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Numero 12 del 2006

Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie


Foto: Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
PAGINA 8

Testi pagina 8

Una leader politica in Italia è unavera rarità. Com'è che i Repub-
blicani hanno eletto una donna?
Nei momenti di crisi grave i partiti
vedono le donne assumere la responsa-
bilità. I repubblicani hanno creduto in
me. Ho portato avanti da sola questa
battaglia: legale, politica, culturale.
Un'esperienza che mi ha fatto crescere,
procurandomi anche sofferenza. Il no-
stro movimento è stato tra i primi ad
avere tre donne al vertice: io come se-
gretaria Nazionale, Milena Mosci come
vicesegretaria e Manuela Lenci come te-
soriere.
Come dobbiamo chiamarla: Segreta-
ria o Segretario?
Segretaria ci può stare, anche se non
credo che questo sia il problema. Quan-
do la parità, in termini culturali prima
che politici, di dignità delle persone, di
uguaglianza dei diritti civili e politici, è
distante, si rimarcano le differenze ses-
suali nelle funzioni.
Che cos'è per lei la politica?
Essere a disposizione di un progetto
complessivo di società democratica, di
visione civile nei rapporti missione.
Da donna come vive l'evoluzione del
ruolo femminile in politica?
Oggi ritengo che la battaglia per le
donne debba essere fatta insieme da uo-
mini e donne, per l'emancipazione di
chiunque sia identificato come più de-
bole rispetto alla maggioranza. Ho po-
sto al nostro attuale Premier alcune que-
stioni che ho agitato per tutta la cam-
pagna elettorale a favore dell'Ulivo.
Dalle regole che i partiti politici devono
cominciare a scrivere al loro interno e in
Parlamento, all'opportunità di dotare il
Ministero delle pari opportunità di un
budget funzionale agli obiettivi e al pro-
getto, alla necessità di vedergli affian-
cata una Commissione parlamentare
per la parità e la non discriminazione
come quella europea, in grado di censu-
rare qualunque provvedimento - dalle
leggi sul lavoro, all'assistenza - che non
sia rispettoso dei principi sostenuti.
Queste richieste sono state disattese.
Non c'è una consapevolezza collettiva
rispetto al principio della parità e della
non discriminazione, manca un'opera-
zione forte di decondizionamento che
parta dalle scuole e dalla cultura.
Quale peso hanno le politiche di ge-
nere nei programmi di partito?
L'iniziativa sporadica può essere gra-
tificante, ma diventa una goccia che nel
mare si perde. Per incidere su quell'insie-
me di questioni che riguardano l'educa-
zione, la formazione, i rapporti di lavo-
ro, i rapporti delle comunità, la vita so-
ciale delle città, è necessario un cam-
biamento radicale, per il quale bisogna
disegnare nuove regole che producano
una modificazione sia nei comporta-
menti immediati che negli abiti mentali.
L'impegno del governo Prodi per un
governo femminile almeno per un
terzo è stato disatteso. Perchè?
Il rimprovero che faccio a Prodi, co-
me ai segretari politici, è di non aver
avuto coraggio nel rompere il vecchio
schema: il potere agli uomini.
Anche se presenti nelle liste, le don-
ne non superano lo scoglio del voto e
non sono elette. Perché?
Se le promesse fossero mantenute, al
Governo avremmo più donne con capa-
cità di autonoma decisione. Ma questa
è una difficoltà che non si misura nel
momento conclusivo, bensì a valle. La
legge determina l'elezione di una donna
in relazione alla posizione che le viene
assegnata in lista e i partiti affidano al-
le donne ruoli e posizioni spesso secon-
darie. E' necessario intervenire sulla leg-
ge attuale e sul funzionamento interno
dei partiti con proposte di modifica dei
regolamenti.
E le quote rosa?
Le ritenevo riduttive e mortificanti.
Visto questa chiusura alle donne, è una
via che va considerata e sostenuta con
altre azioni positive.
Quali sono i punti di svolta?
Le donne devono assumere il ruolo
della politica come valore. Perché que-
sto avvenga, anche la politica deve ri-
trovare la sua dimensione alta, il suo
valore etico. Se la politica è scandalo,
degenerazione, corruzione, chi vi s'im-
pegna viene assimilato a questi disvalo-
ri. E' un percorso in cui il nostro Paese
segna una grande arretratezza. In Euro-
pa arrivano dai paesi nordici giovanis-
sime parlamentari europee, noi arrivia-
mo al parlamento Europeo a cinquan-
t'anni. E' necessario svecchiare la politi-
ca, liberarla dalle sovrastrutture partiti-
che, restituirle il fascino degli ideali.
Che rapporti ha con le altre donne in
politica?
Nella passata legislatura era stato
avviato un confronto vivace. Ho propo-
sto l'incontro "Donne e politica" con l'in-
tento di dare origine ad una Costituente
nazionale trasversale a tutti i partiti,
capace di offrire alle donne uno spazio
di rappresentanza, di presenza, di deci-
sione, di riflessione, per una effettiva ri-
caduta di potere e di impegno per il
cambiamento delle regole. Nonostante
l'alta partecipazione, l'iniziativa ha su-
bito uno stop. Mi auguro che l'attuale
Ministra, valutandone l'importanza, la
riprenda in mano.
Quanto è difficile gestire un'attività
impegnativa e insieme seguire i figli
e la famiglia?
Anche prima di fare politica avevo
una vita molto intensa: professione, vo-
lontariato, che ho cercato di armonizzare
con gli impegni familiari. Di sicuro qual-
che sbaglio l'ho fatto, ma ho speso tutta
me stessa per dare il meglio. Purtroppo i
tempi, i luoghi e gli spazi della politica
sono ancora difficilmente praticabili per
le donne. Occorre che la società e i parti-
ti si diano delle regole capaci di rispetta-
re la donna nella sua dimensione. Va fat-
to un percorso di valorizzazione della di-
versità e di complementarietà che vede
insieme uomini e donne agire nel rispetto
e nel reciproco riconoscimento della co-
mune dignità di persone.
dicembre 2006 noidonne8
La politica come progetto
Intervista a Luciana Sbarbati
Daniela Ricci
abbiamo raccolto le opinioni
della segretaria nazionale
Movimento Repubblicani
Europei
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