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Numero 12 del 2011

Illuminata umanità


Foto: Illuminata umanità
PAGINA 9

Testi pagina 9

Todi, in ottobre, si sono riuniti i rappresentanti del lai—
cato cattolico organizzato per dare una fisionomia precisa
alla “Cosa Bianca”. Pare sia uscita questa formula: no ad
un partitino, sì all’impegno corale per formare un movi—
mento culturale, prepolitico, e tuttavia interlocutore
privilegiato del mondo politico. Il cardinal Bagnasco ne
ha tracciato i fondamenti e le finalità: “ (La Chiesa) non
cessa di affermare i valori fondamentali della vita, del ma-
trimonio fra un uomo e una donna, della famiglia, della
libertà religiosa ed educativa: valori sui quali si impian—
ta ed è garantito ogni altro valore declinato su] piano so-
ciale e politico”. Tradotto: in tema di vita, famiglia e
scuola ivalori della Chiesa non sono negoziabili. LA VITA.
La vita di chi? Ovviamente dell’embrione al quale il ma-
gistero assegna lo status di cittadino a pieno titolo; e se
la supposta volontà di vita
‘ dell’embrione, magari mal-
formato, entra in conflitto
con la volontà della ma—
dre? Semplice, storpiamo la
194 e facciamo entrare nei
Consultori, snaturati e sem—
pre più malandati, il Movi-
mento perla Vita. Come av-
viene nella Lombardia del
ciellino Formigoni o nel Piemonte di Cota o nel Lazio del-
la Polverini. LA FAMIGLIA. Anche qui totale mancanza
di attenzione verso la figura femminile. Ma è sensato pre—
tenderlo da un’assemblea di maschi, età media oltre i set-
tanta, educati nei seminari, cresciuti in un ambiente so-
ciale misogino e patriarcale? SCUOLA. La lettura capziosa
dell’art.33 della Costituzione del governo Prodi che ha tra-
sformato le scuole private in “paritarie”, non solo obbli-
ga lo Stato a finanziarle ma, non meno grave, rappresenta
un autentico “vulnus” alla Costituzione e spinge l’opinione
pubblica ad accettare l’idea che i principi costituzionali
siano, quelli sì, “negoziabili”. Insomma, cosa possiamo
aspettarci dalle “negoziazioni” che porteranno il paese ol-
tre Berlusconi? Impegnato in un nuovo e difficile processo
di scomposizione e successiva ricomposizione, il mondo
cattolico è alla ricerca di interlocutori credibili e Bersa-
ni, subito dopo Todi, si è incontrato con Fisichella, il car-
dinale che ha ‘contestualizzato la bestemmia di Berlusconi’.
Ribelle a questo costume tradizionale, in cui l’anima del-
le donne non risuona, Paola Concia sull’Unità ha proposto
la costruzione di un paese “giusto e gentile” attraverso “un
cambiamento profondo di cultura politica. . .Primo pas-
so. . .una scelta politica netta di investimento sulle ener-
gie delle donne. . .La società che vogliamo non può che
passare attraverso la voce, lo sguardo e il lavoro delle don-
ne. È lampante: gli uomini da soli hanno fallito”.l



AI MARGINI

diAlIda Castelli

— V

LAVORO:
INOCCUPATE.
QUINDI FANTASMI

gni tanto vale la pena analizzare i dati statistici che ri-
O guardano il mercato del lavoro, in ottica di genere e pos-

sibilmente nella loro completezza.
Ne sentiamo parlare spesso di questi tempi, qualcuno lo fa per
ricordarci che in fin dei conti non stiamo poi così male: nei vari
talk show è ormai abitudine sentirci ricordare che in fin dei
conti la disoccupazione in Italia si attesta su livelli europei in-
torno all'8%, ed è vero. Si dimenticano di precisare che in re-
altà siamo al 7,6% per gli uomini e al 9,7% per le donne. Ma
non siamo molto abituati a sentir dati divisi per sesso. Quel-
lo che poi nessuno aggiunge è il secondo dato che rappresenta
il mercato del lavoro: gli occupati, che sono per il 67,7% ma-
schi e 46,1% femmine. E qui, si deve ricordare l’obiettivo mai
raggiunto di Lisbona che prevedeva per tutti i paesi il 60%
di occupazione e che le donne italiane sono il fanalino di coda
di tutta Europa, anche dopo Romania, Polonia, Slovenia e non
solo rispetto ai Paesi del Nord Europa tradizionalmente più
attenti all'occupazione femminile. Ma c'è un dato proprio di-
menticato che da la vera informazione insieme agli altri sul
mercato del lavoro: quello degli inattivi, cioè coloro che per
le statistiche non si presentano proprio sul mercato del lavoro,
non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano. Un livello me-
dio europeo di disoccupazione non intrecciato con quello de-
gli inattivi non è comprensibile. In Italia gli uomini che si di-
chiarano inattivi, pur in età lavorativa sono il 26,7% le don-
ne il 48,9%. Questo fenomeno è molto grave perché dimo-
stra la totale sfiducia nei confronti delle opportunità di cam-
biare condizione, non c’è nemmeno più la voglia di cercare un
lavoro, e questo dato è evidentemente più grave nelle regio-
ni del sud, e per i giovani e le giovani. Paradossalmente un più
elevato tasso di disoccupazione sarebbe meno grave, in quan-
to porterebbe sì alla luce un problema, ma indicherebbe an-
che che non c'è sfiducia ma piuttosto speranza. Invece le don-
ne italiane sono le più “sfiduciate” d'Europa rispetto alla pos-
sibilità di lavorare.
Purtroppo nemmeno le ultime misure annunciate nella famosa
lettera d’intenti all’Europa del mese di ottobre ci fanno spe-
rare chela sfiducia possa diminuire. Nel capitolo definito “ef-
ficientamento" del mercato del lavoro si ripropone la solita
misura, che è legge dal 2003, ripresa più volte in questi ulti-
mi anni, del contratto di inserimento.
Peccato che l'Europa ci ha già bocciato, più di una volta, que-
sto tipo di contratto perché discriminatorio!

noidonne | dicembre | 2011



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