Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 8
La festa della donnacade l'otto marzo in
ricordo della strage av-
venuta a New York nel
1908. Stupisce però che,
nel commemorare quel
tragico evento, se viene
tracciata un'analisi di
come si è venuta conso-
lidando nel tempo l'im-
magine servile e disprez-
zabile della donna, non
ci si spinga mai indietro
a ricordare una strage
secolare: la caccia alle
streghe. Una carneficina
durata dal XIII al XVIII
secolo in tutta l'Europa
cristiana, frutto mo-
struoso della misoginia
di un mondo primitivo,
violento ed istintuale.
Ma se gli ebrei protesta-
no energicamente ogni-
qualvolta il Vaticano
minimizza la sua re-
sponsabilità nella for-
mazione dell'antisemiti-
smo, perché le donne
non spingono le chiese
cristiane a riconoscere
di avere giustificato per
secoli con argomenti
dottrinari o teologici i
pregiudizi e i costumi ti-
pici della società pa-
triarcale, nemica della
donna? Perché non chiedere un tardivo
atto di onestà intellettuale ammettendo
che, in una società in cui l'analfabeti-
smo era quasi universale e l'ignoranza
scientifica favoriva la superstizione, an-
che i rappresentanti dell'alta gerarchia
ecclesiastica, nonostante il latino, cre-
devano nelle favole e nei riti magici? Le
stesse guaritrici, le levatrici e le "erbarie"
si affidavano non solo alla loro espe-
rienza ma, seguendo le modalità scara-
mantiche trasmesse di generazione in
generazione, vi aggiungevano formule e
rimedi bizzarri ed inquietanti che dava-
no un sapore di prodigio alle loro prati-
che. Alle quali, intrise di formule oscure
ed incomprensibili, veniva attribuito
potere sulla vita e sulla morte: un com-
portamento inaccettabile per le chiese
cristiane le quali non potevano tollerare
che la natura obbedisse
ad altra forza se non a
quella divina. Ma come
avviene che, in un cre-
scendo di follia misogi-
na, le guaritrici diventa-
no le streghe, le amanti
di Satana? Ce lo spiega
M. Mantello nel suo
"Sessuofobia, Chiesa
cattolica, caccia alle
streghe", ed. Procaccini.
Quando, tra il XIII e il
XV secolo le misere con-
dizioni di vita, rese più
tragiche dal ripetersi di
carestie ed epidemie,
sfociano in rivolte rurali
e in diverse forme di ere-
sia (con accuse all'alto
clero ricco e corrotto di
tradire il messaggio
evangelico), "i gruppi di-
rigenti, che ben si guar-
dano dal rinunciare ai
loro privilegi, cercano
facili capri
espiatori…In una socie-
tà ove ignoranza e su-
perstizione sono dila-
ganti, il bersaglio privi-
legiato su cui scaricare
la responsabilità dei dis-
agi sociali, delle carestie
e delle malattie erano
sempre stati gli ebrei, a
cui si aggiungono gli
eretici e poi anche le streghe". Avviene
così che, in una tragica ed inarrestabile
escalation di disumanizzazione e di im-
barbarimento culturale, si arriva all'or-
ganizzazione disciplinata ed efficiente
della caccia alle streghe. Che vede il suo
apice nella pubblicazione (1486-87),
del "Malleus maleficarum"(il martello
per lo sterminio delle malefiche) dove la
donna è definita "un mostro seducente
…dal volto odoroso ma con il ventre di
capra, la coda di vipera…Il contatto
con la donna è fetido…il suo nome è
morte…(nelle donne c'è una cosa) che
non dice mai basta: la bocca della vul-
va, per cui esse si agitano con il diavo-
lo per soddisfare la loro libidine". Leg-
gendo questo autentico manuale/guida
per gli inquisitori (ben 34 edizioni fino
al 1670) risulta evidente che i domeni-
cani tedeschi Kramer e Sprenger, definiti
dal Papa regnante "diletti figli", erano
persone gravemente disturbate psichica-
mente che, ossessionate dal sesso, con
argomenti dottrinari cercavano di nega-
re a se stessi il loro desiderio/paura del-
la donna. E l'immagine tradizionale di
Eva peccatrice forniva il pretesto per
soddisfare la loro fantasia malata nel
suggerire metodi crudeli d'indagine, a
partire ovviamente dall'esplorazione del
corpo nudo: si cercava una qualsiasi
imperfezione della pelle (macchia o
neo) a dimostrazione del contatto car-
nale col diavolo, mentre una verruca o
porro erano interpretati come la mam-
mella con cui allattare i diavoletti (ma
poiché la natura demoniaca li rendeva
immuni al dolore e magari invisibili, il
corpo intero delle poverette veniva infil-
zato di aghi). Ed inoltre anche se la
donna messa alla tortura negava, la
sua fine era comunque segnata perché
se ne deduceva che la forza di soppor-
tare il dolore le veniva da Satana. Leg-
gendo gli stralci di alcuni processi ri-
portati dalla Mantello la straordinaria
somiglianza delle confessioni colpisce,
ma non stupisce. Perché l'inchiesta non
mirava ad indagare la vita delle accu-
sate, ma a confermare il pregiudizio del-
la donna "porta del diavolo", a rassicu-
rare il corpo sociale che l'Inquisizione
era vigile ed attiva nel controllare e pu-
nire con violenza ogni atteggiamento
femminile non conformista, per non dire
autonomo o ribelle (anche se in vari ca-
si l'accusa di stregoneria nasceva dal
desiderio di vendetta o dalla cupidigia
di appropiarsi dei beni sottratti alle dis-
graziate). E' vero: la tortura negli inter-
rogatori, le esecuzioni in piazza, i roghi
degli eretici erano procedimenti conside-
rati accettabili a quei tempi, ma quale
blocco mentale ci trattiene dal prendere
atto delle conseguenze che ha avuto nel-
le società europee il fatto che le chiese
abbiano sacralizzato la nostra sotto-
missione al maschio leggendo nella Bib-
bia l'inferiorità femminile? Se la caccia
alle streghe, anche bambine, è andata
marzo 2009 noidonne8
Streghe. Chiediamo giustizia
Chiesa e misoginia
perchè la Chiesa non spiega
come mai in un crescendo
di follia misogina le guaritrici
sono diventate streghe,
amanti di Satana?
Stefania Friggeri
segue alla pagina accanto