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Numero 2 del 2009

Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...


Foto: Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
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Testi pagina 7

noidonne febbraio 2009 7
de questione. Di fatto, invece, si tratta-
va di sanare il diritto dall'ipocrisia del-
la doppia morale e, soprattutto, di aiu-
tare la donna che era palesemente "la
vittima" di un incontro da cui lei non
avrebbe voluto derivare una maternità.
Poteva essere uno stupro, ma, anche nel
matrimonio era sempre una violenza.
Eppure ho passato serate a spiegare a
uomini adulti, padri di famiglia, depu-
tati e senatori che ritenevano giusto
estendere il periodo "di riflessione" della
donna prima di concederle l'autorizza-
zione: "allora, il primo mese non se ne
accorge, il secondo corre ai ripari; se le
imponiamo un intervallo di quindici
giorni arriva al terzo mese. Dite che non
vogliamo e facciamo prima...".
Le donne si erano trovate unite - an-
che con le democristiane - nel 1975 per
rinnovare il diritto di famiglia e anche
per l'aborto trovarono un'intesa, anche
se clandestina e implicita. Tutte sapeva-
no che il problema era comune e che la
ragazza che frequentava la parrocchia e
che, non potendo ricevere l'assoluzione
ma dovendo prendere la comunione per
evitare pettegolezzi, commetteva un sa-
crilegio che la colpevolizzava ancor di
più. Tutte le madri cattoliche potevano
giurare per sé, ma non per le figlie e le
amiche delle figlie... Fu così che, quan-
do, approvata la 194, la DC e la Chie-
sa decisero e sostennero il referendum
abrogativo, due terzi del paese votaro-
no per il mantenimento della legge. Fu
una vittoria delle donne, di cui i partiti
ebbero paura e che coprirono di silen-
zio. Oggi, a trent'anni di distanza, il
mondo è cambiato e si capisce che il si-
lenzio non ha giovato. La parola aborto
non fa più paura, anche se la Chiesa
parteggia per l'embrione e non evange-
lizza se stessa e i maschi. La contracce-
zione è lasciata all'intelligenza privata.
La scienza ha realizzato la pillola abor-
tiva. Le ragazze, allora, sono più libere?
Difenderanno la legge, se sarà riforma-
ta? Pasolini diceva che l'aborto rischia-
va di diventare un'altra delle "comodità
del sistema" che sottometteva gli italia-
ni al "potere dei consumi e del nuovo fa-
scismo". Come donne non è così tanto
cresciuta la nostra libertà da essere "pa-
ri" in tutti i rapporti, anche personali:
c'è violenza sulla strada, ma anche
quando ammettiamo qualcuno nel no-
stro letto. Che ci amiamo, che siamo
coppia stabile o che ci prendiamo sol-
tanto un po' di piacere, noi non siamo
"pari" se non vogliamo derivare una ma-
ternità dall'incontro.
Eppure l'aborto e tutti i suoi proble-
mi, i traffici degli obiettori e dei farma-
cologi, la prediche morali e moraliste fi-
nirebbero in un sol giorno se valesse la
regola che due che desiderano avere un
rapporto si dicano se sono disposti a de-
rivarne un figlio o a chiedere, altrimen-
ti, chi dei due si "protegge"?
Ragazze, oggi non rischiate più di
morire di prezzemolo o di ferro da cal-
za, anche perché 500 euro da dare a un
medico, eventualmente obiettore, ce le
avete tutte; poi qualche pillola del gior-
no dopo ve la potete assumere (anche se
con precauzione). Ma perché ci deve es-
sere disparità di dignità, di responsabi-
lità, di potere con i maschi, anche quel-
li che amiamo davvero e che davvero ci
amano?
Forse farebbe bene a tutte - e a tutti -
leggere il libro di Scirè: è un libro di sto-
ria con la maiuscola.
“... la pressione più forte, dentro e fuori dai partiti, fu la
scesa in campo delle donne, divenute "movimento" a
prescindere dalle sigle delle associazioni a cui appartenevano”
L'aborto e la responsabilità
In 30 anni la legge 194, che pure ha contribui-
to alla riduzione dell'IVG, ancora è oggetto di dis-
cussione. La D'Elia - Vicepresidente e Assessora
alla Cultura della Provincia di Roma - parte da una
rilettura dei testi femministi e del dibattito politi-
co e istituzionale dell'epoca per ricostruire stori-
camente e da un punto di vista femminista 'il pro-
cesso di elaborazione del principio di autodeter-
minazione da parte delle donne e le vicende che
portarono nel 1978 all'approvazione della legge
sull'interruzione volontaria della gravidanza'.
Obiettivo del libro è "non perdere un patrimonio di riflessione che donne di
generazioni diverse hanno prodotto e che rischia di essere offuscato dal dis-
corso pubblico". In questo senso l'autrice, tra l'altro, sottolinea che il prin-
cipio di autodeterminazione "così come elaborato dalle donne, è stato per
loro misura della propria esperienza" ed esamina le differenti posizioni tra il
femminismo "della libertà" (che chiede la depenalizzazione) e quello "istitu-
zionale" (che difende la legge). L'ultimo capitolo è dedicato alla procreazio-
ne assistita che, con il fallimento dei referendum abrogativi del 2005, pone
la donna e la madre nella condizione di "inessenziale contenitore di un pro-
cesso vitale su cui non può intervenire".
L'aborto e la responsabilità
Le donne, la legge, il contrattacco maschile
Cecilia D'Elia
Ed Ediesse, pagg 149, euro 9,00
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