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Numero 2 del 2008

Politiche scomode


Foto: Politiche scomode
PAGINA 8

Testi pagina 8

Non si prevedeva che, dietro il gio-chino di Giuliano Ferrara della mo-
ratoria per l'aborto, ci fosse una così
subdola congiura.
Erano già pronti il cardinal Ruini, la
senatrice Binetti, perfino Sandro Bondi
con una mozione profetica depositata
da tre mesi in Parlamento. Il seguito di
teodem veri e falsi è stato addirittura
convalidato dal cardinal Bagnasco e
dallo stesso Benedetto XVI.
Una chiesa che ha accolto senza bat-
ter ciglio al Family day i conviventi, sia
praticanti, sia atei-devoti, e che ha con-
ferito un titolo ecclesiastico al pluridi-
vorziato Sarkozy, evidentemente ritorna
a discutere sull'aborto solo per contra-
stare il governo Prodi e (meno) distur-
bare le elezioni spagnole. L'affermazione
del presidente della Cei che il PD potrà
far rimpiangere Togliatti, ha fatto capi-
re che il Vaticano intende condizionare
tutti i mediatori disposti alla "sana" lai-
cità della religione.
Come donne, pur preoccupate per i
destini del governo, ci occupiamo di
questa contingenza dal punto di vista
della nostra pratica politica.
Sarà bene dire esplicitamente che, se
le donne avessero davvero parte nel po-
tere reale, l'aborto finirebbe presto e for-
se non ci sarebbe mai stato. Perché la
donna che ricorre all'interruzione di gra-
vidanza è una donna che non voleva re-
stare incinta. Infatti, neppure un maso-
chista pazzo chiederebbe volontaria-
mente di andare sotto i ferri. Se gli uo-
mini avessero avuto a cuore - anche nel-
l'interesse del proprio eros - relazioni ci-
vili con le donne, non si sarebbero limi-
tati a rapporti sessuali egoistici; ancora
oggi non si informano se la partner è
disposta alla maternità o desidera esse-
re cautelata. Nei secoli passati l'igno-
ranza comportava ruoli indiscussi e per
legge esisteva la figura - che ripetiamo
con orrore retrospettivo - del debito co-
niugale. La chiesa - ma potremmo dire le
religioni in genere - rimane fissa al prin-
cipio della riproduzione (anche se la
Bibbia distingue l'essere umano dagli
animali) e al reme-
dium concupiscen-
tiae, espressione or-
renda che contami-
na la sacralità del
matrimonio. Nep-
pure i papi devoti
alla Madonna han-
no mai pensato che
la figura di Maria è
così alta perché ha
liberamente accon-
sentito alla mater-
nità divina: il Si-
gnore, evidente-
mente un gentiluo-
mo, le ha inviato
un angelo non per
informarla di un
fatto, ma a chiederle il consenso. I cleri-
cali perseverano tutti, a danno dei va-
lori umani, nell'omertà con il privilegio
maschile e parlano dell'aborto come di
un peccato che non li riguarda e che in-
duce permissivismo morale. Le donne
sono le responsabili della maternità e se
ne fanno carico con piena coscienza:
sanno benissimo che nel loro grembo si
sviluppa una vita e vorrebbero sentirla
con la gioia di una scelta voluta, non
con lo sgomento conseguente ad una
violenza. L'indulgenza fin qui praticata
anche dalle donne verso le "debolezze"
maschili, sia la colpevolizzazione socia-
le che esclude uno dei due protagonisti
del rapporto sessuale e dà priorità di di-
ritti all'embrione rispetto alla madre,
hanno fin qui permesso che solo le don-
ne si siano fatte carico "fin dall'inizio
del concepimento" della responsabilità
genitoriale. E' per dignità che hanno ac-
cettato di definire l'aborto una "piaga
sociale" e di chiedere per legge l'autono-
mia nella decisione tragica. Gli uomini,
in gran parte, accettano di farsi da par-
te, senza tuttavia (anche i più clericali)
sentirsi responsabili. Se politici (anche i
religiosi lo sono), esercitano ipocrita-
mente il loro tradizionale potere. I ma-
schi non osano più dirlo allo stesso mo-
do di un tempo, ma restano convinti di
possedere pulsioni sessuali più esigenti
che li autorizzano ad avere dei diritti
sul corpo delle donne, anche le più ama-
te. Una relazione condivisa nella pas-
sione e non nelle conseguenze, non può
più essere giustificata: l'uomo non può
febbraio 2008 noidonne8
Giancarla Codrignani
Lotta all’aborto? No guerra di potere
Legge 194
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