Numero 10 del 2008
Futuro (passato) prossimo
Testi pagina 8
Tutte sanno che scriviamo venti gior-ni prima dell'uscita della rivista,
quindi non aspettatevi oroscopi sulle
elezioni americane. Parliamo, tuttavia,
ancora di questa, che è una delle cam-
pagne elettorali più forti per gli interessi
in campo (non solo americani) e per
l'eccezionalità del momento storico. Le
donne sono coinvolte come qualunque
cittadino/a politicamente impegnato/a:
infatti sono in gioco alcune donne, ma
non politiche di donne.
Tuttavia non c'è giornale o tv che
non abbia dedicato, almeno una volta,
il proprio servizio al "fattore D". Sarem-
mo noi. In veste democratica con Hil-
lary Clinton, repubblicana con Sarah
Palin. Hillary non è una mammoletta e
ha cercato di vincere sulla sua idea fis-
sa dei diritti sociali, ma Obama non l'-
ha gradita neppure come vice; Sarah si
compiace di essere definita "barracuda"
e "pitbull", ama le armi e la famiglia e
McCain la usa come carta vincente. Le
donne sanno di non essere tutte uguali e
tanto meno tutte virtuose: in qualunque
ambiente si incontrano individue deter-
minate su scelte politiche precise e pit-
bull nostrane che praticano lo sgambet-
to senza guardare in faccia nessuno. Di
solito vincono perché assomigliano di
più al modello competitivo maschile e
gli uomini le riconoscono.
Il "fattore D", così com'è, è solo im-
magine. Un'immagine che fissa la don-
na secondo lo sguardo degli uomini,
sguardo che riguarda anche le molte
donne che adottano passivamente i ruo-
li tradizionali.
Ha pesato a favore di Obama il con-
senso della popolazione nera americana
che si è sentita finalmente rappresenta-
ta. Eppure l'immaginario, almeno quello
repubblicano, doveva essersi ricono-
sciuto da gran tempo in Condoleeza Ri-
ce, donna e nera, ministra degli esteri
così devota a Bush da averlo chiamato
"marito". Evidentemente la destra di co-
lore non conosce identificazione con le
sue donne: meglio pitbull, inesperta e...
bianca.
I democratici, se avessero letto i pro-
grammi, si sarebbero accorti che gli stes-
si neri avrebbero avuto più vantaggi
dall'ostinata difesa (messa alla prova
già nella prima amministrazione Clin-
ton) dei diritti sociali e della sanità
pubblica di Hillary. Gli organizzatori
della campagna hanno perseverato nel
privilegiare la razza (diciamo piuttosto
"il colore" perché la razza non esiste):
così ancora una volta gli Usa non
avranno una presidente. Solo in caso di
vittoria dell'anziano McCain, per qual-
che sua emergenza, un giorno o l'altro si
potrebbe vedere una pitbull alla Casa
Bianca.
Continueremo allora a parlare di
donne senza distinguere quali donne e
quali politiche?
Il governo Berlusconi è pieno di mi-
nistre e sottosegretarie: alzi la mano chi
si sente non dico rappresentata, ma an-
che solo gratificata. Non possiamo,
dunque, restare ferme alle considerazio-
ni sul riequilibrio della rappresentanza
e sulle quote. O ragionare di politica sul
solco di scelte così "neutre" da ritrovarci
sempre estraniate non solo da valori e
proposte con cui vorremmo contribuire
a salvare il mondo e possibilmente noi
stesse, ma anche da termini di sicurezza
per il futuro delle famiglie.
Il neutro non è "ciò che non è nessu-
no dei due" (che non vuol dire nulla),
ma "ciò che non è né uomo né donna". Il
neutro è un'astrazione che diventa un
espediente di comodo per dare universa-
lità al maschile. La famiglia non è neu-
tra. Le donne dovrebbero essere libere. I
bambini non sono illegittimi se non se
ne vede il padre. Tuttavia la ministra
della giustizia francese, Rachida Dati,
che è anche marocchina, è incinta e cor-
re il pericolo di uscire dal dicastero per-
ché non rivela il nome del padre. La
campagna elettorale usa il modello Sa-
rah Palin mettendo in primo piano i
quattro figli, l'ultimo down e la prima
incinta e in procinto di sposare il com-
pagno di scuola: tutte cose belle, figu-
rarsi, non fosse che l'obiettivo politico è
la restaurazione del familismo e il siste-
ma della destra. Gli americani vedran-
no Sarah, finito il lavoro di comprima-
ria alla Casa bianca, andare a casa a
fare una torta: altra cosa bella, che fac-
ciamo tutte, ma che non è il fine ultimo
delle comuni aspirazioni. Il governo
ottobre 2008 noidonne8
Il fattore “D”
Neutro&maschio
Giancarla Codrignani
Foto elaborata da Marina Laurenti