vicepresidenza - una "pitbull" fa-
milista come attrattiva femminile, e
Obama escludere le donne dalla carica,
tagliando alla radice ogni illusione sim-
bolica. Politicamente per le americane i
principi democratici si fermano al voto
e al supporto alle elezioni dei maschi.
Poco lontano da Seneca Falls.
Spostiamo l'attenzione sull'Europa.
Non stiamo meglio delle americane. I
media registrano il nostro lento avanza-
re numerico nei posti di lavoro e perfino
nelle cariche; ma anche dove l'occupa-
zione femminile rientra negli standard
di legge la lavoratrice guadagna meno
del lavoratore a parità di funzione. Una
donna guida la Confindustria, ma le
priorità nelle previsioni economiche non
cambiano; neppure se fosse progressista
la riproduzione entrerebbe nel PIL. La
donna senza qualità, quella che ti dice
le sue perplessità politiche "perché sono
tutti uguali" capisce che politicamente
le donne possono solo fare denunce sen-
za cambiare cultura perché prive di po-
tere. I gruppi e le associazioni di vario
femminismo lavorano moltissimo, ma
senza visibilità e nella disattenzione ve-
lata di paternalismo dei maschi degli
assessorati, dei partiti, delle università
che "ti vengono incontro", ma, se ti fi-
nanziano un'iniziativa, si guardano be-
ne dall'assumerne i risultati. E la stam-
pa e le tv private e pubbliche ti silenzia-
no...
Intanto molte donne si impegnano
nella politica e nell'antipolitica. Dove si
tengono le primarie si danno molto da
fare e comunicano in rete a tutto spia-
no. Possono sentirsi estranee ai partiti e
sostenere la lista civica o il personaggio
ragguardevole, ma in nessun posto che
io conosca, per portare avanti una di
loro.
Le primarie sono diventate una moda
(e avranno un loro costo quando ci si
accorgerà che si è aperta una pratica
non contenibile che finirà per misurarsi
con il modello americano da cui deriva
e che avrà bisogno di competitività for-
te e di grandi mezzi). Noi, che pur le so-
steniamo in gran numero e ci lavoria-
mo, non abbiamo avuto la forza di sce-
gliere qualche mese fa donne su cui rea-
lizzare un programma davvero competi-
tivo.
Mi sembra strano che, se, come ap-
pare, il governo italiano mantiene nelle
mani dei partiti la scelta dei candidati,
nessuna donna chieda che almeno il
partito che si dichiara "nuovo" si assu-
ma la responsabilità di promettere che,
almeno nelle proprie liste, manterrà l'al-
ternanza della legge democratica di un
nome maschile e uno femminile in suc-
cessione.
Ormai per le sindache delle città che
rinnovano le amministrazioni nel 2009
è tardi per avanzare richieste. Ma per le
europee lasciamo fare? Solo i segretari
sanno che cosa è meglio per la città del-
le donne?
alcune riflessioni dopo la vittoria di Barack Obama alle
presidenziali degli Stati Uniti. Per la prima volta nella storia
un afroamericano alla Casa Bianca. Comunque è un uomo
Due uomini a confronto
Forse è un lusso permettersi collegamenti,
magari inattuali, ma che toccano le stesse
sensibilità. Io, però, mi permetto certi lussi.
Poco tempo fa sono stata colpita come
molti, a giudicare dalla risonanza sulla
stampa, dalle dichiarazioni del Sindaco di
Bologna Sergio Cofferati, che ha dichiarato
di volersi "ritirare" dalla politica, in partico-
lare di non volersi più ricandidare come
Sindaco, perché avendo avuto un figlio,
all'età di 60 anni, da una compagna resi-
dente a 300 km di distanza voleva fare il
padre. Già allora il gesto non mi ha com-
mosso, a differenza di molti, e in sintonia
con alcune. Non mi ha commosso perché mi
risulta che un figlio lo aveva già avuto anni
fa, e ciò nonostante ha continuato a fare il
sindacalista, anche con successo.
Non mi ha commosso perché credo che l'im-
pegno politico sia compatibile con una
maternità o una paternità. Anzi, negare
questa compatibilità vuol dire, a mio pare-
re, nel nostro Paese, negare la possibilità per
le donne di occuparsi di politica, se madri,
vista la scarsa propensione degli uomini,
dei padri, ad occuparsi della prole, (1% di
padri che chiedono i congedi parentali, o giù di lì). Quindi il
Sindaco Cofferati di fatto ci ha detto: "no single?, no party
(politics)!"
Ironizzare, forse è rimasta una delle poche opportunità di certi
momenti, ma credo che sia una vera arma di sopravvivenza.
Anche perché se le bordate, tanto per cambiare, ci vengono dai
"presunti" amici, che cosa ci possiamo aspettare dai nemici?
O la politica, l'impegno politico nei partiti è una missione per
singoli, o qui, qualcuno ci vuol prendere in giro giocando sui
temi che le donne con fatica hanno cercato di portare nella poli-
tica, e cioè - in sintesi - che occuparci del futuro di una città, di
un paese, non può essere in contrasto con la vita, con il ruolo
anche di genitori, così come le donne fanno, faticosamente, da
noi più che in altri posti, nel mondo del lavoro. Affermare che
l'impegno politico è in contrasto con il ruolo di genitori vuol
dire anche che i datori di lavoro fanno "bene" quando licenzia-
no le lavoratrici in stato di gravidanza, utilizzando le famose
"dimissioni in bianco" che si sono garantiti visto che dopo meno
di 6 mesi la legge che le poteva evitare, è stata dismessa dal-
l'attuale Governo.
Ma dopo poche settimane, dalla "folgorazione" di Cofferati,
Barak Obama viene eletto Presidente degli Stati Uniti. Ha 2
figlie e una moglie. I cittadini di cui è diventato Presidente sono
circa 300 milioni, Bologna ha quasi 400 mila abitanti.
Quindi mi viene spontanea la domanda, come farà Obama? Chi
sta barando?
Alida Castelli
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