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Numero 4 del 2010

Svelate


Foto: Svelate
PAGINA 7

Testi pagina 7

noidonne aprile 2010 7
gente perbene che Elvira gli precisi qua-
le sia la vita delle "belle ragazze". Infat-
ti racconta: "Io quelle 'belle ragazze' le
ho incontrate, ne ho incontrate a deci-
ne, di notte e di giorno, di nascosto dai
loro magnaccia, le ho seguite da Garba-
gnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno
raccontato sprazzi delle loro vite viola-
te, strozzate, devastate. A 'Stella'" i suoi
padroni avevano inciso sullo stomaco
una parola: puttana. Era una bella ra-
gazza con un difetto: rapita in Albania
e trasportata in Italia, si rifiutava di
andare sul marciapiede. Dopo un mese
di stupri collettivi ad opera di magnac-
cia albanesi e soci
italiani, le toccò pie-
garsi. Conobbe i
marciapiedi del Pie-
monte, del Lazio,
della Liguria, e chis-
sà quanti altri. E' so-
lo allora - tre anni
più tardi - che le in-
cisero la sua professione sulla pancia:
così, per gioco o per sfizio. Ai tempi era
una bella ragazza, sì. Oggi è solo un ri-
fiuto della società, non si innamorerà
mai più, non diventerà mai madre e
nonna....Girai un documentario per la
tivù svizzera: andai in cerca di un'altra
bella ragazza, si chiamava Brunilda,
suo padre mi aveva pregato in lacrime
di indagare su di lei.
Era un padre come tanti altri padri
albanesi ai quali erano scomparse le fi-
glie, rapite, mutilate, appese a testa in
giù in macellerie dismesse se osavano
ribellarsi. Era un padre come lei, Presi-
dente, solo meno fortunato".
Il Dossier/Caritas ricorda anche che
gli immigrati, associati in maniera ri-
corrente alla criminalità, evidenziano
invece il basso tasso di legalità del no-
stro paese: assunzioni in nero, capora-
lato, evasione contributiva, violazione
norme di sicurezza sul lavoro... Menzio-
na anche le donne "vittime della tratta"
a cui non basta l'assistenza del ministe-
ro Pari Opportunità che raggiunge ma-
lamente poche vittime di sfruttamento e
probabilmente non sa neppure come
stiano le donne nei CPT. Leggendo Elvi-
ra Dones proviamo pena? Compassio-
ne? Di fatto restano lontanissime dalla
nostra vita, anche se ci sembra di avere
pietà quando qualcuna viene uccisa o
scompare. Il che spesso è la stessa cosa.
Forse avremo qualche sospetto quando
si troveranno (sempre che ce ne venga
data notizia) scheletri anonimi in luo-
ghi sconosciuti.
Fotografie Tiziana Bartolini
"L'Agenzia europea per i diritti fondamentali
giudica il nostro paese fra i più intolleranti, in
cui anche persone non razziste accettano la
multietnicità, ma non la multiculturalità o,
ancor meno, l'interculturalità"
Da 65 anni il 25 aprile
Scendiamo giù dai monti
a colpi di fucile...
scendiamo giù dai monti
è Festa d'Aprile
Da sessantacinque anni si festeggia
il 25 Aprile Festa della Liberazione,
donne e uomini di tutte le età sono
morti allora, per garantirci i diritti
democratici di cui oggi godiamo.
Le donne sono state protagoniste
fondamentali di quel periodo, eppure
come figlie di un dio minore, rara-
mente sono ricordate nei libri di storia
ufficiali, di loro si occupano principal-
mente altre donne che raccolgono
con dovizia e amore i ricordi, le testi-
monianze, i documenti ma sempre in
sordina, come se non si potesse dis-
turbare più di tanto la Storia con la
esse maiuscola.
Faticosamente i Centri di Documen-
tazione delle Donne, gli Archivi delle
Donne, voluti con caparbia dalle
Associazioni femminili/ femministe,
studiose e storiche, riportano, catalo-
gano pezzo su pezzo ciò che succede-
va in quegli anni. E' grazie a loro se si
concretizzano, attraverso le parole le
immagini e i fogli della stampa clan-
destina, i vissuti di staffette, partigia-
ne, lavoratrici, dissidenti politiche e
deportate. Una storia che ci appartie-
ne; leggere i racconti, osservare quelle
immagini un po' sbiadite, lasciarsi tra-
sportare in quell'atmosfera di ribellio-
ne, di grande vitalità, dove osare l'im-
possibile era normale, aiuta a ri-met-
tere nel cuore e nella mente ciò che di
più vero e sano il movimento delle
donne ci ha trasmesso: cioè che si
può, se lo vogliamo, cambiare il
mondo. Certo il periodo che hanno
vissuto è stato straordinario, il fasci-
smo, la guerra, l'occupazione nazista
ma è anche vero che il peso sociale e
politico delle donne in quel contesto
storico appariva ininfluente e margi-
nale. Ciò che sono state capaci di
infondere, da quel periodo in poi, con
le lotte politiche, sindacali e nei cam-
biamenti di costume, ha prodotto in
modo rilevante un salto di qualità
all'insieme della società italiana.
A quelle donne siamo infinitamente
grate ed è prima di tutto a loro che
dobbiamo riuscire a dimostrare di che
pasta sono fatte le loro figlie.
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