Numero 5 del 2009
La nuova Europa
Testi pagina 8
Usando il semplice buon senso lametto così: diritto alla vita "sì", ma
prima ancora diritto ad evitare le soffe-
renze che non siamo in grado di soppor-
tare. Diversa la posizione del magistero
cattolico. Come spiegarla? Guardiamo
ai simboli, elemento fondante di ogni
comunità, religiosa e non: un uomo in
croce. E ora un breve cenno storico: "Af-
frettati a tormentarmi con supplizi an-
che maggiori per colpire la mia profes-
sione di fede. Il combattimento deve es-
sere accanito e io con questo ti vincerò
come soldato di Cristo…Io vincerò Sa-
tana, il principe del tuo esercito". Queste
le parole del martire Tirso che vengono
così commentate da M. Teresa F. B.
Brocchieri: "Due elementi sottolineano
l'importanza del sacrificio nella nuova
religione: innanzitutto il modello pro-
viene dal suo stesso fondatore…in se-
condo luogo la commemorazione del
suo sacrificio, ripetuta quotidianamente
dal sacerdote, costituisce il momento
centrale della ritualità religiosa, diven-
tando per i fedeli il precetto centrale".
Un soffio di questo spirito non alita for-
se anche nelle parole del "Cammino" di
Escrivà, il fondatore dell' "Opus Dei"?
"Benedetto sia il dolore. Amato sia il do-
lore. Santificato…", oppure: "Che im-
porta soffrire 10 anni, 20, 50… se poi
viene il cielo per sempre?". Parole che
fanno pensare a Welby, o a Nuvoli che
per andarsene ha dovuto lasciarsi mori-
re d'inedia. Ma la dimensione salvifica
del dolore, tradizionale nella cultura
cattolica (l'Italia infatti è il paese d'Oc-
cidente in cui negli ospedali si fa il mi-
nor uso di oppiacei) è stata messa in
crisi sia dalla secolarizzazione sia dagli
"abusi di una civiltà tecnologica tota-
lizzante, così gonfia di sé e dei suoi suc-
cessi, da volersi sostituire alla Natura"
(G. Reale). L'ostinazione di tenere la
morte fuori dalla porta turba infatti
molti e stupisce l'incoerenza di un Papa
che se da un lato guarda con sospetto
alla scienza (staminali embrionali e
Darwin), dall'altro chiede ai parlamen-
tari di equiparare il sondino al cuc-
chiaio. E questo in una società in cui i
farmaci ci rendono molto meno rasse-
gnati di fronte alla sofferenza, tant'è che
prima ancora dell'approvazione del ddl
Calabrò già si parlava di referendum.
Ma c'è anche chi, consapevole della po-
tenza mediatica che la Cei può mettere
in campo, e dei soldi (l'8 per mille è ser-
vito anche alla propaganda politica in
occasione del referendum sulla 40 e del
Family Day), propone altre iniziative.
Preoccupazioni giustificate che testimo-
niano come ormai la laicità non vive
più in Italia e quanto il Vaticano con-
tribuisca, insieme a Berlusconi, a demo-
lire la democrazia nel nostro paese. Ri-
torniamo, ad esempio, al percorso par-
lamentare della legge 40. Il progetto,
avviato nel 1997 da M. Bolognesi, ap-
proda dopo due anni spesi a mediare
coi cattolici ad un equilibrio "di alto li-
vello", che però viene impallinato dagli
emendamenti fino all'approvazione di
un testo simile alla 40. Si ricomincia a
discutere e si sarebbe andati avanti
chissà quanto ma, nel maggio 2003,
Papa Woityla chiede "subito l'appro-
vazione della legge". Che infatti viene
blindata ed approvata. Veniamo poi ai
Dico, un testo di legge che, nonostante
gli incontri della Bindi con l'alto clero,
viene accusato di non rispettare i valori
cattolici della famiglia, raccomandati
come il solo antidoto alla crisi della so-
cietà. Per dotare la Chiesa delle armi
più efficaci atte ad arginare l'avanzata
maggio 2009 noidonne8
Le leggi e l’Opus Dei
Laicità addio
Stefania Friggeri