Numero 8 del 2010
Idee in viaggio
Testi pagina 7
5noidonne | luglio-agosto | 2010
ATTUALITÀ
una della generazione che ha combattuto la batta-
glia per la libertà sessuale e per la legalizzazione del-
l’aborto - non era ancora una cattolica osservante
- sente che il discorso sulla vita è rimasto confina-
to tra due barriere ideologiche contrapposte: “na-
turalmente, un Paese
civile deve avere una
legge sull’aborto, ma
questa necessaria tu-
tela delle donne in
un momento di fra-
gilità non è mai una
vittoria per nessu-
no”. Comprensibili
a suo giudizio le ra-
gioni delle straniere
in condizioni di pre-
carietà e di paura,
non delle adolescen-
ti sessualmente tra-
sgressive: “ragazze
nate negli anni ‘90,
ragazze cresciute in
un mondo permissi-
vo, a cui certo non
sono mancate le pos-
sibilità di informar-
si.... Per quale ragio-
ne accettano rappor-
ti non protetti? Si
rendono conto della
straordinaria ferita
cui vanno incontro
o forse pensano che,
in fondo, l’aborto
non sia che un mez-
zo anticoncezionale
come un altro?”.
Tamaro concludendo ritiene che siano meno fe-
lici delle loro madri e nonne, in una società che, fin
da bambine, tratta il loro corpo come merce, nella
latitanza della famiglia, della chiesa, della scuola e
nel dominio dei media che omologano. Così non ci
sarà “né passato né futuro. solo uno specchio in cui
ci riflettiamo infinite volte, come nei labirinti dei luna
park... Siamo in mille, ma siamo sole”.
Al pessimismo di Tamaro si è affiancata Maria
Laura Rodotà, accusatrice delle vetero-femministe
che, dopo “le prime, vitali (per molte donne sì, vi-
tali) conquiste sono andate dove le portava l’ombe-
lico e, invece di battersi per quote sul lavoro e asili
nido, hanno passato svariati anni a discutere di pen-
siero della differenza”.
Al contrario Barbara Mapelli, pedagogista, accu-
sava addirittura di malafede l’intervento di Tamaro
che “sbrigativamente e colpevolmente archiviato il
femminismo degli anni ’70, si muove verso un’ana-
loga operazione”, come se ignorasse che la nostra
scuola è l’unica in Europa a non avere mai avuto pro-
grammi che prevedano istituzionalmente l’educa-
zione sessuale e che le giovani donne non sono “un
esercito di piccole Barbie tutte uguali”.
Con altro intendimento Bia Sarasini ha criticato
nell’intervento di Tamaro un’assenza di “storia” che
non induce a pensare né “che la tirannia del corpo e
della bellezza sia propaganda, una potente campa-
gna di immagine imposta alle donne, un’arma per
bloccare, anzi, meglio, azzerare i risultati di quella li-
berazione”, né che anche questa nuova “mistica della
promiscuità” sia una ricerca di libertà. “Bisogna
avere ben chiaro che è la libertà femminile l’oggetto
della contesa”, mentre il titolo apposto dal Corriere
rimuove il femminismo “come se il femminismo non
avesse nulla da dire, di significativo per tutti, sulla
società e la politica.
Come se non facesse parte della storia del Paese.
Come se l’oggetto
del contendere por-
tato sulla scena dal
femminismo fosse
sul serio la banale e
pericolosa libertà
sessuale di mettere in
atto di qualunque
pulsione. Come se
in gioco non ci fosse
la libertà delle donne
(e degli uomini na-
turalmente)”.
Non sottovalu-
terei questi pro-
blemi: un compito
per le vacanze… Oltre a quelli che derivano dal
peso maggiore per noi imposto dalla crisi e dal go-
verno e dalla “parità pensionistica” impostaci dal-
l’Europa, pesante a noi italiane per l’assenza dei
servizi alla donna come negli altri paesi. Infine un
segnale non solo negativo: un imprenditore bolo-
gnese, Domenico Cantatore, è andato dal notaio e
ha registrato la donazione di un milione alla “Casa
delle donne per non subire violenza”. Ragazze, non
disperiamo!
SIAMO PASSATI
DALL’ANGELO
DEL FOCOLARE
ALLA MISTICA
DELLA
SEDUZIONE
(SUSANNA TAMARO)
“
”
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