Numero 8 del 2010
Idee in viaggio
Testi pagina 9
7noidonne | luglio-agosto | 2010
ATTUALITÀ
Il futuro, ma anche il presente, è nel-
le nostre mani. Rimbocchiamoci, an-
cora una volta, le maniche.
Dopo aver dato la parola su que-
sti temi a Elisa Davoglio e Sara Ven-
troni (noidonne di giugno, ndr) dia-
mo la parola a Piera Egidi Bou-
chard, torinese, scrittrice e giornali-
sta. Fra le sue pubblicazioni, “In-
contri”, “Voci di donne” “Sguardi di
donne”, “Frida e i suoi fratelli”,
“Eppur bisogna andar”, “Nuovi In-
contri” (editrice Claudiana).
Intendere e farsi intendere dalle giovani
Mi è stato chiesto di intervenire nel dibattito aperto dalla sempre
stimolante riflessione di Giancarla Codrignani.
Certamente viviamo in un periodo di frammentazione e di scar-
sa “visibilità” del movimento delle donne nel suo complesso. Impera
invece una massiccia visione reazionaria e sessista - veicolata dal-
la pubblicità e dai mass-media - del “femminile”. Siamo in un periodo
storico difficile, caratterizzato in Italia dal crollo di partiti e movimenti
creati a partire dalla Resistenza e dal dopoguerra. Le ragioni sono
complesse, nazionali e internazionali, e non è qui possibile analiz-
zarle: la fine della “guerra fredda” – durata un quarantennio – va te-
nuta inevitabilmente sullo sfondo.
Viviamo ogni giorno le difficoltà del ricomporsi di nuovi parti-
ti – a causa anche delle diverse visioni - presenti in forti radici storiche e culturali differenti. Il varie-
gato e composito movimento delle donne soffre a sua volta di difficoltà di interrelazione – difficoltà
di tutta la democrazia italiana - anche se ritengo che mantenga una “trasversalità” potente e una con-
divisione di temi e di affetti molto importante e feconda.
L’Unione donne italiane ha avuto una sua specifica e originale fisionomia, organizzazione e “visibili-
tà”, e insieme ad altre storiche forze organizzate – e dagli anni ’70 coi movimenti femministi - ha con-
dotto le battaglie e le vittorie per le leggi a tutela del lavoro, della famiglia, dei servizi, della libertà di scel-
ta e per la dignità delle donne: senza la centralità di queste forti organizzazioni femminili – che avevano
le loro referenti nei partiti e in parlamento – non sarebbero state possibili.
Nei nostri anni recenti, a partire appunto dagli anni ’90, tutto il panorama politico generale è mutato,
e al tempo stesso il movimento delle donne nel suo complesso ha iniziato un percorso diverso, ma non
affatto ininfluente: più raccolto nella riflessione, nelle iniziative culturali, nel coinvolgimento capillare e
poco visibile - “dall’interno” - delle strutture in cui le singole donne si trovano ad operare: sindacati, chie-
se, enti locali, luoghi di lavoro, territorio. Magari riservando al proprio gruppo l’approfondimento dell’analisi,
e al tempo stesso proponendo all’esterno alcune “parole d’ordine” condivisibili ad ampio raggio, penso
ai temi della violenza, ad esempio. Ho esperienza di molti gruppi e aggregazioni diverse di donne - lai-
che e credenti - che infaticabilmente lavorano in tutto ciò, contribuendo anche a ritessere il tessuto de-
mocratico del nostro paese.
Le reti e le relazioni esistono già, e si sono esplicitate “all’esterno” in alcuni precisi momenti negli
ultimi anni. Bisognerebbe fare un’analisi di tutto ciò, con inchieste e testimonianze, e il “Noi donne”
può dare un ottimo contributo. Il problema a mio parere è oggi soprattutto come farsi intendere dal-
le giovani, e intenderle: noi, generazioni del dopoguerra, abbiamo retto e reggiamo la fiumana rea-
zionaria, ma bisogna trovare le forme della condivisione per poter nel tempo “passare il testimone”.
Piera Egidi Bouchard
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