Numero 1 del 2011
Il futuro in testa
Testi pagina 8
ATTUALITA
vi
\ CHIESA
o TABU E SESSO
E I PRINCIPI
NON
NEGOZIABILI i,
e l’ignoranza degli italiani regna
sovrana sul Vangelo, non sor-
prende che sulla storia della
chiesa conoscano poco più del
caso clamoroso di Alessandro VI
(un contemporaneo definì il
suo pontificato intriso di “sangue e di
spermaâ€). Ma dalla lettura di I papi e 1']
sesso di Eric Frattini, si apprende che “la
no dai Borgia non era straordinaria. In-
fatti, una volta salito al soglio, spesso attraverso il nepoti-
smo e/o la corruzione, il papa poteva concedersi, come ogni
monarca assoluto, qualsiasi lusso e licenza. Col tempo in-
somma Roma andò molto lontano dal rigorismo della Chie-
sa primitiva i cui seguaci erano così radicali da praticare per-
sino l’autocastrazione. Fino al III secolo tuttavia solo i mo-
naci erano obbligati alla castità e gli abitanti dei villaggi ac-
coglievano malvolentieri i preti non sposati perché temevano
che avrebbero avvicinato le loro donne. Se rileggiamo in-
fatti la storia della Chiesa con gli occhi del XXI secolo si ri-
mane sbalorditi: il Concilio di Ankara (314) condannò espres—
samente la zoofilia che, essendo diffusa nelle zone più iso-
late dell’impero, fino ad allora non era stata considerata pec-
cato; al Collegio di Tours (567) furono presi seri provve—
dimenti contro l’omosessualità (si dorme in celle singole),
contro la zoofilia (non si tengono animali nei conventi), con-
I gennaio I 20
s
“OGGI BENEDETTO XVI tro l’inanellamento del pene (per evitare
HA RIPRESO
LA TRADIZIONALE
CONTRAPPOSIZIONE
DELLA CHIESA
ERA NATURA
mostruosa lussuria†praticatainVatica- E CONTRONA—I—URAJ
l’erezione); il Concilio di Toledo (694) ri-
conobbe la sodomia come una pratica mol-
to diffusa e pertanto Sergio I (687 -701) sta—
bilì pene severissime per chi praticava il
“terribile peccato†che “fa discendere
sulla terra la fame, la peste, il terremoto e
un’infinità di mali che nessun essere uma-
no potrebbe descrivereâ€; il Concilio di
Reims (1049) decretò quali pene infligge—
re a chi si masturbava, a chi ingoiava lo sper-
ma, a chi beveva sangue mestruale, a chi impastava il pane
sul sedere nudo di una bambina (sic). L’estensione di una
minuziosa casistica per guidare il confessore, ancora pre—
sente oggi, risale infatti ai tempi antichi: Gregorio I (590-
604) scrisse diversi libri in cui argomentava in modo cir—
costanziato sul sesso, chiedendosi, ad esempio, se l’eiacu-
lazione spontanea fosse peccato, come la masturbazione, e
se era più grave eiaculare durante il sonno o dopo un pa-
sto abbondante; sempre Gregorio I riteneva che l’incesto,
se il maschio eiaculava in vagina, fosse meno grave di un coi-
tus interruptus e, analogamente, giudicava più grave so—
domizzare una donna che una bambina, ancora incapace
di concepire. Ovvero: da sempre il sommo magistero, nel
binomio sesso- riproduzione, ancora oggi ribadito e con-
fermato, vede l’unica salvezza dal peccato carnale (anche se
oggi comincia a traballare di fronte ai milioni di morti di Aids