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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
PAGINA 8

Testi pagina 8

“Prima di tutto vennero a prenderegli zingari / e fui contento perché
rubacchiavano./ Poi vennero a prendere
gli ebrei / e stetti zitto perché mi stava-
no antipatici./ Poi vennero a prendere
gli omosessuali / e fui sollevato perché
mi erano fastidiosi. / Poi vennero a pren-
dere i comunisti / ed io non dissi niente
perché non ero comunista./ Un giorno
vennero a prendere me / e non c'era ri-
masto nessuno a protestare". Così canta
Bertolt Brecht, ma le sue sagge parole di
avvertimento non sono state accolte al
momento degli editti bulgari contro Bia-
gi, Santoro, ecc., anzi il mondo dei me-
dia si è fatto via via sempre più com-
piacente e cortigiano. Lo scandalo infat-
ti è scoppiato solo questa estate - a di-
stanza di tempo, troppo tempo - quan-
do un giornale al servizio del Piccolo
Cesare ha fatto una mossa inaudita: ha
osato attaccare nientemeno che un or-
gano ufficiale della Chiesa cattolica, un
soggetto che si sentiva inattaccabile per
il buon motivo che per governare l'Italia
sembra fondamentale ottenere l'appog-
gio della Chiesa. O più esattamente, es-
sendo la Chiesa un organismo comples-
so, ottenere l'appoggio sia del Vatica-
no Oltretevere, sia della CEI, cioè dei
vertici che guidano i fedeli al di qua del
Tevere. Due centri di potere fra i quali
c'è qualche non trascurabile divergenza,
emersa anche durante lo scontro Fel-
tri/Boffo. Se infatti l'Avvenire, racco-
gliendo le voci disgustate dei suoi letto-
ri, ha criticato, tardivamente e con pru-
denza, i comportamenti del Cavaliere, il
direttore dell'Osservatore Romano,
Vian, rivendicata la scelta di aver ta-
ciuto sulle stesse vicende (in quanto at-
tinenti alla sola sfera privata) ha giudi-
cato "imprudenti" alcune parole di Bof-
fo sull'Avvenire, ad esempio l'accosta-
mento fra la Shoah e la morte in mare
dei profughi eritrei, e definito "eccellen-
ti" i rapporti Stato/Chiesa. Forse non do-
vremmo stupirci troppo se l'Osservatore,
organo del Vaticano, si muove in un'ot-
tica diplomatica, mentre l'Avvenire,
espressione dell'episcopato italiano, in-
terviene sulle questioni nazionali in una
prospettiva pastorale. I due poteri, dopo
la slabbratura emersa nei primi giorni,
hanno cercato di ricomporre le loro di-
vergenze soprattutto di fronte all'opinio-
ne pubblica cattolica; la quale comun-
que ha assistito ad un'altra puntata del-
la silenziosa lotta di lobby e correnti al-
l'interno dei corridoi vaticani dopo l'era
Ruini. Tanto che c'è persino chi intrave-
de nella mossa di Feltri una botta alla
cordata episcopale ruiniana; il che non
dispiacerebbe a quella dei vertici curia-
li Ratzinger-Bertone, che si sono preoc-
cupati di distinguere fra peccato e pec-
catore, cui la Chiesa deve offrire il suo
perdono se s'impegna ad emendarsi.
Ma di tutto questo squallido e ma-
chiavellico maneggio potremmo infi-
schiarcene se non fosse che l'esito di
questa guerra, di cui ci sfuggono troppi
fattori, avrà ripercussioni importanti
sul nostro Paese. Riuscirà l'UDC (se vin-
ottobre 2009 noidonne8
Crisi nei poteri e tutela delle libertà
Chiesa e Stato
Stefania Friggeri
Presidio dei giornalisti
davanti al Parlamento il 9 giugno 2009
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