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Numero 2 del 2007

Famiglia allargata e in evoluzione


Foto: Famiglia allargata e in evoluzione
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Testi pagina 8

febbraio 2007 noidonne8
Secondo i dati Istat, crescono le nuovetipologie familiari. Complessivamen-
te sono circa 5 milioni le famiglie che l'I-
stituto Nazionale di Statistica definisce
come "nuove forme familiari": single, ge-
nitori soli non vedovi, coppie di fatto
celibi e nubili, coppie in cui almeno un
dei due partner proviene da una prece-
dente esperienza coniugale. Sono circa
600mila le libere unioni (convivenze
non sancite da matrimonio), 700mila le
famiglie "ricostruite" (cioè formatesi do-
po lo scioglimento di una precedente
unione coniugale di almeno uno dei
partner); convivono il 19% dei gay tra i
35 e i 39 anni e il 32% delle donne omo-
sessuali della stessa età. In prevalenza
lettrici e lettori di noidonne ritengono
(68%) che in presenza di una società
mutata, nella quale anche il concetto di
famiglia muta, affrontare la questione
delle unioni civili rappresenta un modo
per riconoscere questi cambiamenti. Per
il 18% il Governo non potrà esimersi
dall'attuare dispositivi ad hoc, così co-
me previsto dal programma e per il 14%
dovrà farlo entro i termini della legisla-
tura. Molte risposte ribadiscono che il
tema delle unioni civili debba compren-
dere anche quelle omosessuali, e vengo-
no identificate come problematiche/cri-
ticità tutti gli aspetti legati ai figli (ivi
compresa l'adozione), ai diritti di suc-
cessione, alla cura e l'assistenza del/del-
la convivente, al subentro come titolare
nel contratto di affitto o alla pensione
di reversibilità. Un primo passo appare
l'accordo della maggioranza di gover-
no, che ha stabilito di presentare un pro-
getto di legge gennaio 2007, raccoglien-
do quanto scritto nel programma della
coalizione, e cioè
il "riconoscimen-
to giuridico di di-
ritti, prerogative
e facoltà alle per-
sone che fanno
parte delle unioni
di fatto" preci-
sando che "al fine
di definire natura
e qualità di un'u-
nione di fatto,
non è dirimente il
genere dei convi-
venti né il loro
orientamento ses-
suale. Va considerato piuttosto, quale
criterio qualificante, il sistema di rela-
zioni (sentimentali, assistenziali e di so-
lidarietà), la loro stabilità e volontarie-
tà". La rilevanza statistica delle unioni
civili, e l'ampio dibattito sulla parità
dei diritti tra etero- ed omosessuali pro-
mosso dai militanti gay, ha fatto sì che
numerosi Paesi si siano dotati, negli ul-
timi anni, di una legislazione per rico-
noscere e garantire diritti per i compo-
nenti dell'unione. Nell'Unione europea il
quadro relativo alla legislazione sulle
convivenze è oggi molto variegato:
alcuni Paesi hanno adottato l'u-
nione registrata, chiamata anche
partnership o coabitazione registra-
ta, che garantisce specifici diritti e
doveri anche alle coppie dello stesso
sesso. I diritti e doveri possono essere
identici, lievemente diversi o molto
diversi da quelli delle coppie normal-
mente sposate. La registrazione è a
volte aperta anche alle coppie etero
non sposate; è il caso del Pacs ("Pat-
to civile di solidarietà") approvato in
Francia.
altri Paesi hanno scelto di regola-
rizzare le unioni civili con la coabi-
tazione non registrata, con la quale
alcuni diritti e doveri sono automati-
camente acquisiti dopo uno specifico
periodo di coabitazione. La coabita-
zione non registrata è valida, quasi
esclusivamente, per le coppie etero
non sposate.
Altri ancora - Olanda, Belgio e
Spagna - oltre ad aver approvato il
riconoscimento giuridico delle cop-
pie non coniugate di qualunque ses-
so, hanno aperto il matrimonio alle
coppie dello stesso sesso per realizza-
re la parità perfetta tra etero e omo-
sessuali.
Nel 2000 con una risoluzione il Par-
lamento europeo, chiese ai quindici pae-
si dell'Unione di "porre fine agli ostaco-
li frapposti al matrimonio di coppie
omosessuali ovvero a un istituto equi-
valente, garantendo pienamente diritti e
vantaggi del matrimonio e consentendo
la registrazione delle unioni". Nel 2003
l'Europarlamento ribadì queste tesi
adottando una nuova risoluzione, con
cui ha invitato ancora una volta paesi
come l'Italia a dotarsi di una normativa
adeguata. La questione ha visto il for-
marsi di schieramenti contrapposti.
Dalle colonne dell'Avvenire (11 gennaio
2007), Francesco D'Agostino - ordinario
di Filosofia a Tor Vergata/Roma - affer-
ma che nel caso delle coppie di fatto "ci
siano esclusivamente esigenze di legitti-
mazione simbolica e nessuna esigenza
sociale reale e concreta da tutelare". Per
risolvere le questioni dei diritti, queste
"potrebbero essere tranquillamente risol-
te addirittura senza ricorrere allo stru-
mento della legge, ma con una normati-
va di tipo amministrativo". In merito a
un contratto-tipo lo vede possibile "solo
per regolamentare non le convivenze
more-uxorio, semmai quelle tempora-
nee, extra-affettive che coinvolgono ad
esempio lavoratori in trasferta, studenti
che condividono appartamenti...". Ste-
fano Ceccanti, capo dell'ufficio legisla-
tivo del Ministero delle Pari Opportuni-
tà, afferma che "il riconoscimento delle
coppie di fatto" rappresenta una moda-
lità per estendere alcuni diritti, e "con la
registrazione dell'unione da parte dello
Stato aprirebbero le porte ad una gam-
ma più ampia di diritti e doveri". La leg-
ge oggi è necessaria perché "le coppie di
fatto hanno una tutela a chiazze, dovu-
ta quasi solo alla giurisprudenza che ha
riconosciuto diritti volta per volta, sulla
base dei casi concreti sottoposti all'at-
tenzione dei giudici. Le nostre proposte-
prosegue - consistono nel dare efficacia
dichiarativa (e non costitutiva di diritti,
se non come eccezione) alla registrazio-
ne delle persone facenti parte dell'unio-
ne, in radicale distinzione rispetto al
matrimonio".
Rosa M Amorevole
Sondaggio di gennaio
Pacs, anzi unioni civili.
Finalmente se ne discute !
dati rilevati fino al 15/01/07
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