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Numero 8 del 2016

Felicità, parliamone


Foto: Felicità, parliamone
PAGINA 8

Testi pagina 8

6 Luglio-Agosto 2016
Fra i diversi temi sui quali deve misu-rarsi papa Francesco per alleggeri-re il peso della tradizione che frena
il cammino della Chiesa cattolica verso il
rinnovamento, fondamentale è la rivisita-
zione del modello e del ruolo della donna.
Sul conflitto fra i sessi, sullo sforzo seco-
lare delle donne per guadagnare relazioni
umane collaborative e soddisfacenti, apre
uno sguardo insolito, ma molto interessan-
te, Rudolph M. Bell, col suo “La santa
anoressia. Digiuno e misticismo dal
Medioevo ad oggi”. L’autore dell’epilo-
go, W. M. Davis, così sintetizza il risultato
dell’analisi di Bell: “la santa anoressia (è)
in parte una risposta alla struttura sociale
patriarcale del cattolicesimo medioevale”.
In effetti la lettura delle vite delle sante ano-
ressiche porta a concludere che, all’inter-
no di una società profondamente religiosa,
dove la fede in Dio è l’ossigeno respirato
fin dall’infanzia, queste figure femminili,
nella loro ricerca di perfezione spirituale,
trovano nell’anoressia la strada che per-
Sante & Stereotipi
Secondo il volere di Santa Madre chieSa
di Stefania Friggeri
mette loro di raggiungere una condizione
di autonomia. Giudicando troppo blanda
ed insufficiente la disciplina della vita con-
ventuale, la santa anoressica offre il suo
corpo in sacrificio a Dio per conquistarne
l’amore e diventare sua sposa (“Voglio che
in questa vita tu abbia fame e desiderio di
me”): sopportando con una volontà ferrea
e disumana una vita di crudeli penitenze
affinché l’anima trionfi sui vizi della carne,
cancellata ogni sensazione di fame, di de-
siderio sessuale, di sonno, la santa ano-
ressica conquista il privilegio di entrare in
comunione con Dio - comunione diretta,
senza alcun intermediario, compreso il
clero maschile. Vedi ad esempio Caterina
da Siena che, stanca delle battaglie con-
tro i famigliari che volevano sposarla, un
giorno chiamò i genitori e i fratelli e li con-
sigliò di “ mandare a monte ogni impegno
di nozze perché in nessun modo intendo
fare il comodo vostro; ed io devo obbedire
più a Dio che agli uomini”. E quelli final-
mente smisero di ostacolarla. Essere la
sposa di Dio, infatti, significa non esse-
re soggetta ad alcuna autorità terrena
ma a Dio, l’autorità riconosciuta come la
più alta ed indiscutibile. Illuminante anche
il caso di Angela da Foligno che per lunghi
anni visse così depressa da desiderare la
morte perché non sentiva l’Amore di Dio,
nonostante le torture che si infliggeva per
soffrire come Gesù in croce; mentre cura-
va un lebbroso bevve l’acqua in cui era-
no caduti dei pezzetti di carne putrefatta
“ricevendone la sensazione di aver fatto
la comunione” e solo “gradualmente il
suo corpo le permise di obbedire alla sua
anima e si professò suo servo” (ma anche
Caterina da Siena bevve il pus spremuto
dal petto di una donna cancerosa). Nel
contesto sociale in cui vivono le sante
anoressiche medioevali la soppressione
degli istinti vitali fisiologici viene interpreta-
ta come favore divino, come eccezionale
esempio di trionfo dello spirito sul corpo,
e la narrazione delle loro vite, si diffonde
oltre le mura cittadine condita di miracoli
e straordinarie eccentricità. Ma le sante
anoressiche non dichiarano guerra solo
al proprio corpo, ma a tutti coloro che, fa-
miliari o clero, cercano di opporsi alla loro
autonomia: siamo nel XIII secolo quando
gli ordini mendicanti richiamano la Chiesa
ad un rinnovamento spirituale, mandando
un messaggio che “conteneva un ener-
gico rifiuto della gerarchia ecclesiastica”.
Nel clima suscitato dai predicatori france-
scani e domenicani le donne sono ispirate
“ad andare al di là del passivo ruolo ripro-
duttivo di Maria … (cercando) di diventare
la sposa di Cristo. In questa loro ricerca i
corpi diventano impedimenti, penosi pro-
memoria delle realtà terrene che cercava-
no di trascendere …. la santa non poteva
più essere semplicemente considerata un
ricettacolo di grazia divina, sempre biso-
gnosa della guida maschile. Alla donna-
oggetto, sprovvista di spiritualità interiore,
succedette la donna-soggetto, creatrice
del suo destino”. In effetti le sante ano-
ressiche, con le loro forme di comunio-
ne diretta con Dio, ponevano una seria
sfida alla Chiesa prelatizia maschile
che, dopo la riforma di Lutero, timorosa
delle tendenze protestanti, guardava con
sospetto ogni espressione religiosa; e i
chierici, sempre più diffidenti, sorveglia-
vano strettamente la religiosità femminile
“interponendosi fra la penitente e Dio,
difendendo gelosamente le prerogative
di un clero esclusivamente maschile”.
E infatti la Riforma cattolica, restituita
ogni autorità al magistero, promosse
la santità femminile nella Chiesa CattoliCa è in sintonia Con la soCietà patriarCale
e Con il no all’autonomia della donna
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