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Numero 4 del 2009

Felici combinAzioni


Foto: Felici combinAzioni
PAGINA 8

Testi pagina 8

Un intellettuale cattolico, V.Mancu-so, scrive a proposito del testamen-
to biologico: "Io ritengo che la delibera-
zione della libertà sulla propria
vita…sia la condizione per essere con-
formi al volere di Dio. Il senso dell'esi-
stenza umana è una continua ripetizio-
ne dell'esercizio della libertà." E mentre
in Germania, dove il pluralismo religio-
so tiene a freno le spinte integraliste, un
cardinale cattolico e il presidente delle
Chiese protestanti firmano insieme un
modello di testamento biologico ("Dun-
que non è questione di essere cattolici,
ma di essere un certo tipo di cattolici"
commenta Augias), in Italia "assistiamo
allo spettacolo di una Chiesa isterica:
che non è amareggiata ma arrabbiata,
che non parla ma grida, anzi talora in-
sulta, che non suggerisce ma
ordina...facendo pressioni su chi tiene il
bastone del comando." (ibidem). Scrive
"le Monde": il Vaticano "ha invaso" l'Ita-
lia, sì ma non da oggi: lo Stato del Vati-
cano, stato straniero, non vuole lascia-
re ai cittadini italiani l'autodetermina-
zione sulle questioni che riguardano la
vita e la morte: la legge 40, i Dico, le li-
nee guida della 194, l'obiezione di co-
scienza ed ora il testamento biologico.
Ma in questi anni non sono mancate vo-
ci, anche di cattolici, che denunciavano
il progressivo avanzare in Italia di una
controriforma confessionale e chiama-
vano le forze politiche a difendere la lai-
cità dello Stato, il solo strumento per
fermare la bulimia della Cei. Ma l'ap-
pello non è stato raccolto e la situazio-
ne si è degradata al punto che l'associa-
zione "Libertà e giustizia" ha pubblicato
a sua volta un appello a pagamento
sulle pagine di "Repubblica". "Rompia-
mo il silenzio" è la denuncia del degra-
do morale e del disfacimento sociale di
un paese dove la democrazia cede alla
demagogia, dove la laicità è diventata
un valore negoziabile. E Zagrebelsky,
primo firmatario, chiama alla difesa
della Costituzione perchè non diventi
un guscio vuoto "ciò che ci si dà quan-
do si è sobri perché valga quando siamo
ubriachi". E quando il caso Englaro di-
vide il paese in guelfi e ghibellini, quan-
do ancora una volta viene chiesto al le-
gislatore di prendere posizione fra due
diritti (qui quello della volontà di Elua-
na e quello dei "difensori della vita", ma
anche: quello dell'embrione e quello del-
la madre, quello del medico e quello del
paziente terminale, quello della donna
che chiede l'aborto e quello del medico
obiettore…) ancora una volta è la Co-
stituzione che può ridare serenità ad un
paese disarticolato e incattivito: come l'
"Habeas corpus" (1679!) essa limita la
sovranità dello Stato riconoscendo al
cittadino la sovranità sul suo corpo. Ma
questa difesa dell' "habeas corpus" non
può essere condivisa dalla destra che
aspira a trasformarci tutti da cittadini
soggetti di diritti in consumatori e non
si fa scrupolo di mettere le mani sul cor-
po delle donne, dei migranti, di Eluana.
Ma neppure condivisa dal Vaticano che
avrebbe preferito che anche in questo
caso, come in quello dell'aborto o degli
omosessuali dichiarati, i cittadini, anzi-
ché farsi scudo dei diritti garantiti dalla
Costituzione, facessero la scelta tutta
italiana del "si fa ma non si dice", del
procedere discreto in silenzio, come ri-
chiede l'ipocrisia del perbenismo socia-
le. Questa rinnovata alleanza trono-al-
tare contro un cittadino che si è rifiuta-
to di agire di nascosto col consenso di
un medico compiacente, ma si è rivolto
al diritto per sapere come procedere nel
rispetto delle norme vigenti, ha costretto
il PD ad uscire dalle incertezze. E quello
che preoccupa non è la posizione, scon-
tata, dei teodem ma la posizione della
Bindi: che ieri ha presentato un progetto
di legge sulle coppie di fatto così an-
nacquato che solo alla Cei poteva sem-
brare innovativo, e oggi si unisce al co-
ro di chi rimprovera ad Englaro di avere
creato un caso politico. Non v'è dubbio
che per un cattolico italiano l'autorevo-
lezza delle parole del Papa è tanto gran-
de che rischia di trasformarsi in autori-
tà (Locke, uno dei padri delle libertà ci-
vili, dichiarava indegni del beneficio
della tolleranza i cattolici perché "sono
al servizio di un altro sovrano e a lui
devono obbedienza"). Anche di fronte
alle forme più gravi di interferenza nel-
la vita politica italiana, i politici catto-
lici hanno sempre dichiarato la loro do-
verosa e filiale attenzione, animati dal
desiderio di accogliere le indicazioni
dell'alto magistero. E intanto, grazie al-
la politica mediatica della destra (vedi
gli ecclesiastici invitati in tv a dare le
direttive su problemi etici), in Italia è
passata l'idea che in tema di etica la Pa-
rola, con la p maiuscola, spetta alla
Chiesa cattolica. Ma Zagrebelsky la ve-
de così: "Le posizioni in tema di etica
possono essere prese in due modi: in no-
me della verità e del dogma; con regole
generali e astratte oppure in nome della
carità e della compassione…un appro-
do comune (fra cattolici e laici) sarà
possibile soltanto se prevarrà l'amore
cristiano contro la verità cattolica". A
mio modo di vedere una impostazione
lontana dalla "virtù del dubbio" nasce
paradossalmente dal peccato che la
Bibbia chiama il più grave: il peccato
d'orgoglio, il peccato di Lucifero che in-
aprile 2009 noidonne8
Il “Superomismo” politico,
culturale e religioso
Italia Today
Stefania Friggeri
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