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Numero 4 del 2009

Felici combinAzioni


Foto: Felici combinAzioni
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Testi pagina 7

noidonne aprile 2009 7
tranzisti e anche Ahmadinejad - a cui la
Russia ha consegnato gli ultimi pezzi
della discussa centrale nucleare - reagi-
sce per ora con minor aggressività e i
democratici iraniani potrebbero, in vi-
sta delle elezioni, ritrovare qualche spa-
zio.
Israele resta al centro delle discussio-
ni sul Medio Oriente: è dal 1947 che si
discute, senza produrre fatti. Negli Usa,
oltre alla ben nota lobby ebraica, esiste
ormai la lobby araba, ma i paesi petro-
liferi stanno - per ora - dalla parte del-
l'Occidente e l'influenza sulla Casa
Bianca non ha lo stesso peso elettorale.
La terribile offensiva su Gaza (Piombo
fuso) non è stata estranea al rinnovo
della presidenza americana, anche per
la casuale contestualità con la crisi vo-
luta da Olmert e l'anticipo delle elezioni
in Israele. Forse a Tel Aviv qualcuno
sperava in una vittoria repubblicana;
invece adesso tocca alla Clinton.
Hillary Clinton è il nuovo Segretario
di stato. Per piacere non diciamo "meno
male una donna", perché a lei toccherà
la maggior parte di un lavoro negoziale
duro e ingrato. E sicuramente non di ge-
nere. La visita in Cina è stata rivelatrice
e Amnesty International ha deplorato la
mancanza di riferimenti, nei colloqui
con Hu Jintao, alla situazione dei diritti
di libertà all'interno del paese e, soprat-
tutto, in Tibet. La Cina, però, ha inve-
stito un terzo delle sue riserve valutarie
in dollari e gli Usa non possono subire
un deprezzamento della propria moneta
in tempi di crolli bancari: per questo
hanno prodotto un dossier di denuncia
delle violazioni cinesi a Washington,
ma non possono discuterne con il go-
verno di Pekino per non "interferire - so-
no le parole della Clinton - sulla crisi
mondiale, il cambiamento climatico e
la sicurezza". Per ora non conviene a
nessuna della due parti far crollare il
dollaro già pericolante.
Hillary ha riaperto il dialogo con la
Siria, probabilmente atteso anche dietro
le formali ostilità di quel governo; ha
fatto capire alla destra israeliana che si
deve tratta a partire dai "due stati"; con
Lavrov, il collega agli esteri russo sorrisi
e battute gelate, ma il processo di disar-
mo globale deve andare avanti... La si-
gnora corre per il mondo sperando di es-
sere stratega di pace e di essere capita
nel suo paese anche se non opera mira-
coli.
La situazione è, dunque, tutt'altro
che facile. Non mancano, tra gli ameri-
cani, quelli che vorrebbero tornare a fa-
re perno su se stessi. Ma l'autosufficien-
za non esiste più: gli Stati uniti non pos-
sono più essere né autoreferenziali né
imperiali. Neppure in America latina e
tanto meno in Europa. Non potrebbero
più isolarsi e fare a meno degli altri. Lo
scenario aperto dalla crisi consiglia
prudenza e, insieme, coraggio. Ma cam-
biare costa fatica e non gratifica. Anche
per noi europei la crisi sarebbe perfino
un'opportunità per cementare l'Unione e
gestire una politica dell'euro che tenga
in piedi l'economia, senza abbandonare
la legalità e i diritti, sul piano interno e
internazionale, in sinergia anche con gli
Stati uniti. Lo diciamo come auspicio,
sapendo che anche da noi si ragiona
prima con la propria pancia e che fini-
remo per pensare egoisticamente: non
abbiamo aiutato neppure i paesi dell'Est
europeo, anche non ignorando che, per
esempio, l'Unicredit ha investito in Turk-
menistan e, se fallisce là, il danno ci ri-
cadrà addosso.
il populismo globale sta lesionando le democrazie.
Il presidente Obama da il meglio anche in politica estera e a
Hillary Clinton, Segretario di Stato, tocca il lavoro
negoziale. Duro e ingrato e “sicuramente non di genere”
concetti e autori di Emanuela Irace
Facebook
A proposito di quelli che dicono:
"se non ci siamo frequentati per 20 anni,
un motivo ci sarà?"
Per ogni novità si creano opinioni. Convincimenti e ideologie che polarizzano le passioni
come in un derby cittadino. Dal caso Englaro al ponte sullo stretto; dalle centrali nucleari
al revisionismo storico. Non si è salvato neanche facebook con la sua scia integralista - che
prima ancora di sperimentare il modello - se ne allontana con superbia fideistica. Nei paesi
del campanile c'è sempre posto per neo-religioni che per definizione barattano logica con
dogma, sperimentazione con fede.
Rita era la prima della classe. Passava i compiti quando glielo chiedevi e suggeriva alle inter-
rogazioni. Dopo quasi quarant'anni la ritrovo su facebook. Scambiamo i telefoni e parliamo
in un abbraccio più sincero del corpo. Oltre lei ho ritrovato Nica che vive a Londra... Fabia
fa la giornalista. Nicoletta si occupa di animali, Augusto vive per i figli, Romana per il mari-
to, Maretta arreda barche e Corrado, come Gennaro, non si aspetta più di quello che ha.
Con fb Ho messo insieme una quarantina di tasselli che hanno composto la mia vita dai 6
ai 18 anni. Ho anche ritrovato compagni dell'università con i quali non ho più niente da
dire. Colleghi di giornali e tv con cui non ho nulla da scambiare. Facebook è come un gior-
nale. Con gli articoli di fondo, la cronaca, il gossip, le recensioni, gli annunci economici, ecc.
Dipende da quello che vuoi leggere. Se vuoi stare in superficie, se vuoi saltare, chattare, o
se vuoi fermarti per capire. La tipologia umana e intellettuale che offre è sterminata.
Materiale da scrivere e produrre e ruminare per anni. Più di un viaggio. E' verticale, diacro-
nico. Attraversa una vita, è cannibale. Strappa pezzi costringendoti al ricordo. E' più di una
piazza. Molto più di un unico incontro. E' multiplo e prolifero. Sterminato e incantatore. E'
la vita. Né più e ne meno di quella reale.
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