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Numero 4 del 2007

Al centro dell'attenzione


Foto: Al centro dell'attenzione
PAGINA 8

Testi pagina 8

aprile 2007 noidonne8
Cosa intendeva Ratzinger parlandodi "sana" laicità ce lo ha chiarito il
cardinale Ruini quando, approvati i Di-
co dal Consiglio dei Ministri, ha prean-
nunciato un documento vincolante per i
parlamentari cattolici affinché non voti-
no la legge, simbolo del relativismo. Ma
relativismo non vuol dire "tutto è relati-
vo", anzi. Relativismo vuol dire, come
testimonia la ricca e diversificata espe-
rienza dei movimenti femminili, che se
vogliamo costruire una convergenza fra
diversi, si deve partire dall'idea che nes-
suna verità è assoluta ma tutte sono re-
lative: solo così il confronto ci porta a
stabilire un minimo di valori condivisi,
mentre su tutto il resto, riconosciuta la
pari dignità delle opzioni, i cittadini
possono scegliere in autonomia. Ma
questa posizione è comprensibilmente
inaccettabile per chi crede di esprimere
non la voce dell'uomo ma la voce di
Dio. "Essa (la Chiesa) in principio è sta-
ta favorevole a regimi autocratici stan-
te la proclamata unità della verità (reli-
giosa) e del bene comune (politico), uni-
tà che non avrebbe tollerato il relativi-
smo su cui si basa un sistema di gover-
no come la democrazia" (Zagrebelsky).
Ma i rischi per la democrazia non ven-
gono solo dall'arretratezza culturale di
certe autorità cattoliche, ma anche dai
processi di globalizzazione: recentemen-
te il presidente del Molise M. Iorio, in-
sieme all'Udc Marconi, ha partecipato a
Washington al National Prayer Break-
fast, l'annuale iniziativa organizzata
dalla potente lobby dei cristiani evange-
lici. Questo caso, apparentemente mar-
ginale, testimonia come ormai il clima
politico italiano sia permeabile al peg-
gio, anche perché tutti coloro che esal-
tano gli Stati Uniti come il paese in cui
vige netta la divisione fra Chiese e Sta-
to, dimenticano che negli USA potrebbe
essere eletto un presidente donna, un ne-
ro, forse anche un gay, ma mai un ateo.
Perché la "religione civile" americana,
dentro la quale il partito repubblicano
alleato ai neoconservatori e alla destra
religiosa ha insufflato il "nazionalismo
messianico", non è nato con Bush ma
coi Padri Pellegrini fondatori: lo testi-
monia quel "in God we trust" (noi confi-
diamo in Dio) scritto sui dollari. D'ac-
cordo: non è immaginabile che Butti-
glione e company si trovino insieme per
fare una 'colazione di preghiera' prima
di occuparsi di politica, ma come non
vedere che ormai in Italia la cultura
cattolica è la cultura egemone grazie a
un'azione incessante e abile del Vatica-
no che ha eroso la tracce di laicità che
sopravvivevano al Concordato? Solo
una controffensiva culturale può avvia-
re l'Italia a recuperare la laicità perduta
col Concordato, sul quale oggi è impen-
sabile una battaglia politica, ma su cui
deve essere avviata una battaglia cultu-
rale; e non solo mettendo in luce l'enor-
mità dei privilegi economici concessi,
ma interrogandoci sulla reale sovranità
politica dello Stato italiano dopo la co-
siddetta Conciliazione (un nome che
tradisce l'origine risorgimentale e l'arre-
tratezza culturale di un'impostazione
che Craxi ha corretto solo nel suo punto
più illiberale, quello cioè per cui la reli-
gione cattolica è stata di fatto
la religione di Stato fino al
1984). Inoltre nell'odierna so-
cietà multiculturale il Concor-
dato rende molto problematica
l'elaborazione di una legge sul-
la libertà religiosa. Ad esem-
pio: poiché l'uguaglianza di
fronte alla legge è un valore
fondante della Costituzione,
l'insegnamento scolastico do-
vrebbe essere garantito a tutte
le religioni, anche se l'educazio-
ne religiosa può essere impartita in fa-
miglia, in chiesa e nelle associazioni. Bi-
sogna anche riflettere sul sostegno eco-
nomico dello Stato alle scuole confessio-
nali perché educare in un ambiente
chiuso e fortemente identitario vuol dire
costruire nei giovani un Io che non si
sviluppa nel confronto con l'Altro, ma
in una condizione che lascia indifesi di
fronte ai pregiudizi e agli stereotipi, che
produce diffidenza e timore. E inoltre l'i-
dentità si può ridurre al solo fattore re-
ligioso? "Se l'essere musulmano fosse l'u-
nica identità di una persona di religione
islamica…. l'identificazione religiosa
porterebbe su di sé l'enorme fardello di
dover decidere delle tantissime altre
scelte che una persona si trova ad af-
frontare in altri ambiti della sua vita".
(Amartya Sen). E questo ci riporta di
nuovo anche al tema del rapporto fra il
cittadino e lo Stato, tema non nuovo se
così si esprimeva il pagano Celso :"Del-
le due l'una, come vuole la ragione. Se
essi (i cristiani) rifiutano di rispettare in
pieno le leggi dello stato in cui vivono
allora non raggiungano l'età virile, non
prendano moglie, non allevino figli…Se
invece prenderanno moglie e metteran-
no su famiglia, mangeranno i frutti de-
gli alberi e prenderanno parte agli even-
ti della vita civile, allora dovranno tri-
butare il loro rispetto alle autorità inca-
ricate e prestare tutti i servizi dovuti al-
la società" (cit. da M.T.Fumagalli).
Caccia al relativismo
Quali verità
Stefania Friggeri
“i rischi per la democrazia non
vengono solo dall'arretratezza
culturale di certe autorità
cattoliche, ma anche dai
processi di globalizzazione”
Manet, Signora con ventagli, 1873-1874 (particolare)
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