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Numero 2 del 2009

Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...


Foto: Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
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Testi pagina 9

retta che vuole indicare le abilità pluri-
me e le possibilità comunque aperte a
soggetti portatori di handicap - e quello
di "diversamente vivo" - denominazione
anch'essa eufemistica e politicamente
corretta nel suo valorizzare abilità resi-
due e aprire possibilità insperate a sog-
getti in stato di coma permanente.
Le associazioni dei disabili dovrebbe-
ro intervenire fermamente dinanzi all'u-
so - o abuso - ideologico del termine
"disabilità"- e contrastare un'operazione
politica assai ambigua il cui paradossa-
le risultato è di equipararli a
soggetti che, come la povera
Eluana, non hanno una vita
biografica ma solo biologica.
Oggi assistiamo a un graduale
ma irreversibile scardinamento
dei tabù connessi colla disabili-
tà. Lo stesso drammatico incre-
mento del fenomeno (dovuto a
incidenti stradali o lavorativi o
anche l'innalzamento dell'età media
della popolazione) ha favorito la cresci-
ta di un dibattito che insiste sul fatto
che la disabilità è una condizione da
porre in relazione con un ambiente fisi-
co, culturale, sociale che non appare in
grado di valorizzare le abilità diverse
che la persona possiede. D'altra parte,
l'esperienza del limite che l'handicap
inevitabilmente comporta è una dimen-
sione strutturale dell'esperienza umana,
un dato costitutivo - potremmo dire -
della nostra natura. Ora tale condizione
dolorosamente reale per milioni di per-
sone nel mondo viene usata come arma
per impedire, da un lato, l'attuazione
della sentenza che consente di sospen-
dere le cure a Eluana, e,dall'altro, per
criminalizzare il padre che, anziché pre-
stare la doverosa assistenza, persegui-
rebbe tenacemente un proposito omici-
da. A quando la rituale evocazione del-
la barbarie nazista e dei campi di ster-
minio? In attesa della prossima puntata
di una storia indegna di un paese civile,
occorre aggiungere che se Eluana è sta-
ta ambiguamente 'promossa' a disabile,
resta prima di tutto una cittadina affi-
data legalmente a un tutore - il padre -
il quale può legalmente decidere in suo
nome e per il suo migliore interesse sul-
la base anche - non si dimentichi - dei
desideri da lei precedentemente espressi
e che la Convenzione di Oviedo sui di-
ritti umani e la biomedicina (1997) rac-
comanda di tenere in considerazione.
noidonne febbraio 2009 9
Eugenia Roccella ha definito disabile Eluana Englaro,
la donna in coma irreversibile da 18 anni. Ennesima
puntata di una storia infinita tessuta sulla sofferenza
di una famiglia
Un rapporto senza 'genere'
E' stato presentato alla fine del 2008 il tren-
tesimo rapporto curato dall'Isfol, sulla
situazione occupazionale e formativa in
Italia, con un ampio sguardo a ciò che suc-
cede negli altri Paesi Europei. Vista la
cadenza storica con il quale viene presenta-
to e il ruolo istituzionale che lo contraddi-
stingue, ha sempre voluto rappresentare un
momento di confronto utile ed uno strumen-
to di lavoro per chi, istruzioni, enti, mondo
del lavoro nel suo complesso, vuole cono-
scere le più recenti evoluzioni e strategie
europee e nazionali.
Anche quest'anno è stato così. Oltre 300
pagine di analisi, riflessioni dati statistici
(59 tra tabelle e figure). Strumento utile, e
che si candida ad esserlo, ancora di più
oggi di fronte alla crisi economica che sta
"esplodendo" nel nostro Paese come, ma
anche in maniera diversa, rispetto ad altri
Paesi. Purtroppo, ancora una volta, l'ottica
di genere è poco presente, scarsamente inci-
siva nelle analisi e nelle proposte pur con qualche eccezione.
Forse l'analisi del mercato del lavoro, anche sull'onda degli
Obiettivi di Lisbona è un po' più attraversata dalla riflessione
sulla componente femminile, lo stesso non si può dire, però, per
la parte in cui l'Isfol sarebbe chiamato a dire la sua con mag-
giore incisività ed autorevolezza, la parte riguardante i proces-
si formativi e scolastici, e il sistema di governo del mercato del
lavoro, il ruolo, in altre parole delle istituzioni che "governano"
il mercato del lavoro stesso. In questa seconda parte su qua-
ranta tabelle/figure che illustrano la situazione solo 2 sono in
ottica di genere. Eppure sappiamo, ad esempio, che le ragazze
accedono in maniera più rilevante al sistema scolastico e for-
mativo, e questo vorrà pur dire qualcosa in presenza delle soli-
te difficoltà che, poi, incontrano nel mercato del lavoro.
Così, conoscere l'andamento dei fenomeni di segregazione sco-
lastica di ragazzi e ragazze, è uno degli elementi chiave su cui
riflettere rispetto anche a politiche scolastiche e del lavoro, ma
su questo non troviamo nessun dato, diviso per genere, se non
un'unica tabella che analizzando la formazione professionale
dopo le scuole media ci informa che le ragazze hanno dei risul-
tati migliori dei loro colleghi maschi in italiano rispetto alla
matematica, dove hanno performances migliori i ragazzi.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Siamo abituate a vede-
re i soliti studi, le solite analisi (inutili): ancora una volta
un'occasione mancata. Eppure dall'Isfol potevamo aspettarci di
più, per tanti motivi. Ma almeno per due: la sua attenzione al
panorama europeo, e le tante valide ricercatrici che ci lavora-
no. Invece ci ha accontentate con il solito capitoletto (interes-
sante) sull'occupazione femminile, ma sembra che di main-
streaming di genere, e analisi statistiche in ottica di genere non
abbia mai sentito parlare. Peccato!
Alida Castelli
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