Numero 4 del 2015
Cibo nemico - anoressia bulimia
Testi pagina 8
6 Aprile-Maggio 2015
Il 7 febbraIo, lo stesso gIorno In cuI I fanatIcI
musulmanI InsanguInavano ParIgI, è uscIto
Il romanzo dI m. Houllebecq “submIssIon”,
ovvero la sottomIssIone della francIa
all’Islam: nel 2020 I PartItI dI centrosInIstra,
Per evItare la vIttorIa dI le Pen, strIngono
alleanza con la fratellanza musulmana
francese Il cuI leader vIene eletto PresIdente.
la francIa dIventa una socIetà PatrIarcale
e mIsogIna, ma soddIsfatta: dImInuIsce la
dIsoccuPazIone PercHé le donne, cHe non
Portano PIù la mInIgonna, escono dal mondo
del lavoro, la dedIzIone femmInIle al lavoro
dI cura rende obsoleta la PrevIdenza socIale,
sI afferma la PolIgamIa: una donna gIovane e
desIderabIle Per Il sesso, una sPosa matura e
robusta Per I lavorI domestIcI.
Quanto al governo, Ben Abbes chiede solo il ministero dell’e-
ducazione attraverso il quale potrà influire sulla sensibilità e sul
pensiero dei giovani (in Italia, a parte Berlinguer, il ministero
dell’istruzione è stato sempre ricoperto da un cattolico). Dalle
pagine di “Submission” esce la voce di Cassandra? La storia
ci insegna che l’incontro fra i popoli, a parte i casi terrificanti
di genocidio, sempre produce un meticciato culturale, anche
quando l’integrazione appare contro natura, come nel caso
dell’incontro fra il razionalismo e l’apertura alle diverse fedi del
mondo grecoromano, pagano, e lo spirito intollerante del mo-
noteismo cristiano. E oggi, di fronte al fenomeno dell’emigra-
zione dai paesi islamici, è più realistico parlare di incontro
o di scontro? anche perché la stragrande maggioranza dei
migranti non proviene da paesi in cui opera la laicità, principio
fondante della democrazia, ma da paesi dove il potere politi-
co è conteso fra le diverse chiese (sciiti, sunniti, wahabiti, fra-
telli musulmani, salafiti….) e le lotte interne all’islam ricordano
quelle interne alla cristianità che hanno insanguinato l’Europa
secoli fa (vedi la guerra dei Trent’anni fra cattolici e protestanti
o i Pellegrini del Mayflower che, per salvarsi dalla persecuzio-
ne religiosa hanno varcato l’oceano e fondato la prima colonia
degli Stati Uniti dove non a caso convivono senza contraddirsi
la laicità dello Stato e un grande rispetto per la religione. Le
vignette francesi, infatti, non sono state pubblicate negli USA,
un paese la cui cultura non è stata alimentata da quella pagana
della Grecia antica dove Aristofane nelle “Rane” nominava gli
dei con parole empie ed oscene; e questo mostra la sua diso-
mogeneità con l’Europa, in particolare con la Francia di Rabe-
lais dove la satira è vissuta come ossigeno del pensiero critico
e sintomo di salute democratica. Charlie Hebdo è la rivista
di un paese dove da secoli si fa politica anche a colpi di
matita e dove è forte l’eredità degli illuministi (Voltaire: “Se
Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo”, Diderot: “Infatti
l’hanno inventato”); le sue battaglie culturali sono dirette con-
tro il potere, in primo luogo militare, sbeffeggiando e mettendo
alla gogna anche le chiese. Ma ora, dopo la tragedia, ci si in-
terroga intorno alla dicotomia classica fra il diritto alla critica e
l’offesa: è legittimo criticare tutto, anche la religione? Per i gior-
nalisti di Charlie Hebdo sì, perché anche la religione (una co-
dIrIttI umanI
e IllumInIsmo
L’importanza deLLa Libertà spirituaLe neLLe chiese
e deL dibattito che suscita
di Stefania Friggeri
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