Numero 6 del 2008
1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
Testi pagina 8
giugno 2008 noidonne8
C'è Ministra e Ministro
Anche se giornalisticamente si chia-
mano "novità", quando riguardano don-
ne e parità, si tratta sempre di vecchi re-
pertori. C'è stata, tuttavia, una novità
da non dimenticare: le giornaliste con-
servino a futura memoria le foto che ri-
traggono Carme Chacòn mentre passa
in rassegna con il suo enorme pancione
le truppe spagnole in Afganistan. Zapa-
tero ha scioccato l'opinione pubblica
machista (come sarebbe da noi il gen.
Del Vecchio, candidato del Pd, che si
augurava un esercito senza omosessua-
li e dotato di "case di piacere" per i sol-
dati in missione), nominando un gover-
no di nove ministre e otto ministri; ma
l'effetto più eversivo è stato la donna in-
cinta alla Difesa. La riconosciamo come
il simbolo della contrapposizione istitu-
zionale fra possibili scelte di vita e pos-
sibili scelte di morte. Proprio perché no-
minata in stato visibile di maternità,
l'immagine di Carme deve contribuire a
modificare nell'immaginario collettivo il
rapporto governo/genere. Una gover-
nante - pur destinata come tale, anche
se donna, a non cambiare l'esistente del-
le prassi - si è qualificata, mentre stava
predisponendo una vita, a comandare
l'istituzione storicamente maschile di
una "difesa" funzio-
nale all'uso delle ar-
mi e della morte. Do-
po le recenti, dis-
astrose elezioni la
posta elettronica ha
continuato a tra-
smettere messaggi
forti solo da parte del
sesso chiamato debo-
le. La costituente Te-
resa Mattei, mentre
esprimeva con deci-
sione "disgusto" per il
suo paese, costatava
che le macerie signifi-
cano l'uscita di scena di realtà non più
vive: per questo, quando la situazione è
azzerata, si ricomincia a
creare futuro con i giova-
ni, le loro associazioni e
movimenti. Cari leaders
politici maschi, capite al-
meno in "questa" emer-
genza che dovreste punta-
re su di noi più che sulle
competizioni di potere
che vorreste insegnare an-
che a noi?
Cara Emma…
Emma Marcegaglia:
anche per la presidente
della Confindustria c'è da
fare. Femminista o no, co-
me le parlamentari, do-
vrà omologarsi a respon-
sabilità storicamente ma-
schili. Tuttavia è donna e
sa che il lavoro femminile
è, nel nostro paese, così
inferiore alle medie euro-
pee da costituire un impe-
dimento alla crescita.
Il senatore Ichino ha
proposto la detassazione
selettiva del lavoro fem-
minile, affinché le imprese assumano
più donne per risparmiare sui contributi
e cresca la possibilità che le occupate
spendano in asili e servizi. A qualcuna
di noi anche questo sembra un imbro-
glio e ci riserviamo di pensarci insieme.
Ma la Confindustria deve agire da subi-
to contro la discriminazione del lavoro
femminile e i ricatti che pesano sulle la-
voratrici. Neanche per Emma sarà stato
soddisfacente che la ragazza che aveva
scritto al Presidente della Repubblica
per annunciargli di essere in procinto di
abortire perché priva di possibilità di
mantenere il figlio, abbia ricevuto da un
industriale in dono settecento euro per
sei anni. La maternità dovrebbe essere
considerata un diritto e non un atto
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Giancarla Codrignani