Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 9
Quando eravamo piccole, le maestre,dovendosi allontanare dalla classe,
incaricavano una capoclasse di scrivere
alla lavagna "buoni" e "cattivi". Ci si
vergognava un po' come complici di
quel gioco di disciplina e si cercava di
lasciare gli elenchi vuoti per non fare
torto a nessuno. Le femmine erano spes-
so chiamate a fare tale rilevazione e
spesso erano i maschietti a finire nei
'cattivi'. Rivalità precoce o profezia?
Lo stereotipo dell'aggressività ma-
schile ha origini arcaiche nella storia,
nelle leggende, nei miti. La fanciulla è
condotta nei boschi per essere smembra-
ta e divorata (si noti l'equivalenza sim-
bolica tra fame e pulsione sessuale / di-
voramento e stupro) a opera di divinità,
demoni, mostri, briganti. Nei motivi fia-
beschi dello 'sposo animale', di draghi,
orsi, lupi stupratori di vergini, troviamo
echi di sacrifici e olocausti sessuali, sub-
iti storicamente da milioni di donne e
bambine. I sacrifici iniziatici e prenu-
ziali della verginità sono stupri colletti-
vi a opera di sacerdoti, anziani, strego-
ni: prelibazione, prostituzione a scopo
propiziatorio, espiatorio o dotale, iero-
dulia. Il tema ritorna dall'antichità a
oggi in tutto il mondo (nella Bibbia, in
fonti storiche e nei cicli epici): la donna
come preda sessuale.
Due milioni di donne e bambine te-
desche stuprate nel 1945 dall'armata
Rossa. Migliaia di femminicidi in Messi-
co negli ultimi dieci anni. In Italia 6 mi-
lioni 743.000 donne tra 16 e 70 anni
hanno subito violenza fisica o sessuale.
Tornando ai buoni e cattivi, a parte
gli stupri (13 al giorno denunciati in
Italia nel 2007, ma oltre il 90% non vie-
ne denunciato), gli autori di furti sono il
doppio delle autrici femmine. 2.464 ra-
pine sono compiute
da donne, contro
30.211 da maschi.
Dei 1.933 omicidi
volontari (2004/
2006), il 91,7% sono
stati commessi da
uomini. Secondo
Amnesty Internatio-
nal in Europa la vio-
lenza domestica è
una delle prime
cause di morte vio-
lenta e invalidità
femminile fra i 16 ed
i 44 anni. Possiamo
dedurre che i maschi
siano più forti delle
femmine, più corag-
giosi, audaci, e le
donne più deboli o
per natura avverse
ai delitti. Forse non riescono a concilia-
re vita familiare e criminale?
"È sempre più lunga la scia di delitti
commessi da uomini contro ex mogli o
fidanzate, violenze di gruppo, stupri
consumati durante una festa. Violenze
nate nel degrado delle periferie, ma an-
che stupri e ricatti sessuali di italiani
contro donne straniere e di stranieri
contro italiane: comunque e sempre uo-
mini." Così si legge nell'appello "La vio-
lenza contro le donne ci riguarda, pren-
diamo la parola e l'impegno come uo-
mini", rilanciato dall'Associazione Na-
zionale MaschilePlurale che pone l'at-
tenzione sulle forme di violenza sulle
donne, dalle più "barbare dell'omicidio
e dello stupro, delle percosse, alla co-
strizione e alla negazione della libertà
negli ambiti familiari, sino alle manife-
stazioni di disprezzo del corpo femmini-
le. La condizione della donna torna in
modo frequente nelle polemiche sullo
'scontro di civiltà' che sarebbe in atto
nel mondo. Noi pensiamo che la logica
della guerra e dello 'scontro di civiltà'
può essere superata solo con un 'cambio
di civiltà' fondato nel mondo su una
nuova qualità del rapporto tra uomini e
donne."
La visione autoritaria e maschilista è
tipica di molte culture, compresa quella
italiana. "E' possibile che il rilievo me-
diatico attribuito alla violenza sessuale
che viene dallo 'straniero' risponda a un
meccanismo inconscio di rimozione e di
falsa coscienza." L'appello propone una
riflessione tra gli uomini, una chiara
presa di parola e di assunzione di re-
sponsabilità da parte maschile per "de-
terminare una svolta evidente nei com-
portamenti quotidiani e nella vita di
ciascuno di noi. […]. La violenza è l'e-
mergenza più drammatica."
Rispetto reciproco e autocontrollo
degli istinti violenti non possono pre-
scindere da una trasformazione profon-
da dell'immagine della donna per come
esibita dai mass media, con forme ste-
reotipate ed erotizzanti, lesive della di-
gnità, che inducono (e di certo non re-
spingono) una mal-cultura di potenzia-
li stupratori e violenti che perpetrano il
loro potere e la loro aggressività nella
storia.
AGENDA CONTRO LA VIOLENZA
"Voci nel silenzio": Regione Piemonte con-
tro la violenza domestica - Torino, piazza
San Carlo, 6-7 marzo www.regione.pie-
monte.it www.meltinglab.it
Incontro nazionale pubblico di Maschile-
Plurale - Pinerolo (Torino), 21-22 marzo
www.maschileplurale.it info@maschile-
plurale.it
noidonne marzo 2009 9
Le belle e le bestie
Violenza antica
Elena Ribet
diffuso nella narrativa fiabesca universale, nei miti e nella storia,
il tema della donna come preda sessuale trae origine da riti
espiatori cruenti testimoniati dalla tradizione folclorica e dotta
Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini
particolare (Galleria Borghese, Roma)
Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini
(Galleria Borghese, Roma)
avanti per secoli, scaricando la rabbia
impotente sulle donne, capro espiatorio
dei traumi sociali, dimenticare quali
conseguenze questa secolare persecu-
zione ha avuto nell'immaginario collet-
tivo non è solo colpevole verso le vitti-
me, ma anche autolesionista; perché ci
priva degli anticorpi necessari contro
un clima culturale che, sempre più pro-
vinciale e bigotto, anche oggi ricorre al-
l'arma della paura e della tradizione
salvifica.
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