Numero 11 del 2009
Sex love & ...
Testi pagina 8
Anna Sampaolo coordina i corsi del-la sezione AIED di Roma. Quali so-
no le attività da voi svolte?
Da diversi anni coordino corsi di
educazione sessuale nelle scuole medie,
elementari e superiori. I corsi vengono
attivati su richiesta dei consigli d'istitu-
to e del collegio docenti e trattano
aspetti medici, anatomici e fisiologici,
ma anche psicologici. Un tema a me ca-
rissimo è quello delle identità di genere
e dei ruoli sessuali. È importante stimo-
lare riflessioni sui modelli proposti nella
società e vedere in maniera critica i
messaggi di pubblicità e media perchè
stiamo parlando di ragazzi e ragazze in
fase di costruzione dell'identità e che
stanno allontanandosi dai modelli della
famiglia per costruirsi i propri.
Secondo lei ragazzi e ragazze di og-
gi sanno... come nascono i bambini?
Su aspetti anatomo-fisiologici c'è una
discreta disinformazione. Molti non
sanno dove sia l'imene. C'è chi lo pone
dopo il collo dell'utero, chi dentro la va-
gina e così via.
Non si può dire però che non possie-
dano informazioni basilari sulla con-
traccezione: quanto meno è abbastanza
diffusa l'informazione che il profilattico
difenda dalle malattie sessualmente tra-
smissibili (MST) quali condilomi, candi-
da, sifilide, herpes, AIDS e dalle gravi-
danze. Il fatto è che tra essere informati
e modificare i propri comportamenti il
passaggio non è così diretto.
Ci sono differenze tra maschi e fem-
mine rispetto a temi quali la con-
traccezione?
Tendenzialmente le femmine sono più
informate, anche perché il 'passaggio'
per loro può essere più delicato. Il corpo
'impone' una maggiore riflessione sulla
perdita della verginità; ma è come se le
informazioni non fossero sufficienti. Il
punto è capire quali possano essere le
difficoltà, le resistenze rispetto all'uso
dei contraccettivi oppure, per quanto ri-
guarda la MST, come si possa far emer-
gere le preoccupazioni senza terrorizza-
re i ragazzi e quindi provocare meccani-
smi di rimozione del pericolo; sull'uso
del profilattico ad esempio bisogna con-
tinuare a parlare di quelle 4 o 5 regolet-
te fondamentali su come si usa.
Perché tanti profilattici si rompono?
Oltre alla cura nella conservazione,
quando si infila il profilattico si deve
schiacciare il serbatoio. I ragazzi non lo
sanno, per questo nei corsi AIED lo ripe-
tiamo il più possibile. Mi sembra che
questa informazione venga trascurata,
anche nell'ambito di campagne inform-
ative e sui media.
Come si svolgono i vostri corsi?
Ad esempio, a Roma copriamo 6-7
classi di ogni scuola per circa 15 scuole
ogni anno. Una volta le lezioni erano
frontali; alla fine si potevano porre do-
mande anonime con dei bigliettini.
Ora le cose sono molto cambiate, si
lavora in cerchio in modo interattivo
partendo dalle conoscenze di ragazzi e
ragazze, offrendo stimoli e commentan-
do insieme. Si usano immagini eloquen-
ti, ad esempio di pubblicità, e si suscita
un dibattito. Abbiamo mantenuto la
possibilità di esprimersi in forma anoni-
ma, sulle paure dei primi rapporti ses-
suali e altri temi.
Quali sono le maggiori paure?
Quello che emerge è che ci sono ansie
sia nei maschi sia nelle femmine. Questo
è molto importante perché quando si
vede tutti insieme che c'è una similitudi-
ne nell'approccio alla 'prima volta', si
abbassano sensibilmente le ansie e la
paura di essere giudicati. Nei maschi in
genere prevale un'ansia di prestazione,
mentre nelle femmine la paura di non
essere belle o di farsi vedere nude.
Come vede la possibilità di una 'edu-
cazione sessuale' rivolta anche alle
famiglie?
Penso che incontri per i genitori non
sarebbero una cosa sbagliata. Noi ab-
biamo sperimentato degli incontri aperti
e sono stati positivi. La cosa importante
è coinvolgere i docenti di ruolo, in modo
tale che i ragazzi e le ragazze sappiano
di avere una persona con cui parlare.
Dove possono rivolgersi i giovani in
caso di bisogno?
Esiste una rete di strutture. Spesso i
giovani invece si rivolgono solo ad ami-
ci, magari più grandi, raramente ai geni-
tori. Esistono invece consultori per adole-
scenti, pubblici e privati, dove si può an-
dare anche se minorenni per consulenze,
visite ginecologiche o andrologiche.
Di sesso si parla fin troppo e male.
Cosa ne pensa?
C'è una grande confusione. Da un la-
to ho l'impressione che l'approccio libe-
ro e 'sereno' sulla sessualità tanto sban-
dierato in giro sia solo 'letteratura'.
Dall'altro lato esiste una sorta di
soggezione o di turbamento quando si
parla di sessualità: bisogna sfatare l'i-
dea che sia una cosa di cui vergognarsi.
Criticità e speranze?
Da quasi vent'anni un disegno di leg-
ge per introdurre l'educazione sessuale
nelle scuole giace in qualche cassetto e
ci sono sempre meno fondi a disposizio-
ne. La speranza è che si riesca a supera-
re gli ostacoli che impediscono alla
scuola italiana di formare e informare
meglio le nuove generazioni.
L'AIED, Associazione Italiana per
l'Educazione Demografica, nasce nel
1953 per diffondere il concetto e il co-
stume della procreazione libera e re-
sponsabile, promuovere formazione e
crescita culturale sui temi della ses-
sualità, della prevenzione, della lotta
alle discriminazioni e alla violenza.
Info www.aied.it
novembre 2009 noidonne8
Amplessi e complessi
Intervista ad Anna Sampaolo
Elena Ribet
verginità, ansie e ruoli maschili
e femminili, malattie
sessualmente trasmissibili:
ne parliamo con la
coordinatrice AIED