Numero 5 del 2007
Happy new family
Testi pagina 8
maggio 2007 noidonne8
Quando negli Stati Uniti divampavala polemica sulla legittimità o meno
del matrimonio interrazziale, la Arendt
definì "un diritto umano elementare" la
libertà di un cittadino di decidere con
chi stabilire una convivenza. Ebbene og-
gi in Italia la gerarchia cattolica ha pro-
mosso una crociata contro i Dico, una
legge timida rispetto a quelle vigenti in
altri paesi europei che però ha il torto di
legittimare anche da noi l'evoluzione
dalla "Famiglia" (eterosessuale, finaliz-
zata alla riproduzione) alle "famiglie"
(composte da cittadini che non possono
o non vogliono sposarsi, e che magari
sono omosessuali). Perché sia chiaro: la
ragione più forte che induce la CEI a
prendere posizioni così gravi è la totale
indisponibilità a riconoscere diritti fa-
miliari alle coppie omosex, considerate
deviate e/o viziose (lo dimostra anche il
fatto bizzarro che la campagna media-
tica sorvola sul matrimonio civile). An-
cora oggi, come ieri, dovrebbe essere te-
nuto nascosto quello che Oscar Wilde
definiva "l'amore che non osa dire il suo
nome". Un amore il cui mancato ricono-
scimento genera un disagio psichico di
cui soffre la quasi totalità degli omoses-
suali tanto da indurli a stringere asso-
ciazioni, e c'è chi tenta una copertura
sposandosi. In Polonia il governo sta
preparando una legge che proibisce di
parlare di omosessualità nelle scuole e
prevede il licenziamento degli insegnan-
ti che si dichiarano omosessuali. Come
aveva proposto Fini per i maestri ele-
mentari. Anche se all'estero ormai guar-
dano all'Italia come alla Polonia, non
siamo ancora a questo punto: benché i
Dico non prevedano il riconoscimento
congiunto (i membri della coppia agi-
scono individualmente ) rimane il fatto
che questa proposta di legge, attraverso
l'iscrizione anagrafica, rende legittima
un'unione considerata dal Papa contro
natura perché vive la sessualità senza
fini riproduttivi (una morale nata 2000
anni fa in una società in cui la mortali-
tà era molto alta e la fecondità un va-
lore). Dunque sì ai diritti individuali,
attraverso il codice civile, no ai Dico
che estendono ai conviventi i diritti che
spettano solo alla "famiglia come socie-
tà naturale fondata sul matrimonio"
(art. 29 della Costituzione). E invece noi
diciamo che l'art. 29 "serve a porre un li-
mite all'influenza dello Stato e a garan-
tire che il diritto prenda atto e dia rico-
noscimento alle condizioni di fatto"(
Boccia). La coppia genitoriale, che si
forma per il sostegno reciproco nell'alle-
vamento della prole, è presente in quasi
tutte la specie animali, ma nell'uomo la
questione è molto complicata: la pulsio-
ne sessuale, finalizzata alla riproduzio-
ne della specie, è un insieme di spinte
istintuali e di affetti la cui ricchezza me-
raviglia chiunque tenti di sondare la
profondità delle passioni che nascono
dall'interazione fra corpo e psiche, fra
natura e cultura. Di fronte alla com-
plessità dell'essere umano, alla sua af-
fettività così varia e imprevedibile da
sempre la Chiesa si mostra turbata. Spe-
rando di fermare l'orologio della storia,
la CEI ripete il modello della campagna
referendaria coinvolgendo tutto l'asso-
ciazionismo cattolico e i parroci che, in
occasione della Pasqua, devono impe-
gnarsi in una propaganda capillare. Il
"Manifesto unitario dei cattolici per la
promozione della famiglia fondata sul
matrimonio" chiama alla mobilitazione
del Family Day da tenersi prima della
conferenza sulla famiglia promossa dal-
la ministra Rosi Bindi, in modo da eser-
citare il massimo di pressione sul gover-
no che infatti ha cercato di farsi perdo-
nare annunciando una serie di provve-
dimenti in favore delle famiglie 'doc'.
Ma si illude Prodi, come si è illusa la
Bindi, che, per testimoniare lo spirito
caritativo dei Dico, ha esteso i diritti fa-
miliari anche alle coppie di fratelli o di
amici. Perché lo spirito della Cei è ideo-
logico, cioè reclama lo Stato etico, non
lo Stato laico che, nel rispetto delle libe-
re scelte individuali, garantisce le con-
dizioni di una pluralità di progetti di vi-
ta. Dopo il Family Day (che affida il
successo a due leve di ben diverso signi-
ficato: l'effettiva difficoltà materiale di
tante famiglie e il diffuso pregiudizio
antigay) è facile prevedere che i vantag-
gi politici andranno al centrodestra; l'a-
pertura di un solco fra società reale e
istituzioni darà una spinta all'antipoli-
tica e al qualunquismo; il Papa vincerà
una battaglia nella sua guerra al relati-
vismo dunque alla democrazia. Già fe-
rita dal richiamo all'obiezione di co-
scienza di coloro (medici, farmacisti,
magistrati..) che operano in ambienti
dove si affrontano temi eticamente sen-
sibili, e dalla Nota CEI secondo la qua-
le i legislatori cattolici devono dare
"pubblica testimonianza della loro fe-
de", ovvero partecipare al Family Day e
non votare i Dico. Evaporata la laicità
può sopravvivere la democrazia?
Le nuove crociate
Family day
Stefania Friggeri
“evaporata la laicità può sopravvivere la democrazia?”
Manet, La ferrovia, 1872-1873