Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 7
noidonne marzo 2007 7
Tutte le sere la stessa scena: lei e lui,sposi ormai attempatelli, finivano di
cenare e si sedevano sul divano a guar-
dare la TV. Qualunque fosse il program-
ma, dopo pochi minuti un ronfare, pri-
ma sommesso, poi sonoro, annunciava
che lui si era felicemente addormentato.
A questo punto ogni tentativo di ripor-
tarlo alla coscienza era inutile: inutili
gli schiaffetti, i pizzichi, gli scossoni. Se
ne ricavava solo un ringhio irato da
mastino napoletano e qualche parolac-
cia bofonchiata con voce da sonno.
Alla fine un specie di zombie si alza-
va e, barcollando andava a buttarsi sul
letto. La moglie restava in compagnia
dell'onorevole Giovanardi o dell'avvo-
catessa Bernardini De Pace che spiega-
vano qualche mistero della politica o
della giustizia. Perché, si chiedeva, do-
veva vivere come un suora, priva dei
casti amplessi che il matrimonio le ga-
rantiva? Quando al mondo era tutto un
parlare di sesso, quando le menti più il-
luminate discutevano di piacere e di or-
gasmo, quando in televisione avevano
preparato letti doppi per gli accoppia-
menti di due che, prima del Grande Fra-
tello, non si conoscevano nemmeno.
Non si può dire che questa moglie in-
soddisfatta non avesse sperimentato
tutti i rimedi contro la frigidità del ma-
rito consigliati dalle amiche, dalle rivi-
ste, dagli specialisti di sessuologia.
L'ultima delusione era stata la bian-
cheria intima. Colpa delle soap e dei
film americani. Le scene più bollenti
erano quelle in cui una donna appariva
in déshabillé, sia pure dal medico o per
cambiarsi d'abito. Una mossa proibita
per i poveri maschi che parevano igno-
rare come fossero le donne sotto i vesti-
ti e si scioglievano come pupazzi di ne-
ve al sole. Pizzi, trine, generose scollatu-
re, audaci trasparenze non avevano sor-
tito alcun effetto. Non restava che chie-
dere aiuto alla scienza. Ed ecco la mo-
glie sconsolata, ma ancora fiduciosa, ti-
rare fuori da un cassetto una confezione
di Viagra rimediata avventurosamente,
e sciogliere nel bicchiere di vino del ma-
rito la famosa pillola azzurra che fa so-
gnare migliaia di uomini affetti da tur-
be sessuali. Già se lo immagina come
sarà la notte, tutta slanci di passione,
meglio che a vent'anni. La misura del-
l'amore è amare senza misura, recita un
vecchio detto: allora perché non ag-
giungere una seconda pillola? Gli am-
plessi si raddoppieranno, saranno ore
travolgenti.
Arriva la sera, la cena, la solita sce-
na sul divano. Pare che non succeda
niente di nuovo e soprattutto di erotico
finché non si sente un sospiro, poi un ge-
mito. E 'il preludio della notte d'amore?
No, il marito grida che si sente male,
ha dolori lancinanti al petto, poi si
accascia semisvenuto, è pallido come
un morto. Via di corsa all'ospedale
dove i medici diagnosticano un infarto.
Poteva morire. Ma c'è qualcosa
che non è chiaro e la moglie pian-
gente e confusa viene interrogata
a lungo finché la verità non salta
fuori. E' da incoscienti giocare con
un farmaco così rischioso, con
una dose esagerata, sciogliendo
oltretutto la pillola nell'alcool: i
sanitari, dopo un primo sbalordi-
mento, spiegano all'afflitta signo-
ra che il Viagra non è un elisir d'a-
more e non funziona se l'uomo,
come nel caso di suo marito, non
prova desiderio sessuale.
Nel mondo delle tradite o delle
deluse che vogliono riconquistare
un uomo, questa storia al Viagra
ha un sapore tutto speciale per la
sua unicità e per il suo essere so-
spesa fra progresso e ignoranza.
Si può ricorrere a un mezzo mo-
derno per seguire una credenza
antica; che ci sia all'esterno di noi e dei
nostri sentimenti qualcosa che impedi-
sce la nostra felicità e che può essere ri-
mosso. Maghi e fattucchiere si arricchi-
scono su queste speranze che poi an-
dranno in fumo.
Pozioni magiche, rituali tenebrosi,
amuleti carissimi scacceranno il maloc-
chio, l'impotenza maschile, la frigidità
femminile, l'infertilità coniugale. La col-
pa di tanta sfortuna è della cognata,
della vicina di casa, della collega -qua-
si sempre una donna- che hanno opera-
to una qualche "fattura". Uno spreco
femminile di intelligenza, di tempo, di
denaro.
Mentre la "fattura" miracolosa po-
trebbe essere un'altra: il dialogo sincero
che spesso porta al chiarimento degli
equivoci, la confidenza che ammette le
debolezze, le spiegazioni che ricreano
l'armonia o il coraggio di accettare che
un rapporto è finito.
Amore in pillole
Il peggio di noi
Giuliana Dal Pozzo
viagra e pozioni sostituiscono
il dialogo e la comprensione
Matisse, Testa di Laurette
con la tazzina di caffé, 1917 (particolare)
Matisse, Greta Moll, 1908 (particolare)